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Le zone in pericolo sono quelle di Rovolon, Vo’, Teolo fino a Baone e Cinto: i torrenti escono dall’alveo originale

Se in pianura il livello dei fiumi, Bacchiglione in testa, pur rimanendo alto fa meno paura dei giorni scorsi, sui Colli nelle ultime ore è diventato alto il rischio di frane e smottamenti. Una prima avvisaglia che le abbondanti piogge stanno creando problemi al sistema idrogeologico del territorio collinare, sono le crepe che si sono aperte nelle ultime ore lungo via Rialto, in territorio di Rovolon, a seguito del collassamento del fondo stradale. Le aree comunali più a rischio, oltre a quella di Rovolon, sono quelle di Vò Euganeo, Teolo, Torreglia, Galzignano, Baone e Cinto Euganeo. Si teme che più che nuovi movimenti franosi, la situazione meteo avversa riattivi le frane storiche dei colli. Soprattutto quelle che possono provocare disagi al traffico sulla rete viaria di collina. Non è la prima volta che succede: non troppo tempo fa, ad esempio, giorni di pioggia hanno riattivato alcune frane sulla strada provinciale Speronella nel tratto Teolo-Castelnuovo-Torreglia, dove l’ultimo smottamento della primavera scorsa non è ancora stato messo in sicurezza. Altre strade a rischio sono la provinciale che collega Galzignano a Faedo, dove ad ogni pioggia importante dal versante vengono già terriccio e pietrame, e la Sp 25 tra Torreglia e Galzignano dove, però, finora sembra efficace il lavoro di messa in sicurezza del pendio fatto nel 2013 dalla Provincia in prossimità del valico. «Per il momento non abbiamo segnalazioni importanti di pericolo per le abitazioni, ma l’allerta è alta» afferma il sindaco di Vò Euganeo, Giuliano Martini. «Ci preoccupano le previsioni meteo che indicano piogge intense anche nei prossimi giorni. Ormai il territorio collinare è inzuppato d’acqua e scivolamenti del terreno si possono verificare da un momento all’altro». Sono giorni che i torrenti di collina scaricano ininterrottamente acqua a valle, non sempre sull’alveo originale. Spesso a causa della carenza di manutenzione l’acqua prende altre direzioni e questo può creare seri problemi alla stabilità dei pendii. Alcune amministrazioni hanno deciso di far sorvegliare il territorio collinare dai volontari dei gruppi di Protezione civile, in attesa che il rischio si abbassi.

Gianni Biasetto

 

Il Bacchiglione continua a tenere

L’assessore Micalizzi: «In arrivo una nuova ondata di piena. Non comporterà criticità, richiederà soltanto attenzione»

I picchi di piena del Bacchiglione sono passati senza danni per Padova e, in particolare, per la Paltana. Tuttavia con la tensione generata dal fiume dobbiamo imparare a convivere: «Durante l’anno le piene sono una quindicina e si concentrano d’inverno», spiega l’assessore alle acque, Andrea Micalizzi. «Ma non tutte le volte che c’è un regime di piena siamo in pericolo, deve esserci solo la giusta attenzione. Siamo in una fase di picchi ondosi che registrano più o meno una piena al giorno. Quella di venerdì scorso è stata la più consistente e abbiamo attivato la procedura d’emergenza come se il fiume dovesse tracimare alla Paltana. Quella di sabato è stata più leggera e ieri i quantitativi d’acqua sono stati più importanti ma gestibili. Attendiamo una nuova ondata da Vicenza ma non ci preoccupa». Intanto continua a piovere. «Chiaramente» spiega il giovane assessore «che continui a piovere, in una situazione di piena, è uno stress in più perché i terreni sono già imbevuti, però non comporta criticità, solo attenzione». Malgrado l’ottimismo, l’amministratore di palazzo Moroni qualcosa da dire, contro la Regione, ce l’ha: «Visto che i casi di piene preoccupanti sono sempre più frequenti, devono essere aggiornati i sistemi di difesa. Non possiamo solo sperare che smetta di piovere. Servono opere già individuate, l’idrovia Padova-Venezia e i due bacini di laminazione di Trissino e Caldogno. Tanto più che le risorse per i bacini ci sono (date dal governo nel 2010), ci sono i progetti, per realizzarli manca la volontà politica. L’idrovia è invece più complessa, la Regione ha stanziato lo studio di fattibilità dopo che il Comune di Padova e alcuni Comuni della provincia hanno fatto la voce grossa. Sembra che Zaia sia confuso e vada tenuto per mano passo dopo passo». Le piogge insistenti stressano fognature e rete idrica cittadina? «Sì, ma i quantitativi in gioco non ci preoccupano: la pioggia delle piene del fiume e la pioggia che allaga sono fenomeni diversi. La pioggia continua, ma non abbondante, è retta dal nostro sistema fognario. Viceversa rischiamo con i temporali, primaverili ed estivi: 100 millimetri d’acqua in tre giorni si smaltiscono, 100 millimetri in mezz’ora no». Come ci difendiamo dagli acquazzoni? «Quando piove, l’acqua viene incanalata nel sistema fognario attraverso condotte, tombini e canali. Tre anni fa abbiamo potenziato l’idrovora di Voltabarozzo e da allora Forcellini non va più sott’acqua. Con l’idrovora di San Gregorio, già progettata, la situazione migliorerà». «Quando c’è un’emergenza si trova sempre chi muove la bocca a sproposito»: a dirlo è l’assessore regionale alla difesa del suolo Maurizio Conte con riferimento, appunto, all’assessore padovano Micalizzi. «Dall’alluvione del 2010 la Regione ha realizzato 925 interventi in 233 Comuni del Veneto, per 400 milioni. La difesa del suolo è una nostra priorità ma è evidente che per l’entità delle risorse necessarie deve diventarlo anche per lo Stato. Sul nodo idraulico di Padova i nostri investimenti hanno superato i 30 milioni e sono in corso nuove progettazioni per altri 27,5 milioni».

Elvira Scigliano

 

L’asfalto si abbassa in via Rialto a Camposampiero 

Cede la volta del ponte sotterraneo e l’asfalto si abbassa nel cuore di Camposampiero. In via Rialto, proprio in corrispondenza del punto più stretto della vecchia statale 307, il transito a senso alternato, regolato da semaforo, durerà a lungo. L’ordinanza emessa dall’ufficio tecnico comunale ha infatti validità fino al 31 marzo. Per garantire quindi la sicurezza degli automobilisti e di quanti attraversano via Rialto, ed in attesa dei lavori di riparazione del cedimento, il traffico viene imposto a senso unico alternato. E non mancano code e disagi. I lavori dovranno essere realizzati dalla Regione, attraverso Veneto Strade. Il problema è emerso quando si è notato un abbassamento del livello stradale ma, dopo una verifica, la causa è stata ricondotta al danneggiamento subito dal ponte in mattoni sottostante.

(Francesco Zuanon)

 

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