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I fiumi fanno ancora paura

Portogruarese flagellato dalla pioggia, danni per milioni di euro

Portogruarese flagellato dalla pioggia: annunciate nuove perturbazioni

Diecimila ettari di campagna sono finiti sott’acqua. Allagamenti e disagi

PORTOGRUARO – Dopo i gravi disagi di sabato, l’emergenza fiumi resta. Le previsioni meteo, dopo una breve tregua, annunciano infatti ancora piogge in settimana. A Portogruaro i fiumi Reghena e Lemene sono calati, il Livenza rimane alto, mentre il Fosson e il Malgher a San Stino e il Loncon tra Annone e la zona della Contarina continuano a destare preoccupazione. Alcune famiglie sono ancora sfollate. La circolazione ferroviaria sulla Venezia-Trieste è stata ripristinata, come anche sulla Portogruaro-Treviso sebbene non siano mancati i disagi. Conta dei danni. Per le case di San Stino si parla di centinaia di migliaia di euro, mentre la stima di spese del Consorzio di Bonifica supera di sicuro il mezzo milione. Solo queste due voci fanno schizzare le spese per l’emergenza oltre il milione e mezzo, per non parlare dei danni in agricoltura. Si è calcolato che su centomila ettari del mandamento Portogruarese, ben diecimila sono ricoperti dall’acqua. Il 10% del territorio si è trasformato, dunque, in un’immensa palude. Portogruarese. La città del Lemene nemmeno nel passato aveva patito i disagi che si sono presentati in questi giorni con esondazioni a Borgo Sant’Agnese, a Pradipozzo, Summaga, Lugugnana, e poi in centro storico in piazzetta della Pescheria, calle Beccherie, via Camucina. Pochi i precedenti. Uno è abbastanza vicino, il Santo Stefano 2013, quando l’acqua invase i mulini, ma non come nel marzo 2012 o nei giorni caldi dell’alluvione di autunno 2010. Ieri Lemene e Reghena si sono abbassati di quasi un metro, così come il Versiola, che venerdì e sabato aveva inondato Borgo Sant’Agnese. L’emergenza, per il sindaco Antonio Bertoncello si è conclusa. «Solo ai mulini si sono verificati danni importanti» ha detto, «per il resto si è trattato solo di disagi. Oltre alla protezione civile c’è stato un grande senso civico da parte di molti cittadini, che hanno contribuito a sistemare i sacchetti di sabbia oltre seimila, nei luoghi indicati dai nostri tecnici. Oggi valuteremo eventuali iniziative risarcitorie. Per adesso non posso sbilanciarmi». San Michele e Caorle. Il Tagliamento non desta preoccupazioni, ma altri corsi d’acqua anche ieri hanno creato problemi, come i canali Taglio e Fanotti, al confine con Lugugnana. I trattori hanno pompato a più non posso per impedire che le case finissero nuovamente a mollo. Nella parte alta del territorio la fase più critica si è però vissuta a Villanova della Cartera, al confine con il Friuli. L’area golenale del Tagliamento è stata completamente invasa dall’acqua, e solo ieri nel pomeriggio sono l’emergenza è cessata. A Bibione verranno valutati con attenzione eventuali danni provocati dalle mareggiate, definite importanti come quella di dicembre. Mareggiate non invasive in quel di Caorle, il cui territorio era già saturo per le precipitazioni delle scorse settimane. A patire le peggiori conseguenze sono stati i terreni agricoli di Ottava Presa, Marango e del comprensorio di Brussa. Concordia Sagittaria. Chi invece è un po’ arrabbiato è il sindaco di Concordia, Marco Geromin. Il calo del Lemene è stata una boccata d’ossigeno, perché nel contempo sono calati i livelli anche dei canali consortili. «Non abbiamo patito danni, tuttavia spedirò entro breve una lettera a Genio Civile e Regione per chiedere di investire», fa presente Marco Geromin, «per rimettere in sicurezza le sponde del Lemene in centro storico. Inoltre chiederò vengano apportati lavori di sistemazione a Sindacale, dove sono presenti alcuni fontanazzi. Non chiederò lo stato di calamità, ma Regione e genio devono intervenire». A ridosso del Loncon, al confine con la Contarina, il consorzio ha rimesso in funzione un vecchio impianto idrovoro a diesel degli anni ’30, perfettamente funzionante. Il lavoro del Consorzio di Bonifica Veneto orientale è stato encomiabile con il direttore Sergio Grego a guidare i suoi uomini.

