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Negozianti e associazioni lanciano l’allarme sugli outlet in arrivo con Veneto City

Dopo il via libera in giunta provinciale anche la base leghista si sente ingannata

DOLO «Che si chiami Parco del terziario avanzato o Veneto City Green non cambia. Un enorme centro commerciale che distruggerà il territorio, le imprese e la storia della Riviera del Brenta e del Miranese. Basta guardare cosa succede nelle zone dove si realizza un outlet».

L’allarme è di Umberto Cogno, commerciante dolese ed ex vicepresidente dell’Ascom Riviera, che criticae il Piano assetto territoriale intercomunale (Pati) realizzato dai comuni di Dolo e Fiesso che nei giorni scorsi aveva avuto il via libera della giunta provinciale.

«Con quel piano hanno previsto di urbanizzare altri 24 mila metri quadrati di terreno agricolo», accusa Cogno, «uno stravolgimento che avrà conseguenze per tutto il territorio. È troppo comodo dire che è un progetto ricevuto in eredità dalle forze politiche precedenti. I nostri amministratori dovrebbero frequentare di più i nostri negozi, rendersi conto delle situazioni del paese e interpellare la popolazione su questi progetti. Ricordo che nella campagna elettorale del 2010 come primo argomento c’era la salvaguardia del territorio».

Infine lancia un appello alla Regione. «Il presidente della giunta regionale, Luca Zaia, dice di sostenere il territorio. Gli chiedo allora di intervenire per bloccare tutto, si deve dire basta a questa cementificazione».

Il Pati sta creando malesseri anche all’interno della stessa maggioranza di centrodestra e in particolari nei leghisti. Ma Veneto City è una creatura di una Regione a guida leghista, una Provincia a guida leghista e un Comune a guida leghista.

Dopo le accuse di Giovanni Fattoretto, ora un altro leghista, Mario Vescovi, va contro il piano e il modus operandi della maggioranza.

«Sono molto critico – spiega Vescovi – sia perché avremo dovuto essere informati sul Pati prima della sua adozione in Provincia sia sulla questione dell’area adiacente a Veneto City dove è stato previsto venga riconvertita da zona agricola a zona edificabile. Questo non è certo quello che volevamo, non è il nostro programma elettorale e mi dissocio da questo».

Critica è anche l’Ascom della Riviera. «Come Ascom Riviera ma anche come Confcommercio provinciale e regionale siamo sempre stati contrari a Veneto City – spiega il presidente Ennio Matterazzo – da sempre sosteniamo che bisogna riqualificare l’esistente, far rivivere i centri storici con politiche adeguate e attuare un consumo del territorio più oculato. All’estero ormai si cerca sempre di ristrutturare l’esistente partendo dai servizi, dall’edilizia e dalle comunicazioni. La città di Klagenfurt ne è un esempio. E qui?».

Giacomo Piran

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