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L’innalzamento dei livelli del mare minaccia i patrimoni mondiali dell’Unesco e città come Napoli e Venezia. L’ennesimo allarme arriva questa volta da Londra, con un nuovo studio pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters che ha calcolato l’impatto futuro di temperature elevate e oceani in rapida salita su settecentoventi siti attualmente inseriti nella lista dell’Unesco.

La Statua della Libertà, l’Independence Hall, la Tower of London, l’abbazia di Westminster e la Sydney Opera House sono tra i 136 siti che saranno gravemente compromessi se il riscaldamento globale non si fermerà e le temperature saliranno di 3 gradi Celsius rispetto ai livelli pre-industriali nei prossimi duemila anni, uno scenario probabile e non particolarmente estremo, secondo i ricercatori coordinati da Ben Marzeion della University of Innsbruck.

A subire effetti devastanti saranno anche i centri di città come Napoli, Venezia, Bruges, Riga e San Pietroburgo.

Il 7% della popolazione mondiale attuale «vivrà» su terreni immersi nel mare e più del 60% delle popolazioni colpite sarà in Cina, India, Bangladesh, Vietnam e Indonesia.

Sette paesi, inoltre, perderanno il cinquanta per cento della terra, tra cui Maldive e isole Cayman.

 

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