Rosario Padovano

 

A rischio il raccolto del frumento

Compromessa anche la semina della colza. L’agricoltura fa la stima delle perdite

PORTOGRUARO – Come a ogni ondata di maltempo, è l’agricoltura a dover fare i conti con i problemi maggiori. Fare una stima dei danni è ancora prematuro: bisogna attendere che smetta di piovere e, soprattutto, che l’acqua si ritiri dai campi. Ma le preoccupazioni maggiori riguardano i terreni coltivati a frumento e colza. Si tratta dei cosiddetti «cereali autunno-vernini». La troppa pioggia caduta non fa bene a tutte le colture, ma i timori sono soprattutto per i campi allagati: sott’acqua le piante non respirano, rischiano l’asfissia radicale e così il raccolto può essere compromesso. «È ancora troppo presto per avere una stima dei danni. Dobbiamo raccogliere ancora altre segnalazioni», spiega Caterina Vio della Confederazione italiana degli agricoltori, «certo, è una settimana che piove e di acqua ne è venuta giù tanta. In particolare i produttori della zona di Portogruaro e Lison avranno un danno dalla campagna allagata. Colza e frumento sono le colture che saranno più danneggiate, ma per avere una stima bisogna aspettare». Tra le zone più intensamente coltivate a seminativi figura l’area della bonifica di Sette Sorelle, a San Stino, una delle zone peraltro più colpite dal maltempo. Anche le radici delle piante di vite potrebbero accusare problemi dai terreni allagati. Al di là dei seminativi, in questo periodo invernale molti terreni non sono ancora coltivati. Anche in questo caso, però, gli allagamenti rischiano di danneggiare gli agricoltori. Una volta che il campo si sarà asciugato, infatti, i produttori dovranno sostenere ulteriori spese per consentire al terreno di essere arieggiato. «La valutazione dei danni in questo momento risulta impossibile perché sta ancora piovendo, ma sicuramente c’è molta preoccupazione», osserva Giorgio Piazza di Coldiretti, «gli allagamenti sono importanti, ma tutto sommato il sistema ha retto. Non ci sono state rotture o tracimazioni, gli allagamenti hanno interessato le parti altimetricamente più basse. Speriamo che smetta di piovere e che il lavoro delle pompe permetta di prosciugare i terreni nel minor tempo possibile».

Giovanni Monforte

 

Il grande impegno della Protezione civile Schierati 150 uomini per l’emergenza

PORTOGRUARO. L’impegno della Protezione civile è stato totale. Nella sede del distaccamento mandamentale stasera si terrà un briefing per valutare la situazione dopo l’emergenza degli ultimi tre giorni. Si traccerà un bilancio dell’attività svolta e si procederà all’assegnazione di nuovi compiti per la settimana, visto che fino a giovedì le previsioni evidenziano l’arrivo di nuove perturbazioni. Pioverà ancora e si dovrà far fronte comune, nuovamente, con i comuni, il Genio Civile e il Consorzio di Bonifica. Particolarmente duro il lavoro per depositare i sacchi di sabbia nei due punti in cui il Reghena è tracimato, in viale Treviso e via Tevere, in zona Frati. In tutto mandamento, da Portogruaro a Concordia, da Annone, Pramaggiore e San Stino, sono stati 150 i volontari che hanno prestato servizio giorno e notte: 40 erano dislocati nella sola Portogruaro, 30 a San Stino, e 23 ad Annone Veneto. «Sono stati giorni duri e intensi», commenta il coordinatore di Portogruaro, comune capofila, Luca Villotta, «per l’assetto idrogeologico del territorio, per la prima volta il Reghena ha creato più problemi del Lemene. Ora attendiamo l’evolversi della situazione. Ci aspettano altri, impegnativi giorni caratterizzati dalla pioggia».

(r.p.)

