Mattino di Padova – I sindaci: “Pagate il Consorzio di bonifica”
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22
mar
2014
Appello alla Regione dai Comuni attraversati dallo scolo Altipiano, i progetti sono rallentati
PIOVE DI SACCO. I sindaci dei Comuni attraversati dallo scolo Altipiano hanno inviato una lettera alla Regione per sollecitare l’approvazione degli ultimi progetti per i lavori di ricalibratura del canale e soprattutto per accorciare i tempi di rimborso degli investimenti anticipati dal Consorzio di bonifica Bacchiglione.
È stato proprio il Consorzio, attraverso il presidente Eugenio Zaggia, a chiedere ai sindaci di fare fronte unito: diversamente si rischia un ritardo nel completamento dei lavori, circostanza che potrebbe mettere a rischio la sicurezza idraulica del territorio.
Oltre alla ricalibratura dello scolo Altipiano, il progetto complessivo comprende la realizzazione di una nuova idrovora a Conche di Codevigo, ma anche questa, senza nuovi finanziamenti, può essere costruita solo in parte, ottenendo una portata di cinque metri cubi d’acqua al secondo invece degli undici previsti e necessari a scongiurare esondazioni ed allagamenti.
«Il notevole beneficio per il territorio conseguente alla realizzazione degli interventi», scrivono i sindaci di Piove di Sacco, Arzergrande, Bovolenta, Brugine, Polverara, Pontelongo, Correzzola e Codevigo, «rischia di essere vanificato o ritardato: dal momento che il Consorzio vanta crediti per otto milioni di euro dalla Regione, premessa irrinunciabile per l’avanzamento degli interventi è il rimborso da parte della Regione delle somme anticipate dal Consorzio in tempi certi e accettabili (ad esempio quattro mesi mentre di anno in anno si dilatano sempre di più superando ormai i 12 mesi).
Viceversa il Consorzio di bonifica si troverà costretto, suo malgrado, a programmare gli interventi, rimodulandoli e suddividendoli in stralci funzionali, per contenere l’esposizione finanziaria entro una soglia compatibile con il bilancio dell’ente. Inoltre deve essere completato il finanziamento della nuova idrovora di Conche».
Elena Livieri