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Grido d’allarme della Confesercenti: «Dobbiamo portare i grandi marchi in centro a Mestre»

H&M? C’è. Terranova? Anche. Poi ci sono Mango e Pimkie. Manca insomma Zara e l’album delle principali multinazionali dell’abbigliamento low cost presenti nella terraferma veneziana è completo. Un attimo, però. Zara sta per arrivare: sarà al Blo, quando il centro commerciale di Marghera aprirà i battenti (si suppone fra un mesetto circa). E allora sì che il contenitore sarà colmo e Mestre, oltre 200mila abitanti, ospiterà le più rinomate case, tutte straniere, della moda di qualità e a basso costo. Una bella notizia, si potrebbe dire, se non fosse che queste realtà si sono posizionate all’interno di spazi medio-grandi, perché il loro format di vendita contempla locali di una certa dimensione. Ma dove trovare queste metrature? Ovviamente nei centri commerciali, vera e propria spada di Damocle per il commercio mestrino. Insomma, l’arrivo di Zara a Marghera determina un altro duro colpo per i negozi d’abbigliamento che sono sempre più a rischio chiusura. Solo fra piazza Ferretto e le zone limitrofe rappresentano un quarto dei circa mille negozi attivi ma non possono competere con prezzi e strategie delle multinazionali low cost che dominano all’interno dell’Auchan con Terranova, H&M e Pimkie, al centro Le Barche con Mango e ancora H&Me, fra poco, al Blo con il più potente di tutti, Zara, già presente alla Carrefour di Marcon.

“Stiamo parlando di realtà internazionali che, al contrario di quello che in molti pensano, competono sul lato dell’innovazione – spiega Michele Lacchin della Confesercenti – Queste sono aziende low cost e high value, enon low price. Ciò significa che il prodotto è di qualità ma grazie a una organizzazione ben studiata è possibile venderlo a prezzi più accessibili. È lo stesso concetto di Ikea, che ti fornisce un prodotto discreto ed economico ma te lo fa montare».

Insomma, accessori e vestiti dei vari Zara oH&M non sono inferiori ad altri marchi, tanto più che molte delle loro collezioni sono state disegnate da stilisti famosi (vedi Versace o Roberto Cavalli perH&M). In più anche l’ambientazione e il servizio al cliente sono soddisfacenti. I grandi spazi, poi, sono indispensabili per fare i grandi numeri. Ora, con l’arrivo di Zara, lo shopping si sposterà ancor più all’esterno di una città che invece avrebbe bisogno di poli d’attrazione di grande richiamo. Che fare?

«A Mestre – prosegue Lacchin – adesso come adesso ci sarebbero strutture di media grandezza capaci di ospitare queste aziende. Penso all’M9, all’area dell’ex Umberto Primo o anche allo spazio rimasto vuoto dopo la chiusura del cinema Excelsior. A mio giudizio esiste la possibilità di portare in centro questi colossi della moda low cost a tutto vantaggio del commercio cittadino ».

(g.cod.)

 

  1. 1 Comment

    • Greg says:

      Purtroppo la grossa” colonia ” commerciale ha distrutto,le piccole attività commerciali.Non vedo di far entrare altri colossi anche nella citta.Il monopolio commerciale è loro-per noi non resta che guardare i “Titani” che si combattono.Io personalmente sono un piccolo commerciante ambulante,credo che l,area ex Umberto Primo sia adatta a noi Ambulantato,creata in maniera logica(non come il Parco Ponci).I cittadini a differenza di quanto si creda,piace la tradizione del mercato,essendo gente di una certa età,diamo un servizio in maniera semplice simpatica senza dover correre al di fuori della città!!!!Comunque Zara non è competitivo per i prezzi,anzi…..

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