 

Famiglie ancora senza casa Ma le scuole sono aperte

A San Stino e Annone permane l’ordinanza di evacuazione in via precauzionale

I sindaci stanno valutando l’ipotesi di chiedere lo stato di calamità naturale

SAN STINO DI LIVENZA – Ancora sfollati in zona Sette Sorelle a San Stino e in via Idrovora ad Annone: 25 famiglie hanno trascorso la loro seconda notte da familiari e amici. La situazione generale appare sulla lenta via del miglioramento, ma in via precauzionale i sindaci hanno deciso di mantenere in vigore le ordinanze di evacuazione delle aree a maggior rischio. Numerose le criticità a San Stino, affrontate dai volontari della protezione civile che sono intervenuti in diverse zone con le pompe per procedere allo svuotamento delle aree allagate a causa delle esondazioni dei canali Fosson-Malgher, Loncon e Cernetta. Non presenta invece problemi il Livenza. «Per il momento affrontiamo le criticità non appena si presentano», spiega il sindaco Matteo Cappelletto, «quando nei prossimi giorni la situazione si stabilizzerà e potremo avere una stima dei danni, valuteremo se chiedere eventualmente lo stato di calamità». Nella giornata di ieri era stata ventilata anche una possibile chiusura delle scuole, poi rientrata. «Abbiamo atteso fino a sera prima di decidere per avere in mano i maggiori dati possibili», prosegue Cappelletto, «la zona delle scuole è sicura e non presenta criticità, ma il pullman scolastico poteva avere difficoltà a raggiungere qualche punto. Alla fine, vedendo che tutti i livelli dei corsi d’acqua si stanno abbassando, non c’è stata necessità di chiudere plessi. Abbiamo mantenuto invece in via precauzionale l’ordinanza di sfollamento alle Sette Sorelle». Erano state una ventina le famiglie sfollate nella zona delle Sette Sorelle: i residenti delle abitazioni più vicine agli argini sono state evacuate sabato. Molti in via Fossafondi avevano deciso di rimanere per il momento in casa, spostandosi ai piani superiori. Tutte le persone sfollate hanno trovato rifugio da parenti ed amici, non è quindi servito il centro di accoglienza allestito dal Comune nella mensa comunale. Oltre alle Sette Sorelle, ieri si contavano ancora criticità in alcune vie chiuse al traffico, allagate: via Fosson (dietro il casello autostradale), via Verdi e via Pasolini (in centro a San Stino), in via Gonfi (la strada per il cimitero) ed in via Prese a Biverone. In tutte le strade allagate gli uomini della protezione civile sono intervenuti con le pompe. Per tutto il fine settimana una ventina di volontari della protezione civile comunale, la polizia locale e i servizi tecnici comunali, hanno lavorato per provvedere al monitoraggio continuo degli argini, alla saccata del fiume Loncon e alla preparazione di sacchi per eventuali richieste da parte dei cittadini. Massima attenzione all’evolversi della situazione idraulica ed idrogeologica del territorio anche ad Annone Veneto. «Le cinque famiglie sfollate residenti in via Idrovora», spiega l’assessore alla protezione civile Alessandro Scorzon, «rientreranno nelle loro abitazioni probabilmente oggi. Ieri abbiamo preferito mantenere valida l’ordinanza di evacuazione per precauzione. Gli sfollati non hanno usufruito del centro che avevamo messo a disposizione ma si sono appoggiati ai familiari. Anche a Giai l’emergenza sta rientrando visto che il livello dei canali sta costantemente diminuendo. Per il momento continuiamo a monitorare con attenzione il territorio. Un grazie ad Acque del Basso Livenza che ci ha fornito aiuto, come sempre».

