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Nuova Venezia – Coldiretti: no alla mafia nel piatto.

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

20

mar

2014

Nasce l’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura, sarà guidata da Gian Carlo Caselli

ROMA – Chi se lo aspetterebbe di trovare in vendita nell’europea Bruxelles, sede del Parlamento Ue, la salsa “Maffia”? Un intruglio per condire patatine a base di olio di colza, rosso d’uovo, aceto, polvere di cipolla e spezie indefinite. Eppure è sugli scaffali dei supermercati del Belgio, così come le noccioline “Chilli Mafia” sono in vendita nel Regno Unito, il “Caffè Mafiozzo” in Bulgaria, i sigari “Al Capone” in Olanda, il sugo “Cosa nostra” in California.

A censire la lista degli esempi più scandalosi di prodotti agroalimentari venduti in Europa e nel mondo con nomi che richiamo la criminalità organizzata, è la Coldiretti. L’organizzazione delle imprese agricole ieri ha presentato anche la nascita dell’“Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”.

«Il volume d’affari dell’agromafia lo scorso anno è stato di 14 miliardi di euro, e di mezzo miliardo nei primi due mesi del 2014 – dice il presidente Coldiretti, Roberto Moncalvo – in sostanza l’agromafia cresce più dell’economia italiana. Nella fornitura di prodotti a mercati, supermercati, bar e ristoranti mette le mani, direttamente o indirettamente, la criminalità organizzata. Le frodi alimentari dall’inizio della crisi sono triplicate. È un mercato dell’orrore che rovina l’immagine dell’Italia».

Proprio per dare un contributo alla cura di questa immagine, Coldiretti ha chiamato alla guida del comitato scientifico dell’Osservatorio l’ex procuratore Gian Carlo Caselli.

«Obiettivo dell’osservatorio – spiega – è individuare la presenza, gli interventi delle mafie e qualsiasi opacità nell’ambito agroalimentare, perché il nostro interesse ultimo è la difesa dell’agricoltura italiana».

In sinergia con l’Osservatorio lavoreranno anche i dicasteri della Giustizia e dell’Agricoltura, un impegno garantito personalmente dai ministri Andrea Orlando e Maurizio Martina.

Per dare un esempio dell’intensa attività criminale, Coldiretti ricorda che dall’inizio dell’anno gli agenti della Dia di Caltanissetta hanno sequestrato beni per un valore di 45 milioni di euro (di cui facevano parte 10 imprese, 25 fabbricati, 150 ettari di terreni), e conti correnti bancari, tutti riconducibili ad un imprenditore della provincia di Palermo.

Mentre a Roma i carabinieri hanno sequestrato 23 locali tra ristoranti-pizzerie e bar, dal più noto “Pizza Ciro” in via delle Mercede ma anche “Ciro & Ciro”, “Zio Ciro”, “Pummarola e Drink”, “Sugo” e la gelateria “Ciucculà” al Pantheon.

Per effetto della crisi economica gli affari della criminalità si espandono fino a coinvolgere anche i disoccupati. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, infatti, sei disoccupati su dieci sono disposti ad accettare un lavoro in un’attività messa su dal denaro riciclato delle organizzazioni criminali. Mentre un italiano su cinque mangerebbe in una pizzeria gestita da clan se i prezzi fossero molto convenienti.

Annalisa D’Aprile

 

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