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Petizione dei pendolari: accesso più sicuro, rampe anti-scivolo e più copertura

Avm annuncia l’installazione di telecamere per la sorveglianza dell’ingresso

Nuovo parcheggio per le biciclette alla stazione ferroviaria, primo giorno di apertura tra opinioni differenti – c’è chi lo promuove e chi lo boccia – e slalom: quelli che bisogna fare tra gli archetti-stradali con la bicicletta portata a mano per raggiungere, a cinque metri e mezzo d’altezza, il piano dove lasciare la due-ruote. Ieri, oltre ai pendolari, anche i vertici di Avm hanno fatto un sopralluogo per verificare come è andato l’esordio. E se c’è una cosa che già si può dire con certezza è che Avm ha già deciso di predisporre un sistema di video-sorveglianza, con un paio di telecamere che verranno installate sulla rampa d’accesso al parcheggio. Perché il custode – la sorveglianza è garantita dalla cooperativa “il Cerchio” – non è che possa associare con certezza i volti di 800 persone ad altrettante biciclette, e perché anche se di notte l’ingresso è chiuso con un cancello, non è che risulti così difficile scavalcare e salire. Nella giornata di ieri sono state circa cento le persone che hanno trasferito la bicicletta dal vecchio al nuovo bicipark. Per farlo c’è tempo per tutta la settimana: poi da lunedì il bicipark di piazzale Favretti, che sarà abbattuto per realizzare un hotel, sarà definitivamente chiuso. I pendolari che ogni giorno si spostano in bicicletta da e per la stazione di Mestre – sono circa 400 quelli in abbonamento – e che hanno spesso i secondi contati, hanno aguzzato la vista e annotato quello che non va nella struttura. E hanno deciso di promuovere una petizione che ieri ha raccolto le prime sottoscrizioni. «Vogliamo far sentire la nostra voce», spiega Lucia Panareo, del comitato dei pendolari «per far apportare i miglioramenti necessari per una fruizione in sicurezza e tranquillità ».

Sono sette le richieste dei pendolari: pista ciclabile per arrivare al bicipark, apertura di un accesso diretto alla stazione ferroviaria, miglioramento dell’accesso lato strada, per evitare una pericolosa immissione diretta nel traffico di Via Trento, rimozione dei cartelli segnaletici sulla rampa che costringono allo slalom, copertura della rampa di accesso con materiale antiscivolo; installazione di telecamere per la sorveglianza notturna, e infine l’allargamento del marciapiede. Nonèunpunto della petizione, ma c’è anche chi sottolinea come parte delle rastrelliere, quelle più verso la stazione, siano esposte alle intemperie. Da sottolineare anche anche che nonostante l’apertura del nuovo e più capiente bicipark (il costo è di 50 cent al giorno, 10 euro al mese) continua l’abitudine di parcheggiare le bici a casaccio davanti al piazzale della stazione. E ieri ce n’erano più del solito: appoggiate ai cartelli stradali, nel piccolo spazio verde della stazione del bike sharing. Tra i pendolari c’è chi sostiene che sia anche dovuto al fatto che, rispetto all’ingresso della stazione, il nuovo bicipark sia troppo lontano, quanto meno più lontano di quello di piazzale Favretti. E considerando che la mattina sono tutti di fretta, a molti risulta più semplice lasciare la bici nel primo buco libero.

Francesco Furlan

 

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