Gazzettino – Venezia, Grandi navi. In Senato non passa la linea del Porto.
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6
feb
2014
GRANDI NAVI – Oggi il voto di una mozione unitaria promossa da Pd e M5S
Una mozione unica che impegni il Governo alla comparazione di tutti i progetti esistenti, ponendo al centro di questa comparazione temi ambientali, economici, a cominciare dalla salvaguardia dell’ambiente lagunare, della salute dei veneziani e dei posti di lavoro della crocieristica e del suo indotto.
Al testo, prodotto da un’azione congiunta di Pd e Cinquestelle (Casson ed Endrizzi come principali fautori) e condiviso da quasi tutte le forze politiche, si è arrivati dopo un pomeriggio di dibattito sulle mozioni presentate da Pd, M5S, Forza Italia, Nuovo centrodestra, Scelta Civica. Oggi sarà discusso in aula questo documento, che dovrebbe mettere la parola fine alla prelazione per lo scavo del Contorta e all’inserimento dell’opera in Legge obiettivo.
«Le grandi navi non devono entrare in laguna – ha detto il grillino Endrizzi – la soluzione individuata dall’Autorità portuale porterebbe ad uno stravolgimento della laguna: una gigantesca rotatoria per portare le navi a Venezia attraverso Marghera e forse il raddoppio del canale dei Petroli. Le soluzioni sostenibili – ha continuato – quelle condivise con i veneziani, tutelano l’occupazione e la sviluppano. Chi vuole tenere il porto in Marittima è nemico dell’occupazione».
« Ogni soluzione – ha detto poi Casson, Pd, il quale ha anche presentato il testo che dovrebbe unificare le posizioni – deve essere valutata con la massima trasparenza per evitare come è accaduto con il Mose che si arrivi a profili di ordine criminale. Ci sono almeno 5 progetti presentati e chiediamo per la scientificità e per la trasparenza che si faccia la comparazione. Non si chiede di privilegiare un’opera, ma una comparazione che tenga conto di tutti gli aspetti compresi quelli imprenditoriali e occupazionali».
Mario Dalla Tor (Ncd) ha auspicato un documento condiviso dopo aver presentato la sua mozione. I senatori di Fi, Piccoli e Bonfrisco, hanno invitato ad avere un “sano realismo”, perché sono in ballo oltre al patrimonio di Venezia e della laguna, anche migliaia di posti di lavoro e la possibilità, con l’uscita eventuale di Venezia dalla crocieristica, di danni anche per la portualità del resto d’Italia a vantaggio di altri Paesi.
Michele Fullin