Claudia Stefani

 

VENEZIA E CHIOGGIA

Ieri sera le sirene, acqua alta a quota 120

VENEZIA – Acqua alta: l’allerta non è finita, sembrava che la situazione si fosse normalizzata e invece ieri sera c’è stato un inatteso colpo di coda con la marea che è stata annunciata a 120 centimetri all’una di notte. Le sirenne hanno suonato alle 21.30 anunciando il nuovo picco dopo quattro giorni consecutivi oltre quota 110 cm e con maree eccezionali a 140 centimetri annunciate per venerdì notte e, per fortuna, fermate a quota 104, con polemiche per la previsione del centro maree che non ha a disposizione rilevatori di vento a mare, per mancanza di fondi. Alle 1.15 nella notte tra sabato e domenica, al mareografo di Punta della Salute si è registrata una punta massima di marea di 105 centimetri, «in coincidenza con una marea astronomica di 72 cm, in fase di sizigia per il novilunio, con un contributo meteorologico di 33 cm. A Chioggia la marea ha raggiunto 109 cm, a Lido diga sud 113», come chiarisce un comunicato del Centro maree. Una allerta in più per Chioggia, dove a causa del forte vento di Bora, è previsto un rialzo di 5 centimetri rispetto le massime per Venezia. Per le previsioni sono aggiornati 24 ore su 24 la segreteria telefonica allo 041 2411996 e i servizi in Internet. Per iscriversi al servizio sms gratuito, “Previsioni maree” sulla home page del Comune e quindi “Iscrizione servizi sms e e-mail”.

 

il maltempo nel veneziano

Ripristinate tutte le linee ferroviarie

Dopo la Venezia-Trieste ripresa ieri sera la Portogruaro-Treviso. Ma i convogli andranno a 30 km all’ora nelle zone allagate

PORTOGRUARO – È stata riaperta alle 10.50 di ieri mattina la linea ferroviaria Venezia-Trieste, interrotta per quasi ventiquattr’ore tra le stazioni di San Stino di Livenza e Portogruaro a causa dell’esondazione del fiume Loncon. Ieri il livello del corso d’acqua faceva decisamente meno paura. Ma finché la situazione non sarà tornata alla normalità, per motivi precauzionali i treni viaggeranno in quel tratto di linea a velocità ridotta, ovvero a 30 chilometri all’ora. Nella tarda serata di ieri era in programma anche la riattivazione della tratta Portogruaro-Treviso, bloccata dalle 11 di venerdì per l’esondazione del Reghena. Dopo un weekend molto difficile, dunque, la situazione ferroviaria nel Veneto Orientale da oggi dovrebbe tornare alla normalità, o quasi. La linea ferroviaria Venezia-Trieste era stata interrotta alle 13.40 di sabato, a causa dell’esondazione del Loncon nelle campagne tra San Stino e Annone. I Regionali Veloci Trieste-Venezia sono stati soppressi nel tratto tra Portogruaro e Venezia, con arrivo e partenza da e per il Friuli a Portogruaro. I collegamenti nel Veneto Orientale sono stati assicurati dai Regionali Lenti da Venezia, limitati in arrivo e partenza a San Donà. Mentre tra Portogruaro e San Donà è stato attivato un servizio di autobus sostitutivi. Anche ieri mattina, prima della riapertura della linea, si sono registrate cancellazioni e modifiche del servizio, con i treni a lunga percorrenza deviati via Udine-Conegliano. La riattivazione della linea è avvenuta alle 10.50, orario dopo il quale i treni hanno ripreso a poco a poco a circolare. Al momento della riapertura non è mancato qualche disguido informativo per i passeggeri in attesa a Portogruaro, ma i disagi sono stati tutto sommato limitati. «Quando siamo arrivati in stazione, gli altoparlanti ci informavano che sarebbe partito un bus sostitutivo», racconta la sandonatese V.M., 22 anni, che doveva prendere il Regionale 11122 delle 11.38, «ma il personale della stazione ci ha detto che invece sarebbe partito il treno, anche se ancora non sapevano dirci a che ora. Così, insieme a un’altra ventina di passeggeri, abbiamo deciso di aspettare». Alla fine il convoglio è partito con circa 40 minuti di ritardo. La situazione è però rapidamente migliorata e nel pomeriggio sono stati segnalati ritardi limitati nell’arco di una decina di minuti. Nella tarda serata di ieri, come annunciato da Trenitalia, era previsto il ritorno all’operatività anche della circolazione ferroviaria tra Motta di Livenza e Portogruaro, sulla linea per Treviso, interrotta per l’esondazione del Reghena. Anche ieri i collegamenti sono stati garantiti, nel tratto interessato, da bus sostitutivi. Restano, invece, molto difficili i collegamenti dal Veneto Orientale verso l’Austria. Dopo una parziale riattivazione, la circolazione dei treni è stata ieri nuovamente sospesa sulla tratta verso Udine-Tarvisio a causa della ripresa delle abbondanti nevicate sulla Carnia.

