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Primo firmatario Lucio Pelizzato: «Lo aspettavo da tempo ora, se capita, speriamo di non trovare medici obiettori»

Molte richieste all’Urp, il consiglio del notaio Doria: «Nominare anche un fiduciario»

«Aspettavo da tempo la possibilità di fare testamento biologico e quando ho letto la notizia su “La Nuova” ho subito chiamato per sapere come potevo fare: se servirà, spero di trovare il medico giusto, che rispetti le mie volontà, perché in Italia siamo messi male e si rischia di finire come quella poveretta costretta dai dottori obiettori ad abortire in un bagno».

Lucio Pelizzato – volto noto della libreria La Toletta – esce dall’Ufficio relazioni con il pubblico di Ca’ Farsetti con in mano la sua “Dat”, dichiarazione anticipata di trattamento, con la quale ha messo nero su bianco – davanti al notaio Pierpaolo Doria – che in caso di malattia incurabile o coma vuol essere lasciato andare: «Serve una legge nazionale, ma intanto sono contento di aver firmato questo testamento biologico ed aver nominato mio nipote Giovanni, fiduciario: non voglio che si “accaniscano” quando arriverà la mia ora». Firmato: con marca da bollo da 16 euro, che bisogna portarsi appresso, ma che è anche l’unica spesa.

Ieri, a Venezia, l’inaugurazione del servizio – frutto di una lunga battaglia laica da parte di associazione Coscioni, radicali, socialisti, sinistra – che da aprile sarà attivo ogni secondo martedì del mese a Venezia e ogni secondo giovedì del mese a Mestre (sempre all’Urp, in via Cardinal Massaia), dalle 15 alle 17 : obbligatoria la prenotazione (041 274/8080 Venezia) e (041/2749090 Mestre).

Domani quindi si inizia anche a Mestre. «Abbiamo previsto sei appuntamenti per ogni giornata», spiega la responsabile dell’Urp Monica Busetto, «e abbiamo già tutto prenotato fino all’inizio di giugno, ricevendo anche molte richieste di informazioni». Il servizio si fonda su una convenzione tra Comune e Consiglio notarile di Venezia, che offre il servizio gratuitamente: molti obiettori, come nel caso dei troppi medici che stanno mettendo a rischio la 194? «Diciamo che l’adesione è su base volontaria e se più colleghi dessero la loro disponibilità potremmo offrire un servizio più diffuso», osserva il notaio Pierpaolo Doria, «pur mancando una legge nazionale, questa è una opportunità concreta per dichiarare le proprie volontà, confidando nel fatto che i medici ne tengano conto. Non abbiamo predisposto un “modulo”, proprio perché si tratta di decisioni molto personali».

Compresa – se si vuole – donazione di organi o del proprio corpo alla ricerca. Ma come far sapere al medico le proprie volontà? La registrazione della Dat viene condivisa con gli uffici comunali ai quali l’Asl 12 potrà fare richiesta: «Ma ipotizzando che questa verifica volontaria non sia fatta dall’Asl, meglio – se possibile – nominare una persona cara come fiduciario, che testimoni queste volontà ai medici», conclude Doria. In ogni caso, uno schema di dichiarazione si può trovare sul sito del Consiglio notarile di Venezia o della fondazione Veronesi, (info www.comune.venezia.it).

«Diciamo che forse, con una dichiarazione così, Eluana Englaro non sarebbe stata costretta a subire quel che ha subito per 17 anni», commenta il consigliere Sebastiano Bonzio, primo firmatario della delibera.

Nell’androne di Ca’ Farsetti arrivano anche Giulio Marceglia e la moglie Cristina: «Non vogliamo accanimenti terapeutici, non vogliamo finire la nostra vita attaccati a fili, macchine e tubicini: l’abbiamo sempre detto e finalmente possiamo testimoniarlo», commenta il signor Giulio, «più che morire spaventa una “cattiva” morte: la qualità della vita, di quello che siamo, dipende anche da questo».

Roberta De Rossi

 

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