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Scrivo da frequentatore anziano della laguna e conoscitore della sua lunga secolare storia. Il Canale dei Petroli e la chiusura delle valli rappresentano due tra i tanti errori commessi nella difesa del suo equilibrio originati da una sistematica e insensata pratica di sfruttamento.

Stiamo ora assistendo ad un rafforzamento del fronte pro-distruzione della laguna e della città, inimmaginabile per compattezza e determinazione. Porto, sindacati, industriali, partiti politici, pubbliche amministrazioni che stanno prospettando un secondo canale dei petroli, detto Contorta, con torta, un nome e una garanzia, ci sarebbe da ridere se non fosse una cosa seria, una “direttissima” Mare-Porto Marghera, creata all’interno delle fondamenta della città stessa, ideale per far accelerare le maree, perfetta per dare il colpo finale al già disastrato equilibrio lagunare.

Si parla poi di porto off shore, un progetto altrettanto folle del Mose, non per la sua finalità, perfettamente condivisibile, ma per costi d’opera e per costi operativi, con l’aggravante che gli altri Porti dell’Adriatico non accetterebbero mai di consentire allo Stato di destinare enormi investimenti a favore di un’opera a loro concorrenziale.

L’assenza di un piano strategico di lungo termine che si basi su di un concetto di città fatta per i residenti e non per i turisti, visto che quest’ultima soluzione porterebbe a morte sicura, fa sì che essa sia esposta a qualsiasi violenza, indipendentemente dai fini per i quali venga praticata.

Eppure a Venezia la cultura non manca, la residenza locale e foresta “illuminata” ama e frequenta ancora la città. Si tratterebbe di mettere assieme queste energie positive e farle lavorare per una svolta fatta di credibilità e competenza, fatta di personalità di alto livello mondiale, come la nostra città merita, da contrapporre ai troppi cattivi consiglieri che la stanno distruggendo. Forse che su queste pagine si potrebbe aprire un dibattito e, chissà, qualche soluzione potrebbe emergere.

Massimo Vidal – Mestre

 

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