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Gazzettino – Agricoltura con l’acqua alla gola

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

9

feb

2014

Il bilancio preciso dell’impatto del maltempo sull’agricoltura veneta potrà essere stilato solo tra una decina di giorni, quando le singole aziende avranno rispedito alla Regione il computo dei danni subiti. Sperando che nel frattempo acqua e fango possano defluire dai campi. Per l’assessore regionale alle Politiche agricole, comunque, ci sono pochi dubbi: la stima si aggira sull’ordine di qualche decina di milioni di euro, tra produzioni perse, animali annegati nelle stalle sommerse, strutture e macchinari danneggiati.
L’esponente della giunta ieri ha fatto il quadro della situazione, incontrando alla Cantina di Villorba, poco distante da Treviso, i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali, di Veneto Agricoltura, dell’Avepa, dei Consorzi di difesa e degli altri enti di settore.
«Abbiamo concordato su una linea comune – spiega Manzato – Ripristinato il potenziale produttivo, il primo punto consiste in un piano assicurativo da estendere in tutta la regione».
Già oggi il Veneto conta una quota di agricoltori assicurati contro le calamità tra le più elevate su scala nazionale (il valore cautelato supera il miliardo e mezzo, un quarto dell’importo totale in tutta Italia).
Ma occorre fare di più, magari collegandosi a piani nazionali o addirittura europei, per poter avere una copertura maggiore. «Bisognerà anche ristorare per quanto possibile i beni danneggiati, ma non assicurabili – sottolinea l’assessore – Per legge, infatti, si possono stipulare polizze solo per la produzione, non per le strutture: in altri termini, si assicurano le mele, non l’albero».
Tra le colture più colpite, ci sono soprattutto i cereali: «I vigneti in questo periodo sono a riposo, se non arrivano gelate nei prossimi giorni, non dovrebbero aver subito grossi danni – spiega Giorgio Piazza presidente regionale di Coldiretti – mentre i maggiori problemi li abbiamo per orzo, frumento, colza, soprattutto nella Bassa Padovana e nelle parte orientale della provincia di Venezia».
Dove recuperare i soldi per i rimborsi? «Non escludo misure specifiche, intervenendo anche sulla legge finanziaria regionale», rimarca Manzato. Oltre ad attingere al piano irriguo e al fondo di solidarietà in agricoltura: «Che però è senza risorse – nota l’assessore – nonostante avessimo chiesto lo scorso anno di rimpinguarlo con un miliardo».

Mattia Zanardo

 

LA POLITICA – Il governatore: a casa i nostri soldi. Rubinato (Pd): sospendere il pagamento delle tasse

