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VENEZIA – Aperture domenicali dei negozi, il Veneto apre la battaglia per cancellare la direttiva Bolkestein che ha liberalizzato gli orari festivi, mentre le regioni i comuni avevano trovato un’intesa con le associazioni di categoria per salvare le piccole attività a gestione familiare, alle prese con la carenza di personale.

La strada scelta è quella del referendum e a lanciarla è stata la giunta regionale dell’Abruzzo e il Veneto ha colto la palla al balzo considerando l’iniziativa una scelta strategica e coraggiosa.

Ieri mattina, la commissione commercio del Consiglio regionale, presieduta da Luca Baggio (Lega Nord), ha espresso alla commissione Affari Istituzionali parere favorevole alla richiesta di referendum abrogativo dell’articolo 3 del decreto legge 223/2006, dove si prevede che «le attività commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande siano svolte senza limiti e prescrizioni riguardanti il rispetto degli orari di apertura e di chiusura, l’obbligo di chiusura domenicale e festiva, nonché quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell’esercizio».

La proposta di referendum, presentata dai consiglieri Pietrangelo Pettenò (FSV), Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo (PdL-FIV), Stefano Peraro (UdC), Federico Caner (LN), Giuseppe Bortolussi (BP), Mariangelo Foggiato (UNE) Lucio Tiozzo e Roberto Fasoli (PD), intende, di fatto, reintrodurre l’obbligatorietà delle chiusure domenicali e festive, muovendo dalla considerazione che «la norma vigente è di ostacolo all’esercizio della podestà legislativa regionale in materia di orari degli esercizi commerciali».

Per essere valida la richiesta di referendum deve essere deliberata da almeno cinque consigli regionali. E proprio per questo la proposta dell’Abruzzo è stata approvata ipso facto dal Veneto: il quesito di referendum dev’essere identico anche nelle virgole e c’è l’impressione che il braccio di ferro possa diventare assai interessante, anche se il primo ricorso alla Corte costituzionale presentato dal Veneto è stato impugnato dal governo.

«Il nostro obiettivo è garantito il diritto al riposo domenicale ai dipendenti e poi da una attenta analisi degli effetti della direttiva Bolkestein emerge che solo le grandi catene commerciali hanno tratto dei vantaggi dalla liberalizzazione. Vogliamo tornare alla situazione precedente, lasciare cioè massima autonomia alle associazioni di categoria e alle amministrazioni locali, nel pieno rispetto delle esigenze dei consumatori», spiega Luca Baggio. Che ricorda come il primo firmatario sia Petteò, anche se la proposta è stata approvata da tutti i partiti. La sfida referendaria è lanciata.

(r.r.)

 

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