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LA PROCURA DI VENEZIA

Dalle inchieste veneziane sulla Mantovani e sul Mose sta nascendo un nuovo filone sul meccanismo del project  financing applicato agli ospedali veneti. La procura di Venezia apre un fascicolo: si sospettano interessi contrattuali da usura.

SANITÀ» fascicolo della procura di venezia

Inchiesta sui project financing ospedalieri

È un nuovo filone scaturito dallo scandalo Mantovani-Mose. Il sospetto: interessi contrattuali da usura a carico delle Ulss

Il caso di Santorso nell’Alto Vicentino: ai consorzi di investitori vengono garantiti tassi del 19-20% per 24 anni

VENEZIA – Dalle inchieste veneziane sulla Mantovani e sul Mose sta nascendo un troncone giudiziario incentrato sul meccanismo del project financing applicato agli ospedali veneti. Con un’ipotesi di reato da far sobbalzare i firmatari dei contratti: aver preteso (e accettato) tassi d’interesse ampiamente al di sopra della soglia di usura, dunque da codice penale. L’ipotesi scardinerebbe l’impianto esistente, togliendo valore civilistico ai contratti in essere e costringendo a rinegoziarli. Al netto ovviamente delle responsabilità penali che dovessero emergere. L’indagine è ancora alla fase iniziale ma la direzione presa dagli inquirenti veneziani è un tredici al totocalcio per Luca Zaia, che nel 2010 era arrivato alla presidenza della Regione deciso a rivoltare come un calzino i project ospedalieri, per l’enormità dei pagamenti inflitti alle Usl. Salvo dover ammettere dopo 6 mesi che l’operazione risultava impossibile, perché i contratti sono blindati da penali che cavano la pelle. Una convinzione che Zaia non ha mutato: «Chiedo aiuto al Parlamento», ha detto in un’ intervista, «Io voglio chiudere i project sanitari del passato, perché ci costano paurosamente in termini finanziari, ma ho bisogno di una normativa che mi consenta di liquidare i privati con una transazione. Normativa che appare ragionevole perché il problema è di livello nazionale, non solo del Veneto». Insomma qualcuno dovrebbe cominciare ed è proprio questa la convinzione che spinge la procura veneziana: l’inchiesta è replicabile in altre parti d’Italia, perché anche altrove sono stati firmati contratti capestro; la pubblica amministrazione è sempre parte lesa e viene offerta agli enti locali la possibilità di interloquire, sostenendo la nullità dei contratti. Va da sé che da qui a cantare vittoria la strada è lunga. L’usura è un reato complesso, fanno osservare gli inquirenti: ha bisogno di un dolo preciso, che in questi casi non viene commesso da una sola persona, tanto più nella pubblica amministrazione dove i percorsi interni sono spesso evanescenti. Risalire la catena delle decisioni non sarà semplice ma fare luce sui contratti non è impossibile, visto che ci sono riusciti anche semplici privati, come è accaduto per il nuovo ospedale di Santorso (Ulss 4 Alto Vicentino). La documentazione raccolta dall’associazione Communitas di Schio dimostra che al concessionario Summano Sanità sono stati riconosciuti per 24 anni interessi tra il 19 e il 20 per cento per il canone di disponibilità del nuovo ospedale, la gestione degli spazi pubblicitari e i parcheggi. E addirittura del22% per il noleggio di attrezzature sanitarie. Tutto questo mentre nel 2007, anno di firma del contratto, il tasso del 10,5% era considerato di usura. Ma qui si annida la vera difficoltà: «Diversamente dall’usura bancaria, che ha come termine di confronto il tasso soglia pubblicato ogni tre mesi dalla Banca d’Italia, l’usura reale esistente tra le attività di corresponsione di servizi si misura con la sproporzione rispetto al prezzo medio di mercato. La sproporzione dev’essere superiore al 50%. Peccato che il prezzo medio sia molto difficile da stabilire». Lo dice Giovanni Battista Frescura, un’autorità in materia di usura e anatocismo: dirige un centro di commercialisti a Valdagno, è consulente di tribunali, autore di pareri. È lo studio Frescura che sta dietro al successo di Mario Bortoletto e del suo libro «La rivolta del correntista», dove si racconta un’eccezionale storia di resistenza alle banche. Nel project financing la musica è diversa: «Senza un parametro di confronto è molto difficile procedere per usura», dice l’esperto «bisogna andare a fondo dei contratti: cosa mi danno e cosa pago per averlo, rispetto a quanto mediamente paga il mercato». Questo lavoro per il project dell’ospedale di Santorso è già stato fatto. È contenuto in un esposto dall’associazione Communitas, firmato da un sindaco, 6 assessori e 30 consiglieri comunali di 11Comuni, sui 32 che compongono l’area dell’Usl 4 ed è stato presentato lo scorso novembre alla Corte dei conti. È talmente infondato che il procuratore Carmine Scarano l’ha citato nel discorso di inaugurazione dell’anno giudiziario il 20 febbraio scorso. Pietro Veronese, animatore di Communitas, è tornato alla carica la settima scorsa in Corte dei conti: «Per la prima volta», dice «ho sentito pronunciare chiaramente da un magistrato la parola usura. Mi sembra che stiano accelerando, ma rimane una perplessità di fondo sulla strada da battere». La Corte dei conti procede per danno erariale, cioè chiede i danni per soldi pubblici mal spesi. L’impressione è che prima di muoversi aspetti che la procura della repubblica apra la strada.

