Gazzettino – Marghera. Tre anni e mezzo e 200 milioni per cambiare volto alla chimica.
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apr
2014
Tre anni e mezzo di tempo. È questa la previsione per il nuovo impianto di Versalis a Porto Marghera, che verrà realizzato in collaborazione con l’americana Elevance Renewable Sciences. «Sarà pronto per la fine del 2017» conferma Sergio Lombardini, direttore R&S e Innovazione Tecnologica di Eni Versalis, ieri intervenuto al convegno «Green news day Veneto, green jobs contro la crisi», al Vega di Marghera.
Un investimento da 200 milioni, che traghetterà Porto Marghera verso la “chimica verde” e che permetterà di mantenere l’attuale occupazione nell’impianto di cracking, 390 addetti, ai quali si aggiungeranno 90 assunzioni per il nuovo impianto.
«Il maggior valore del progetto – sottolinea Lombardini – sta proprio nell’integrazione tra il nuovo e i processi esistenti, senza scordare che ben il 90% dell’alimentazione del prossimo sito verrà da materie prime rinnovabili».
Lo scetticismo è però sempre in agguato, la palla al piede è sempre la stessa, la burocrazia. Versalis, però, punta a un accordo lampo con la Regione, sul modello di quanto avvenuto a Porto Torres, in Sardegna, per il progetto Matrica, nato dalla joint venture tra Versalis e Novamont, altro esempio di rilancio della chimica.
«Entro la fine dell’anno – prevede Lombardini – inizieremo a depositare le richieste di autorizzazione. Se riusciremo a trovare un accordo veloce con la Regione, alla stregua di quanto avvenuto in Sardegna, avremo tutte le autorizzazioni entro 6 mesi, quindi per metà del prossimo anno».
Versalis ha già individuato i terreni che potrebbero ospitare il nuovo impianto, si tratta di aree già di proprietà dell’Eni, come, ad esempio, quella vicino al parco serbatoi sud. Essenziale che abbiano la possibilità di ospitare una banchina e che siano già pronti all’uso, con minimi interventi di bonifica.
Di certo, l’investimento di Eni su Porto Marghera permetterà di avviare una produzione così innovativa da non temere rivali sul mercato. Si creerà quella che Lombardini definisce una «barriera tecnologica alla competizione». La collaborazione con Elevance porterà allo sviluppo di nuove molecole e di un prodotto unico al mondo, il gap tecnologico eviterà la guerra dei costi. Una guerra che, chi produce in Italia, è facilmente destinato a perdere.
(m.dor.)