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Proposta di legge per restituire ai Comuni la possibilità di pianificare il territorio

Lo stesso documento votato nelle altre città capoluogo di provincia del Veneto

Lotta al nuovo Piano casa voluto dalla Regione per rilanciare il settore edilizio, concordata con i costruttori ma non con i sindaci. Che si ribellano. Ieri la giunta ha votato la delibera per la proposta di legge regionale di iniziativa del consiglio comunale – dove dovrà essere discussa e votata nei prossimi giorni – per modificare la legge regionale 32, per l’appunto quella che disciplina il Piano casa. La delibera votata ieri dalla giunta è nel solco delle iniziative intraprese con gli altri sindaci delle città capoluogo di provincia a gennaio per la modifica di una legge che, a detta delle amministrazioni locali, rischierà di stravolgere i territori, aumentando la cementificazione e togliendo ai Comuni la capacità di gestire il territorio. In centro storico, ad esempio, basterà una modifica interna, anche minima, in un immobile – possibile senza autorizzazione della sovrintendenza in edifici non vincolati – per agganciarci un cambio di destinazione d’uso, e trasformare un appartamento in un nuovo, ennesimo, affitta-camere. In terraferma invece, rispetto alle attuali indicazioni del Piano di assetto del territorio (il Pat) il Piano casa regionale permette un potenziale ampliamento economico stimato, dagli uffici Urbanistica di Ca’ Farsetti, tra il 50% e il 70%, anche in terreni classificati anche come agricoli. Come si può fare? Semplice, a patto che lo stesso proprietario, a una distanza massima di 200 metri, abbia un immobile da voler ampliare.

«È un piano che non possiamo accettare» rimarca l’assessore all’Urbanistica Andrea Ferrazzi «e per questo abbiamo proposto la modifica della legge regionale sul Piano Casa».

Tra le richieste di modifica anche quella che riguarda gli oneri di urbanizzazione (vale a dire i soldi che i costruttori versano per marciapiedi, fognature, etc) azzerati dalla Regione, con l’intento di rilanciare il settore edilizio.

«Ma dal momento che strade, marciapiedi e fogne bisogna comunque realizzarle» spiega Ferrazzi «chiediamo che sia la Regione a provvedere a stanziare le risorse necessarie per poter garantire gli interventi».

Contro il piano casa della Regione, impugnato anche dal governo davanti alla corte costituzionale, sono tutti i sindaci della città capoluogo di provincia le cui giunte comunali stanno votando una delibera analoga a quella approvata ieri dal sindaco Giorgio Orsoni e dai suoi assessori.

Francesco Furlan

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