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Gazzettino – Citta’ metropolitana, chi vince e chi perde

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

28

mar

2014

POLITICA E ISTITUZIONI – Orsoni “supersindaco”, Zaccariotto grande sconfitta

Il disegno di legge Delrio sull’abolizione delle Province cambia lo scenario politico veneziano: da un lato mette alla porta Francesca Zaccariotto (che parla di “schiaffo alle istituzioni”), in carica a titolo gratuito per la gestione provvisoria dell’ente fino a fine anno, dall’altra promuove il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, che dal 1° gennaio assumerà anche la carica di sindaco metropolitano. Entro il 30 settembre Orsoni dovrà indire le elezioni del consiglio metropolitano, ma anche allestire l’insediamento della conferenza metropolitana, che dovrà comporre lo statuto metropolitano. Il consiglio metropolitano, invece, sarà composto dal sindaco metropolitano e da 18 consiglieri che verranno eletti tra i sindaci e i consiglieri comunali in carica.

 

LE ELEZIONI DEI DUE NUOVI ORGANI Conferenza metropolitana e Consiglio metropolitano

LA RIVOLUZIONE – L’abolizione delle Province lascia spazio alla “grande Venezia”

I TEMPI – Entro il 31 dicembre va approvato lo statuto del nuovo ente

FALSITÀ – La presidente Zaccariotto contesta i risultati del Ddl Delrio: «Nessun risparmio, si creano 24mila nuovi consiglieri comunali al posto dei 3mila provinciali»

La Città metropolitana “incorona” Orsoni

Ecco le conseguenze per Venezia del ddl Delrio. Poteri al sindaco dal 1° gennaio

Cambio di programma per la Città Metropolitana di Venezia. Il voto di fiducia del Senato al ddl “Delrio” sull’abolizione delle Province, ha portato modifiche sostanziali alla staffetta tra Provincia e Città Metropolitana. Su tutte, la retromarcia sulla gestione commissariale per Francesca Zaccariotto. Il disegno di legge prevede infatti che il presidente e la giunta provinciale rimangano in carica, a titolo gratuito, fino al 31 dicembre, ma solo per la gestione provvisoria dell’ente. Per la Zaccariotto, questo non vuol dire altro che «pagare stipendi e utenze». Niente gestione del passaggio, quindi, ma anche zero possibilità di partecipare alla formazione del nuovo ente metropolitano, che dalla Provincia erediterà tutto: beni mobili e immobili, dipendenti e territorio.

Con la Zaccariotto fuori dei giochi, il pallino viene consegnato direttamente nelle mani del sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, che dal primo gennaio 2015 assumerà anche la carica di sindaco metropolitano. Prima di allora, ed entro il 30 settembre, il sindaco di Venezia dovrà indire le elezioni del consiglio metropolitano, ma anche allestire l’insediamento della conferenza metropolitana.

Si tratta di due organi distinti. La conferenza metropolitana, formata dal sindaco di Venezia e dai sindaci della provincia, sarà chiamata a comporre lo statuto metropolitano, il regolamento della futura Città Metropolitana.

Il consiglio metropolitano, invece, sarà composto dal sindaco metropolitano e da 18 consiglieri che verranno eletti tra i sindaci e i consiglieri comunali in carica. A votare saranno proprio sindaci e consiglieri comunali. Niente voto popolare, quindi, ma una consultazione “interna”, basato su un sistema di voto chiamato “ponderato”, dove, cioè, i voti verrano pesati in relazione alla popolazione del cui Comune l’elettore è sindaco o consigliere. Entro il 31 dicembre 2014, il consiglio metropolitano dovrà approvare lo statuto metropolitano, altrimenti – paradosso dei paradossi – la Città Metropolitana partirà con lo statuto della vecchia Provincia. Se lo statuto non arriverà neppure entro il 30 giugno 2015, si procederà con il commissariamento dell’ente.

I punti “fermi” del disegno di legge “Delrio” rimangono tuttavia due. Il primo è la data di partenza della Città Metropolitana: 1° gennaio 2015; il secondo riguarda invece la carica di sindaco metropolitano. Il testo uscito dal Senato blinda di fatto la posizione del sindaco di Venezia, che di diritto sarà anche sindaco metropolitano.

L’unica possibilità di avere l’elezione diretta del sindaco metropolitano è infatti legata alla possibilità che il consiglio comunale di Venezia chieda di dividere la città in più Comuni. Nei fatti, un’eventualità oggi lontana dalla realtà, a prescindere dal referendum promosso dai comitati di Mestre e Venezia. Il testo passerà ora alla Camera. Se non ci saranno ulteriori modifiche, sarà presto legge e la Città Metropolitana di Venezia sarà più vicina.

 

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