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La Cgil incalza Regione, Iuav ed Eni: al Parco bisogna garantire i posti di lavoro

Dieci anni fa a Porto Marghera è nato il Parco tecnologico e scientifico Vega, gestito da una società consortile (Scarl) con soci maggioritari il comune di Venezia, la Regione (Veneto Innovazione) ed Eni con l’obiettivo di farne il punto di riferimento della rinascita del polo industriale veneziano – sulle ceneri della petrolchimica ormai fuori mercato e troppo inquinante – all’insegna della ricerca applicata all’industria e alle nuove tecnologie multimediali e dello “sviluppo sostenibile”.

Il fatto è che ora la società Vega scarl, che gestisce il Parco, è sommersa di debiti e ha presentato un concordato preventivo al tribunale di Venezia – che punta tutto sulla vendita dei grandi edifici cablati di sua proprietà – per evitare il fallimento. Una scelta che prefigura anche il ridimensionamento del l’attività di ricerca e innovazione.

Ora però uno spiraglio per salvare posti di lavoro e le attività di ricerca e innovazione sembra essersi aperto, come ha ci ha spiegato il segretario generale della Cgil Metropolitana, Roberto Montagner, al termine dell’assemblea sindacale avuta con i dipendenti di Vega Scarl che in tutto, tra tempi indeterminati e determinati, sono in totale 13.

«Abbiamo incalzato il comune di Venezia, che è il socio di maggioranza di Vega scarl», dice Montagner, «e il sindaco Orsoni è stato il primo ad ascoltarci e a rendendere precisi impegni sia sul fronte delle garanzie occupazionali che della continuità delle attività di ricerca che riguardano l’incubatore di imprese già avviato con successo, le ricerche sulle tecnologie di disinquinamento e trattamento di fanghi contaminati, la banda larga e il provider che opera nel Parco, la riqualificazione urbana e la gestione del patrimonio immobiliare».

«Il prossimo 14 febbraio», precisa Montagner, «abbiamo un incontro con i vertici di Vega Scarl e contiamo di arrivare ad un accordo che, a fronte del concordato per risanare i conti che ci auguriamo vada a buon segno, prevede una serie di misure che garantiscono i posti di lavoro e la vocazione alla ricerca e all’innovazione del Parco. Quel che manca ancora, purtroppo, è un fattivo impegno dell’assessore regionale Isi Coppola, del rettore dello Iuav Rastrelli e della stessa Eni che a tutt’oggi non hanno preso nessun impegno preciso in questo senso».

(g.fav.)

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