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Caselle. La sfida dei piccoli esercenti del Centro Prisma. «I clienti capiranno»

CASELLE. Sale ancora la tensione al centro Prisma di Caselle, dove da mesi ormai i piccoli negozi si fronteggiano con la grande distribuzione.

Sabato nuova doppia sfida dei cosiddetti “ribelli”, sette piccoli negozi a conduzione familiare, costretti a rimanere aperti durante le domeniche o negli orari di pausa pranzo, pena la possibilità di essere sanzionati.

Sabato Serena Gottardo, titolare di “Arti e cornici”, ha esposto un cartello eloquente alla porta del suo negozio, chiuso per pochi minuti in barba al divieto. «Oggi Arti e Cornici chiude nella pausa pranzo pur essendo multabile di oltre 300 euro dal centro stesso», si legge, «certa di una umana comprensione dei miei clienti, ringrazio fin da ora».

Esposizione breve, durante la pausa pranzo, giusto il tempo di un panino e di una sosta al bagno, di cui il negozio è sprovvisto. Sacrosanto, viene da pensare, eppure ora, come altri piccoli negozi, Gottardo rischia la multa perché lo statuto interno non prevede chiusure in orario di lavoro, esteso dopo la liberalizzazione anche alla pausa pranzo e ai giorni festivi. Impossibile chiudere insomma per chi conduce la sua attività da solo.

Ma la tensione sale anche dopo una lettera, inviata dai “piccoli”, capitanati da Andrea Pantano, titolare di “Lui e Lei abbigliamento”, al presidente del consorzio. I negozianti chiedono l’estensione della sorveglianza a tutte le otto ore di apertura del Prisma.

«Fino ad ora», spiegano, «la guardia arrivava mezz’ora dopo, al mattino e al pomeriggio. Ora però il servizio deve per forza coprire l’intera pausa pranzo del sabato, dalle 12.30 alle 16 e ci chiediamo se non sia solo per vigilare su noi consorziati durante la pausa pranzo e fare rapporto a chi dovrà poi sanzionare chi si assenta dal negozio per un break».

Filippo De Gaspari

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