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ROMANO – Nuova Valsugana, trasferta a Bruxelles per consegnare le sottoscrizioni contro l’opera

Seimila firme traforano il progetto

Labc e Gamma 5 accolti dall’eurodeputato Zanoni: adesso sperano nell’Europa

QUEI 12 CHILOMETRI – La contrarietà al lungo tunnel nel cuore del Grappa

Seimila firme a tutela del Monte Grappa sono arrivate in questi giorni a Bruxelles, destinazione Parlamento Europeo, grazie al viaggio di Maria Pia Farronato, portavoce dell’associazione Laboratorio Civico di Romano d’Ezzelino, insieme a Luca Trevisan di Radio Gamma 5 e del gruppo Liberi cittadini per il Grappa.
I due sono stati accolti da Andrea Zanoni, eurodeputato Pd e membro della commissione Ambiente, che sin dallo scorso 22 agosto, dopo aver effettuato un sopralluogo sulla zona, si è unito al coro della protesta. La petizione, insieme a uno studio del Labc sull’importanza naturalistica e sulle criticità geologiche del Massiccio del Monte Grappa, è finita direttamente nelle mani di Giorgio Mussa, vicepresidente della Commissione Petizioni del Parlamento europeo, che ha accolto gli ospiti su delega della presidente Erminia Mazzoni, impegnata in attività parlamentari.
Sotto accusa è la superstrada a pedaggio Nuova Valsugana, che prevede anche un traforo lungo 12 chilometri nel Massiccio del Grappa, un’area soggetta a vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo 42/, a vincolo idrogeologico forestale, oltre ad essere inserito nell’area di Rete Natura 2000, per la quale una specifica direttiva dell’Unione Europea prevede specifiche tutele. Per questo la petizione è finita proprio a Bruxelles.
«La Nuova Valsugana è un’opera molto invasiva – sostiene Zanoni – che avrà delle ricadute molto importanti sull’ambiente e l’intero assetto idrologico. Bisogna ripensare l’intera progettualità delle grandi opere e fare solo quelle di cui i cittadini hanno veramente bisogno».
Maria Pia Farronato e Luca Trevisan ribadiscono quindi a gran voce a gran voce la necessità di fermare «l’ennesima grande opera inutile dannosa e costosa che si vuole imporre quando, invece, si potrebbe ricorrere a delle alternative molto più sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico» e sottolineano il «paradosso di un simile progetto “alla vigilia del centenario della Grande Guerra che rinverdirà di ricordi ciò che è successo sul nostro Monte Grappa con un traforo di ben 12 chilometri, addirittura più lungo del Monte Bianco, anziché pensare a progettualità di tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico, atte a contribuire ad un rilancio concreto dell’area Pedemontana e dei luoghi della Memoria, perché finalmente consapevoli di essere custodi di un patrimonio culturale unitario che non ha eguali.
Non esistono due paesi uguali e dunque le politiche devono essere fatte su misura per ogni luogo».

 

Ma intanto il progetto passa il vaglio della Via, ora soltanto un colpo di scena può fermarlo

ROMANO – (G.G.) Non resta che sperare in Bruxelles. Non ha dubbi l’eurodeputato Andrea Zanoni, che in occasione della consegna di seimila firme contro la Nuova Valsugana e il traforo del Grappa ha sottolineato un aspetto controverso della questione: «Ancora una volta ho dovuto accompagnare le istanze dei cittadini in Europa – ha spiegato -, uno dei pochi luoghi dove si possa ancora parlare di tutela ambientale e cercare di mettere un freno all’invasione di cemento che stringe come una tenaglia il mio Veneto e l’Italia tutta».
Il probabile riferimento è alla recente approvazione del progetto infrastrutturale da parte della commissione nazionale di Valutazione Impatto Ambientale, che per la prosecuzione dell’opera rappresenta un passo significativo dopo il primo ok arrivato dalla commissione di Via regionale. Ma se in Venezia non c’erano molte speranze, guardando a Roma gli ambientalisti di casa nostra coltivavano qualche speranza in più. Dalla capitale, infatti, erano arrivate subito delle riserve, che però non si sono tradotte in una bocciatura del progetto, ma in una serie di prescrizioni accompagnate al via libera, nelle quali si chiedono rassicurazioni e approfondimenti su inquinamento dell’aria, carsismo, impatto con flora e fauna, inquinamento acustico, piani di circolazione dei mezzi d’opera in fase di cantiere, ma anche interventi di mitigazione, ripristino e compensazione.
Tutte riserve che potrebbero anche influire nella realizzazione dell’opera, ma che di certo non fermeranno l’iter di approvazione. Salvo che un colpo di scena non arrivi proprio dall’Europa.

 

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