Zaia: Roma risponda o sarà sciopero fiscale

VENEZIA – Il Veneto sott’acqua che ogni anno paga di tasse 21 miliardi di euro si aspetta che Roma risponda all’emergenza maltempo. E tra le ipotesi che emergono in maniera bipartisan c’è quantomeno il rinvio del pagamento delle tasse. Lo fa intuire il governatore Luca Zaia che teme uno «sciopero fiscale». Ma anche dal Partito democraticom con la deputata Simonetta Rubinato e con il senatore Giorgio Santini, si chiede il rinvio delle scadenze fiscali per imprese e cittadini delle zone più colpite dal maltempo.
«Notificheremo al governo una prima stima e dopodiché il governo deve rispondere – ha detto Zaia – Al presidente del Consiglio Letta ho presentato la situazione anche perché non passasse l’idea che qui ci siamo inventati l’alluvione. Una regione che paga 21 miliardi di euro l’anno a Roma ha il diritto di chiedere le risorse. La gente l’ha capito e non vorrei che poi si passasse a uno sciopero fiscale. Noi siamo veneti e dobbiamo far sentire la nostra forza a Roma. Qui non c’entra nulla la politica – ha concluso Zaia – dobbiamo riportare a casa i soldi, che sono nostri. Qualora i soldi versati al fisco non tornassero sul territorio sotto forma di aiuto sarebbe legittimo a quel punto chiedere alle imprese come si comporterebbero».
Una richiesta di sospendere il pagamento delle tasse arriva dalla deputata trevigiana del Pd, Simonetta Rubinato: «La politica veneta dimostri di saper mettere da parte le polemiche e si impegni, con un lavoro di squadra, a dare risposte concrete». E ha annunciato la presentazione con gli altri deputati veneti Dem alla Camera di un emendamento al decreto milleproroghe per chiedere la sospensione del versamento di ritenute fiscali e contributi in scadenza per le aziende il prossimo 16 febbraio come auspicato da Confindustria Padova. E per realizzare le opere di messa in sicurezza del territorio, c’è l’ipotesi – ha spiegato Rubinato – che le risorse liberate con la spending review in Veneto siano lasciate alla Regione, vincolandole per questo obiettivo.
Anche Giorgio Santini, senatore, capogruppo Pd nella Commissione Bilancio, ha annunciato un’iniziativa immediata sulla quale cercherà il consenso delle forze politiche: «Il Governo decreti lo stato di calamità ed assicuri il rinvio delle scadenze fiscali per imprese e cittadini delle zone più colpite». Non solo: «La richiesta dei sindaci del territorio, degli amministratori locali e delle associazioni di categoria di scorporare dal patto di stabilità, le spese per la gestione dell’emergenza e gli investimenti per prevenire il dissesto idrogeologico in Veneto, deve essere accolta il prima possibile».

(al.va.)

 

FAVARO – Dopo le ultime piogge torna l’allarme: «Siamo in equilibrio molto precario»

«Rischio idraulico ancora alto»

Il comitato allagati chiede maggiore attenzione alle problematiche del territorio

«Quando poi succedono i disastri siamo tutti lì a recriminare su quello che non è stato fatto, ma perché, allora, non pensarci prima?».
Fabrizio Zabeo, presidente del comitato degli allagati di Favaro, prendendo spunto dalla grave situazione creatasi a seguito delle precipitazioni di questi giorni, rilancia ancora una volta l’appello affinché uomini e istituzioni preposti al governo delle acque, rivolgano maggiore attenzione alle problematiche legate al rischio idraulico e alla tutela del territorio.
«Siamo in un equilibrio molto precario – ha scritto in una lettera inviata per posta elettronica ad enti, consorzi ed allagati vari – e i sopralluoghi che ho effettuato e le foto che ho scattato in questi giorni nelle aree di maggiore criticità, testimoniano quanto sia elevato il rischio che si corre ogni qualvolta dal cielo scende un pò più di acqua. Mi sembra – ha proseguito – che anche l’ultimo seminario organizzato da StoriAmestre presso il centro Candiani e che poneva la questione: “Quale futuro per il fiume Marzenego?”, sia molto pertinente e di attualità insieme alla proposta del Contratto di fiume attraverso la quale si vuole attivare la partecipazione di tutti i possibili portatori di interesse del Marzenego – Osellino».
Per il presidente degli allagati di Favaro è, dunque, estremamente importante tenere alta l’attenzione a garanzia della sicurezza del territorio ed utilizzare lo strumento di partecipazione del «Contratto di fiume» come un impegno per innalzare la soglia dell’interesse verso il problema.
«Gli allagati vogliono essere di aiuto, e non di intralcio – ha aggiunto – a chi gestisce l’aspetto e la sicurezza idraulica, anzi vorremo dire ai vari gestori o se vogliamo ai vari consorzi, di utilizzare le nostre “domande” o “attese” come strumento di richiesta alla Regione in modo che i politici possano aprire gli occhi sulla realtà. Noi allagati – ha concluso Zabeo – già dall’infausto giorno di quel 26 settembre 2007, abbandonata la protesta abbiamo intrapreso la via del dialogo e anche per questo, prendendo in prestito il titolo del seminario citato, chiediamo a chi di dovere: «Quale futuro per il fiume Marzenego?» e ci permettiamo di aggiungere: “Quale futuro per i fossati della nostra zona?”»

 

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