Gazzettino – Mestre. Tre progetti per la stazione che verra’
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27
feb
2014
URBANISTICA – Allo Iuav illustrate le proposte migliori del concorso “Europan 12″
L’idea è quella di riqualificare sia dal punto di vista urbano che sociale l’intera zona attorno alla stazione, ispirandosi anche ai progetti risultati migliori al concorso europeo “Europan 12” proprio sulla stazione ferroviaria di Mestre. E così ieri – in attesa dell’accordo di programma che sarà firmato entro marzo e coinvolgerà oltre al comune di Venezia, la Regione, Rfi e la proprietà dell’ex edificio delle Poste – nella sede dello Iuav, a Santa Marta, c’è stato un primo momento di riflessione e di studio sulle proposte dei giovani architetti italiani, alla presenza degli assessori all’Urbanistica, Andrea Ferrazzi, e alla Mobilità, Ugo Bergamo e dell’amministratore delegato di FS Sistemi Urbani, Carlo De Vito. La riflessione sarà estesa a tutta la città a maggio, con la presentazione dei tre progetti segnalati e dei quattro menzionati al concorso europeo in una mostra e un convegno che si svolgeranno nella sede comunale di via Palazzo.
Assai varie sono le proposte: tra i segnalati c’è chi come Andres Holguin, Gilda Lombardi, Alessandro Deana, Elena Barbiero, con il progetto “Innesti urbani”, non costruisce nuovi edifici, ma ridisegna quelli esistenti, elevandoli, pur di crescere gli spazi verdi e creare una piazza. Il progetto “Percorsi per riqualificare”, degli architetti italiani Gregorio Indelicato, Chiara Gugliotta, Mario Cottone,disegna invece un parco nell’ex scalo ferroviario e rimodula lo spazio dell’edificio della stazione con un nuovo volume sospeso. Il terzo progetto segnalato, dal titolo “The territorial threshold”, degli architetti italiani Francesco Messina, Francesco Fragale, Daria Caruso, Giuseppe Messina, Rosario Cristelli, Francesca Mazzone, Anna De Marco cerca di riformulare il senso del limite verso Marghera e la ferrovia, creando un muro abitato che segue il tracciato della ferrovia declinando diversi gradi di urbanità e di configurazione dello spazio pubblico.
«Non è possibile valutare oggi l’effetto di nuove immissioni di volumi edificati nel quartiere – ha commentato Giorgio Roccato del Gruppo di lavoro via Piave -, ma per una vera rigenerazione del quartiere occorre valorizzare le iniziative locali, considerando come punti per l’auto-progettualità il sistema dei giardini di via Piave e piazzale Bainsizza, e uno spazio auto-gestito e auto-finanziato nella forma della casa di quartiere che potrebbe trovare collocazione nelle ex lavanderie di via Piave».
Daniela Ghio