Segui @OpzioneZero Gli aggiornamenti principali anche su Facebook e Twitter. Clicca su "Mi piace" o "Segui".

Questo sito utilizza cookie di profilazione, propri o di terze parti per rendere migliore l'esperienza d'uso degli utenti. Continuando la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni cliccare qui



Sostieni la battaglia contro l'inceneritore di Fusina, contribuisci alle spese legali per il ricorso al Consiglio di Stato. Versamento su cc intestato a Opzione Zero IBAN IT12C0501812101000017280280 causale "Sottoscrizione per ricorso Consiglio di Stato contro inceneritore Fusina" Per maggiori informazioni cliccare qui

Cavarzere. Un preavviso di diniego è stato inviato ai gestori che ora hanno dieci giorni per contestarlo

CAVARZERE «Non spetta ai privati la programmazione degli impianti di smaltimento rifiuti». Da quando è scoppiato il “caso” della centrale a biogas di Revoltante è stato questo uno degli argomenti principali usati dagli ambientalisti per sostenere la loro contrarietà al progetto. Ora lo stesso argomento viene usato dagli uffici regionali nel preavviso di diniego inviato venerdì alla società Martinelle energia e al Comune di Cavarzere. In sostanza il Settore Tutela Atmosfera della Regione, a cui la società, il 14 febbraio scorso, aveva presentato domanda di autorizzazione, preannuncia che l’impianto non sarà autorizzato anche se, come prevede la legge, concede un termine di dieci giorni entro cui la Martinelle energia potrà presentare osservazioni per far riconsiderare il parere negativo. La premessa logica del diniego regionale è che non si tratta di una modifica all’impianto esistente, ma di un nuovo impianto. Il cambiamento di alimentazione, da biomasse vegetali (attualmente) a rifiuti umidi trattati (come richiesto per il futuro) è, contrariamente a quanto afferma la Martinelle energia, «modifica sostanziale», così definita dalla legge, proprio perché cambia il combustibile utilizzato. Ne consegue che l’impianto, a questo punto nuovo, dovrebbe essere inserito nella programmazione che spetta agli Ambiti territoriali omogenei, istituiti dalla Regione, e ai costituendi consigli di bacino, ma non ai privati.

Nei giorni scorsi, dopo le proteste dei comitati ambientalisti e dei cittadini delle frazioni interessate, si erano susseguite le prese di posizione politica contrarie all’impianto. In consiglio comunale, giovedì, maggioranza e opposizione avevano votato un documento unitario e se l’assenza di tre consiglieri (Giacomo Busatto, Lega; Riccardo Tosello, Forza Italia; Amedeo Bernello, Pdl, quest’ultimo cointeressato come proprietario dei terreni su cui sorge l’impianto) aveva tolto un po’ di vigore al no secco del Comune, ma le immediate prese di posizione dei consiglieri regionali Giovanni Furlanetto (Prima il Veneto) e Luca Baggio (Lega Nord) che promettevano interrogazioni e controlli, l’avevano rafforzato. E venerdì è arrivato il primo no di tipo tecnico che fa cantare vittoria agli ambientalisti che, però, restano ancora in guardia: «Aspettiamo questi dieci giorni, poi sarà una vittoria di tutti i cittadini».

Diego Degan

 

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Copyrights © 2012-2015 by Opzione Zero

Per leggere la Privacy policy cliccare qui