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La stazione di Montebelluna ieri pomeriggio al centro dell’ennesimo disservizio per pendolari e studenti Montebelluna

Treni a pezzi: dal ritardo alla beffa

Cancellata la corsa per Padova, gli studenti dirottano su Treviso ma devono scendere: altro guasto

Giornata da incubo per gli studenti e i pendolari che ieri, alle 12.10, avrebbero dovuto prendere il treno proveniente da Belluno per recarsi all’Università di Padova. Dopo i contrattempi del giorno prima, quando erano stati registrati ritardi superiori ai 55 minuti per motivi non del tutto chiariti, ieri gli studenti, una volta giunti alla stazione ferroviaria di Montebelluna, sono stati raggelati dal display: la loro corsa era stata cancellata per un danno meccanico del treno proveniente da Belluno, rimasto miseramente fermo sui binari.

Gli studenti, tuttavia, avevano in alternativa la possibilità di poter usufruire della tratta alternativa per Treviso con susseguente coincidenza per Padova. Una volta timbrati gli abbonamenti e saliti sul treno diretto a Treviso, i pendolari, per lo più studenti, sono stati nuovamente beffati.

«Una donna addetta ai controlli del biglietto -racconta una delle vittime dell’ennesimo disservizio- ci ha invitati a scendere dalle vetture in quanto anche questo treno aveva problemi tecnici e pertanto non poteva muoversi. Con grande rabbia siamo scesi, costretti ad aspettare il treno successivo proveniente da Belluno previsto per le 14.10, quando a Montebelluna sarebbe invece transitato alle 14.22. Molti di noi hanno perso lezioni fondamentali, ma sicuramente non verremo risarciti. La cosa più preoccupante è che noi pendolari continuiamo a pagare l’abbonamento (il mio ammonta a 58.60 euro) mentre il servizio che ci viene offerto non è assolutamente adeguato. Senza contare il sovraffollamento dei vagoni. Per noi pendolari costretti ad usare il treno i problemi continuano ad aumentare con ulteriori danni economici che aggravano il bilancio economico delle nostre famiglie».

Da rilevare che il guasto di ieri mattina tra Belluno e Montebelluna ha appiedato anche una colorita comitiva di bambini dell’asilo Sanguinazzi di Feltre che aveva programmato una gita a Bribano: la loro prima esperienza di viaggiatori è naufragata miseramente nel viaggio di ritorno, costretti a scendere e a proseguire verso Feltre solo grazie alla sensibilità di un autista della Dolomitibus.

 

LA PROTESTA – Sbarre abbassate, città paralizzata: anche il sindaco esige spiegazioni

MONTEBELLUNA – Sbarre abbassate e città paralizzata: il sindaco è sul piede di guerra. In un primo momento aveva annunciato una diffida alle Ferrovie dello stato, poi è prevalso l’animo pacifico di Marzio Favero, che ha deciso di limitarsi, per ora, a scrivere in Regione e alle Ferrovie chiedendo un incontro urgente.

Ieri mattina, infatti, il problema dell’abbassamento a oltranza, per un guasto meccanico a una motrice, delle sbarre del passaggio a livello di via Piave ha determinato code e ingorghi, in particolare in via Gazie e in via Galilei. Sbarre giù dalle 8.10 alle 8.25, ma molto di più c’è voluto per smaltire le lunghe code.

«Già da tempo -dice Favero- i cittadini si vanno lamentando dei tempi d’attesa al passaggio a livello. Ma questa mattina le cose sono andate addirittura peggio del solito. Le code generate dal passaggio a livello si sono estese per chilometri, generando inesorabilmente inversioni a U e riversamento su vie laterali. Le code sono arrivate oltre i Pilastroni e fino al sottopasso ferroviario dalla strada provinciale 100».

Sulla questione Favero si era già mosso, ma non è bastato. «Assieme agli altri sindaci -aggiunge Favero- ho sottoscritto un documento per segnalare all’assessore regionale Chisso il perdurare di una situazione di disagio che, però, ormai, pare addirittura aggravarsi, anche al passaggio a livello di San Gaetano».

Secondo il sindaco, invece, la situazione potrebbe migliorare con una razionalizzazione delle centraline in attesa che sia realizzato il sottopasso ferroviario. «Mi chiedo -conclude- se siano sempre dell’avviso che non serve coloro che mi attaccarono un anno e mezzo fa».

Laura Bon

 

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