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CITTÀ METROPOLITANA »I PRIMI ADEMPIMENTI

Martella: finalmente si parte, ora l’obiettivo è l’allargamento a Padova e Treviso. Zaccariotto: pensiamo ai contenuti

La Città metropolitana muove i primi passi. C’è tempo fino a dicembre per approvare il nuovo statuto, ma il sindaco Giorgio Orsoni, tra gli artefici della proposta convertita in legge dal Parlamento, intende bruciare le tappe. Toccherà a lui l’iniziativa per convocare gli altri sindaci e procedere alla nomina del nuovo Consiglio metropolitano e poi all’approvazione dello statuto. Dal primo gennaio, in quanto sindaco della città capoluogo, diventerà «sindaco metropolitano ». Già la settimana prossima, annuncia, saranno avviati i primi contatti per istituire un tavolo operativo.

«Con quello che rimane della Provincia», spiega Orsoni, «con cui ho intenzione di collaborare. Ma anche con la Regione. Intendiamo coinvolgere Palazzo Balbi, perché questa nuova proposta ora diventata legge dello Stato non dovrà essere vista in contrapposizione con la Regione, anzi».

«La nuova Città metropolitana, continua il sindaco, «rappresenta una svolta storica nell’organizzazione dello Stato, perché non è stato creato un nuovo organismo ma è scomparso con le Province un livello di possibile conflittualità. Cambia la cultura dei rapporti tra gli enti pubblici nel segno del risparmio e della semplificazione. E questo non potrà essere che positivo per i cittadini».

Per avviare la macchina si dovrà attendere l’esito delle prossime elezioni di maggio. Le Europee, per il loro significato politico, ma anche le amministrative perché molti dei comuni interessati cambieranno amministrazione.

«La prima convocazione sarà ai primi di giugno », anticipa Orsoni, «poi bisognerà lavorare intensamente allo Statuto».

Nel frattempo, entro il mese di aprile, sarà convocata dall’Anci una conferenza nazionale delle nuove Città metropolitane. Insomma, si parte. E i referendum per la separazione dei Comuni? Orsoni ha già annunciato un possibile ricorso al Tar per l’ «illegittimità» del quesito, superato dalla nuova legge. «Ma anche al di là delle schermaglie procedurali», dice, «saremmo di fronte a un paradosso: anche se la separazione dovesse vincere, il sindaco metropolitano sarà sempre il sindaco di Venezia. E Mestre diventerebbe ancora di più marginale ».

Secondo Carlo Rubini, tra i promotori della Città metropolitana negli anni Novanta, la nuova legge approvata ora in via definitiva prevede già una divisione interna del comune capoluogo e di per se stessa boccia la meritevolezza del nuovo referendum separatista, rendendo superata la sua procedura ».

«Una riforma che finalmente riordina gli enti locali», commenta il deputato veneziano del Pd Andrea Martella, «che consente un risparmio della spesa pubblica e non solo assorbe i poteri delle Province mali allarga anche dal punto di vista dei confini. Si apre un nuovo scenario che dovrà avere come suo ulteriore sviluppo quello della creazione dell’area metropolitana con Padova e Treviso».

La «Patreve», l’area metropolitana vasta, come obiettivo strategico. «Se sarà un progetto condiviso dagli interessati certo non mi metterò di traverso», dice Orsoni, «e poi sta nelle cose. Le nostre tre città, come ha dimostrato la recente indagine della Camera di commercio, sono l’area più forte della regione ».

«La nuova Città Metropolitana », dice il senatore Felice Casson, «dovrà coordinarsi con la Legge Speciale ed essere un punto di partenza verso al Città metropolitana vera, quella con Padova e Treviso».

«La Città metropolitana è ancora una scatola vuota, bisogna riempirla di contenuti», dice la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto. Che riguarda il suo ruolo di «traghettatore » verso la nuova realtà e propone al sindaco di «fare squadra» con Provincia e Regione. «Le nostre categorie e le imprese del territorio hanno attese enormi. E il progetto atteso da vent’anni non deve fallire. Venezia dovrà essere modello per le altre città metropolitane ».

Alberto Vitucci

 

le funzioni

Governo unitario dei servizi e piano triennale del territorio

Sono trascorsi 24 anni dall’entrata in vigore della legge sulle Autonomie locali, che prevedeva l’istituzione delle Città metropolitane. Correva l’anno 1990, ventiquattro anni dopo, si comincia. Non si tratta purtroppo di quella Città metropolitana che viviamo quotidianamente compresa tra le province di Venezia, Padova e Treviso, già “certificata” dall’Ocse, bensì di un’area molto più ristretta, che coincide con i confini dell’attuale provincia. Comunque sia, si parte. Ma cosa farà la Città metropolitana? Quali saranno gli organi di governo? Una sintesi è stata elaborata dal Gruppo parlamentare del Pd della Camera.

Gli organi della città metropolitana sono tre: sindaco, Consiglio metropolitano, Conferenza metropolitana. Non è prevista la costituzione della giunta, ma è data la facoltà al sindaco di nominare un vicesindaco e uno o più consiglieri delegati. Il sindaco metropolitano è di diritto il sindaco del comune di Venezia: è il rappresentante della città metropolitana e ha il compito di convocare e presiedere il Consigliometropolitano e la conferenza metropolitana.

La Città metropolitana erediterà le funzioni fondamentali delle Province, nonché le seguenti ulteriori funzioni fondamentali: a) adozione e aggiornamento annuale di un piano strategico triennale del territorio metropolitano (atto di indirizzo per gli enti del territorio metropolitano); b) pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture appartenenti alla competenza della comunità metropolitana, anche fissando vincoli e obiettivi all’attività e all’esercizio delle funzioni dei comuni ricompresi nel territorio metropolitano; c) strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano. D’intesa con i comuni interessati, la città metropolitanapuò esercitare le funzioni di predisposizione dei documenti di gara, di stazione appaltante, di monitoraggio dei contratti di servizio e di organizzazione di concorsi e procedure selettive; d)mobilità e viabilità, anche assicurando la compatibilità e la coerenza della pianificazione urbanistica comunale nell’ambito metropolitano; e) promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale; f) promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione. Lo Stato e le regioni potranno attribuire ulteriori funzioni Come si finanzierà la Metropoli? Erediterà il patrimonio, il personale e le risorse strumentali della provincia.

 

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