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LA POLEMICA

Il Pd va all’attacco in Regione e chiama a schierarsi i sindaci della Marca «Rischi concreti di cementificazione selvaggia in città e vicino al fiume»

Dal Partito Democratico parte la rivolta contro il Piano casa della Regione. I consiglieri regionali Claudio Niero e Bruno Pigozzo hanno avanzato una proposta di legge per modificarlo, e ora chiamano a raccolta tutti i sindaci. «E’ un errore madornale, è stata tolta qualsiasi possibilità di controllo ai comuni», spiegano. Il Piano casa secondo gran parte del Pd, e anche per molti sindaci che ora sperano in uno stop dalla Corte costituzionale, consiste di fatto in una deregulation a favore dell’edilizia. «Ne potrebbero pagare le conseguenze anche centri storici, come quello di Treviso, e parchi, visto che non è stata prevista alcuna tutela per essi», ha spiegato Niero. Al contrario dei due piani casa precedenti, infatti, ai comuni è stata tolta la possibilità di stabilire in che limiti applicarlo nei propri territori. A ciò si aggiunge il fatto che questo Piano casa consente ampliamenti fino al 120 per cento dell’esistente. In caso di demolizione dà diritto a ricostruire la cubatura già presente più l’80 per cento e, nel caso si facciano interventi a favore dell’accessibilità per i disabili, un ulteriore 40 per cento. Insomma potrebbe derivarne una cementificazione selvaggia, secondo molti. Il parco del Sile, per fare un esempio concreto, non sarebbe salvo. «Si sono create le premesse per un’ulteriore compromissione del paesaggio, soprattutto nelle zone turistiche, montane e agricole», hanno proseguito i due consiglieri del Pd, ieri mattina di fronte a molti amministratori locali. Sono tre gli articoli della proposta di legge avanzata per modificare il Piano casa. Il primo esclude i parchi regionali dall’applicazione, e cancella la possibilità di ampliamento su un lotto distante fino a 200 metri dal parco; il secondo restituisce ai comuni la possibilità di limitare l’attuazione del piano, adottando criteri di protezione per esempio per i centri storici; infine il terzo propone la creazione di un regime transitorio per accogliere le domane di ampliamento arrivate entro il 31 gennaio. Molti sindaci stanno chiedendo che la Corte Costituzionale blocchi il piano: lo ha fatto Cornuda, e altri si accoderanno. Il motivo è che la legge toglie ai municipi la pianificazione del territorio, una facoltà data ai comuni proprio dalla Costituzione. A Treviso il sindaco Giovanni Manildo ha assicurato che intende dare battaglia, ma in giunta non la pensano tutti allo stesso modo. L’assessore all’Urbanistica, Paolo Camolei, a caldo, aveva dimostrato un certo favore nei confronti del piano. Tra le sue pieghe c’è anche una norma che stabilisce come il cambio di destinazione d’uso non debba essere sottoposto ad autorizzazioni comunali. Un cavallo di Troia per centri commerciali e megastore, secondo molti. I due consiglieri del Pd hanno chiesto il sostegno dei sindaci, che sono stati ufficialmente invitati ad approvare in consiglio un ordine del giorno che appoggia la proposta di legge regionale del Pd. In molti già ieri hanno voluto assicurare il loro sostengono: nella sede provinciale del partito c’erano rappresentanti delle amministrazioni di Caerano, Carbonera, Zero Branco, Casier, Cavaso del Tomba, San Biagio, Giavera. «Non si può rivitalizzare un settore ad ogni costo», ha detto Giuseppe Scriminich sindaco di Cavaso: «Sarebbe come rilanciare il distretto delle scarpe di Montebelluna facendo lavorare tutti in tuguri. E’ l’impianto che è sbagliato».

Federico Cipolla

 

DIETRO LE QUINTE

Manildo andrà da Orsoni È la Patreve dell’urbanistica

E dietro le quinte, nasce anche la Patreve urbanistica. Nei prossimi giorni Giovanni Manildo si incontrerà a Venezia con il suo collega Giorgio Orsoni, proprio per parlare di piano casa e delle iniziative comuni per correggere quello che i comuni (più o meno tutti, non solo quelli della PaTreVe) considerano un atto di forza della Regione, e segnatamente del vicegovernatore Zorzato . La linea comune sembra tacciata: sarà il governo Letta – semprechè in attività – a farsi carico del profilo di legittimità del piano casa della Regione davanti alla Corte Costituzionale. Un impegno che sarebbe stato assicurato più volte ai sindaci, in particolare dal ministro Zanonato ai sindaci veneti del centrosinistra, all’indomani delle proteste che si sono levate fortissime. Va detto comunque che a protestare sono stati tutti i sindaci, a prescindere dal colore politico: anche per questo è significativo che il patto stabilito dai tre sindaci all’indomani delle elezioni di Manildo continui, a cominciare dai grandi temi della pianificazione e del territorio Nel fronte dei sindaci c’è chi insiste sulle deroghe concesse nei centri storici (Orsoni ne fa il primo punto dolente, per il gioiello mondiale che è Venezia) e chi è più preoccupato per le potenziali deroghe nella aree agricole; chi comunque non accetta e mani legate ai primi cittadini dal decreto Zorzato; chi per il liberismo del piano casa regionale che potrebbe svuotare di significato progetti e pianificazioni già elaborate dai comuni. Treviso non ha gli stessi problemi con il centro storico (anzi, la possibile riconversione di immobili dismessi in store di grandi marchi è gradita alla giunta, proprio per il rilancio del centro), ma rivendica tutto il suo ruolo decisionale e pianificatorio , senza alcun’ imposizione dall’alto.

 

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