Renzo Mazzaro

 

LA FINANZA DI PROGETTO NEL VENETO

Affari d’oro per i partner private e appalti affidati ai soliti noti

VENEZIA – Se l’Ulss 4 avesse chiesto i soldi in banca per costruire il nuovo ospedale di Santorso, pagherebbe oggi un canone di 3.865.284 euro all’anno contro i 7.629.600 che sta sborsando. Cifre che proiettate sui 24 anni di durata del contratto diventano 232.131.660 euro con il project, mentre sarebbero stati 89.026.135 nella peggiore delle ipotesi con un mutuo bancario. La differenza di 150 milioni è incamerata dal concessionario Summano Sanità, sigla dietro la quale ci sono Gemmo, Cmb, Ccc, Mantovani, Palladio Finanziaria, Serenissima Ristorazione, Coop Service, Servizi Italia, Studio Altieri. Calcoli fatti dall’associazione Communitas di Schio, che in questo quadro non considera il noleggio delle attrezzature sanitarie, i servizi appaltati al concessionario e il parcheggio, fonte di altre pingui remunerazioni per il capitale investito dai privati. I quali hanno messo54 milioni sui 132 di costo totale dell’opera, il resto era denaro dei contribuenti. È probabile che la situazione non sia molto diversa negli altri project ospedalieri già ultimati, in corso o in via di assegnazione del Veneto. Che sono i seguenti. Castelfranco-Montebelluna. Ristrutturazione dei due ospedali, valore del progetto 147.328.168 euro, di cui 91.340.754 da capitale privato. Concessionario Asolo Hospital Service, composta da Guerrato spa,CoopSservice, Servizi Italia, Sat System, Studio Andreatta, Consorzio «In concerto» . Treviso. Costruzione e gestione della nuova cittadella della salute, valore del progetto 224 milioni di euro, di cui 98 da capitale privato. Assegnazione provvisoria all’Ati «Finanza e Progetti » composta da Bovis Land Leasing, Carron, Siram, Silev e Tecnologia sanitaria di Roma. Mestre. Nuovo Ospedale all’Angelo, valore del project 256 milioni di euro, di cui 134 da capitale privato. Promotore e concessionario il raggruppamento composto da Astaldi, Mantovani, Mattioli, Gemmo impianti, Aerimpianti, Cofatec servizi, Aps, Studio Altieri. Venezia. Ospedale Santi Giovanni e Paolo, costruzione e gestione del nuovo padiglione Jona, valore del progetto 48.678.476 euro, di cui 27.445.129 da capitale privato. Aziende aggiudicatarie Siram, Sacaim, Coveco, Studio Altieri, Gemmo, Ccc, Biomedica Santa Lucia. Cittadella. Progettazione, costruzione ed esecuzione di nuovi poli tecnologici degli ospedali di Cittadella e Camposampiero. Valore del project 29.932.459 Iva esclusa, interamente a carico dei privati. Promotore l’Ati composta da Siram, Gemmo Spa, Hospital consultino srl, Sanson & associati, Steam, Studio Striolo, Fochesato&partners. Monselice. Costruzione e gestione del nuovo ospedale, costo complessivo 165 milioni di euro, di cui 63 a carico dei privati. Nessun promotore. La gara all’offerta economicamente più vantaggiosa è stata vinta dall’Ati composta da Sacaim e Cementi Mantelli (capogruppo), Carron, Gemmo, Siram, Net Engineering, Tecnarc, Prisma Engineering, Arteco. Verona. Ampliamento e ristrutturazione degli ospedali di BorgoRoma e Borgo Trento. Importo complessivo 119.285.000 euro di cui 57.285.000 da capitale privato e altri 20 dalla Fondazione Cariverona. Aggiudicazione ad Arena Sanità, raggruppamento formato da Cmb (capogruppo), Ccc, Mazzi, Gelmini Nello Costruzioni, Markas, Manutencoop, Servizi Ospedalieri, Zmb,Alpiq Intec e Studio Altieri.

Renzo Mazzaro

 

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