Giovanni Monforte

 

A Ceggia il Piavon è rientrato negli argini. L’assessore Vidali: «Le fogne hanno tenuto»

CEGGIA. È stato riaperto il tratto di via Noghera, chiuso nella mattinata di sabato per la tracimazione del Piavon. Nel corso della giornata di ieri il livello del fiume si è abbassato in modo evidente, tanto che nel pomeriggio l’emergenza si poteva dire ormai conclusa. Anche la pioggia caduta dalla tarda mattinata non ha impensierito, perché di modesta entità e il deflusso delle acque è avvenuto in modo normale. Insomma, a meno che non continui a piovere ancora a lungo, il peggio si può dire che sia passato. Sabato sera la task force composta da operai comunali e protezione civile è rimasta in allerta fino alla mezzanotte, per il passaggio della seconda ondata di piena dopo quella di metà giornata. Poi ieri mattina l’assessore ai lavori pubblici Graziano Vidali ha fatto il punto della situazione con i tecnici comunali. «Facendo un primo bilancio di quanto successo, possiamo dire che siamo contenti», commenta Vidali, «nessuna abitazione, garage o scantinato è finito sott’acqua. Situazioni che purtroppo qualche anno fa avvenivano di frequente. Vuol dire che anche il sistema fognario del paese ha funzionato bene».

(g.mon.)

 

A San Donà stop all’emergenza

Il sindaco: «Tre giorni di passione». A Jesolo spiagge erose e piene di rifiuti

SAN DONÀ – Rientra almeno in parte l’allarme maltempo a San Donà e jesolo. Dopo le tre giornate di passione per vigili del fuoco e protezione civile sandonatese, che dall’alba ha schierato 5 squadre per un totale di 20 volontari, con i vigili urbani, di cui erano presenti tutte le pattuglie disponibili, e per il personale del servizio manutenzione, resta comunque alto l’allarme idrogeologico. A preoccupare non è stato, come nel primo giorno di emergenza, il livello del Piave, sceso da un picco di oltre 3 metri alla quota di sicurezza di circa 2,50 metri. L’apprensione è stata per le esondazioni provocate dal sistema dei canali. Piavon, Piveran, Ramo, poi il Brian verso Eraclea. «Il grandissimo lavoro di consolidamento degli argini da parte della Protezione civile e del Consorzio di bonifica, con l’attivazione delle idrovore», dice il sindaco Andrea Cereser, che ha svolto vari pattugliamenti sul territorio, «ha permesso di governare la situazione molto bene e ricondurre i disagi entro limiti accettabili». Allagamenti sono stati registrati in alcuni parchi della città, tra cui Parco delle Rose, e lungo via Sant’Osvaldo. In un paio di garage in via degli Esposti è stato necessario l’intervento della protezione civile con pompe e sacchi di sabbia. Diverso il discorso per le spiagge dove si è già alla conta per i danni.. Altri 100 mila metri cubi di sabbia se ne sono andati e adesso il sindaco, Valerio Zoggia, dovrà chiedere al Magistrato delle Acque un contributo di non meno di un milione e mezzo di euro per garantire anche quest’anno il ripascimento necessario. I tratti che sono stati protetti con le dune hanno retto la forza del mare, eccetto le zone tra piazza Mazzini e Aurora. Ma le situazioni più gravi sono sempre in Pineta e verso il Faro, alle estremità. I problemi sorgeranno adesso con la pulizia della spiaggia, perchè anche nei prossimi giorni continueranno ad arrivare tonnellate di detriti portati dal mare. Eraclea ha attutito il colpo. La mareggiata non sembra aver causato gravi danni, tra le protezioni di sabbia dei consorzi, i grandi pennelli in roccia.

Giovanni Cagnassi

 

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