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Longarone. Nella prima uscita del comitato “Si-Reg” i dimostranti se la prendono con Trenitalia e anche coi politici veneti «che sbraitano, ma poi non fanno niente»

LONGARONE. Prima uscita ufficiale del comitato “Si-Reg per il passaggio a nordest” con un volantinaggio davanti a Longarone Fiere in occasione della mostra “Il treno delle Dolomiti”. Il gruppo, composto da cittadini e movimenti trasversali, si pone l’obiettivo immediato di riaprire la tratta ferroviaria fino a Longarone e nel lungo termine valorizzare il trasporto su rotaia bellunese in ottica transfrontaliera.

«La prima cosa che chiediamo – dice Max Fiabane, uno dei portavoce del comitato – è la riapertura immediata della tratta fino a Longarone per dare un segnale concreto che non si vuole abbandonare la linea. La scorsa settimana siamo stati a Mestre ad un incontro con i pendolari e la Regione ci ha detto che per ragioni di sicurezza questo non si può fare, perché i treni non possono stare fermi in stazione a Longarone. Allora noi abbiamo ribattuto che si possono mettere dei treni navetta che vanno avanti e indietro, permettendo di agevolare le coincidenze con Padova e Venezia, perché la soluzione del bus sostitutivo va sempre in direzione di un trasporto su gomma che è l’antitesi della politica ferroviaria».

In futuro poi secondo il gruppo è necessario non abbassare la guardia su una tratta che molti vorrebbero dismettere: «Ci dicono – continua Fiabane – che i lavori di manutenzione finiranno a fine luglio e allora si riaprirà finalmente la via fino a Calalzo. La realtà è che qualcuno vorrebbe chiudere tutto e forse ci saranno ulteriori rinvii. Noi invece chiediamo un rilancio, ovvero la prosecuzione della tratta fino a Cortina e Dobbiaco per colmare la lacuna del Veneto che non ha un ingresso verso l’Europa, operazione che si potrà fare solo su rotaia. Altrimenti il destino che ci attende è l’abbandono del territorio, come dimostrato dal costante spopolamento della nostra provincia».

Sul banco degli imputati per il Comitato c’è non solo Trenitalia ma anche gli amministratori regionali: «La colpa di tutto – conclude Fiabane – non è solo imputabile a Trenitalia (che paradossalmente gestisce tramite alcune società delle tratte tedesche con grandissima efficienza) ma anche alla Regione e a tutta la politica: sia quelli che sono nelle stanze dei bottoni sia che coloro che non fanno opposizione o si limitano a strillare nelle piazze. In Regione dicono che è anche un problema economico, ma allora come è possibile che in Veneto ci sono progetti, una specie di “libro dei sogni”, per centinaia di chilometri di strade e superstrade previste da nord a sud con una spesa enorme? Allora i soldi ci sono e qui torniamo ancora una volta alla responsabilità e alle scelte della politica. A livello locale non vogliamo fare polemiche con nessuno ma avere la massima collaborazione con tutti».

Enrico De Col

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