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Nuova Venezia – Grandi navi, il Comitatone oggi decide

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

30

apr

2014

CONVOCATO DA RENZI

Grandi navi: tutti a Palazzo Chigi per il Comitatone, voluto e presieduto dal premier Matteo Renzi. Riunione decisiva, che porterà a un’indicazione precisa e scarterà tutte le altre. Il sindaco Orsoni: «Noallo scavo di nuovi canali in laguna».

CROCIERE A SAN MARCO »A ROMA SI VALUTANO LE ALTERNATIVE

Grandi navi, oggi il Comitatone decide

Alle 15 a palazzo Chigi la riunione presieduta dal premier Renzi. Orsoni: «No allo scavo di nuovi canali in laguna»

La relazione introduttiva del Magistrato alle Acque Si parlerà anche di Mose, di finanziamenti da distribuire e del grande progetto del terminal off shore per le merci

No allo scavo di nuovi canali, dannosi per la laguna. Via libera all’alternativa per le grandi navi, salvando la Marittima e utilizzando le banchine di Marghera e pensando a un collegamento attraverso il già esistente canale Vittorio Emanuele. È questa la linea che il sindaco Giorgio Orsoni illustrerà oggi al Comitatone, presieduto dal premier Matteo Renzi, convocato per oggi alle 15 nella sala Verde di palazzo Chigi. Un colpo messo a segno proprio da Orsoni, che unico tra gli enti locali aveva chiesto la convocazione urgente del Comitato – che non si riuniva dal 2011 – per decidere «nella sede istituzionale» le alternative alle grandi navi davanti a San Marco. Difficile che oggi Renzi possa indicare una soluzione e scartare tutte le altre. Probabile invece che decida di dare indicazioni tecniche ben precise al Magistrato alle Acque e alla Capitaneria di porto per avviare il percorso decisionale. Ponendo le alternative «sullo stesso piano », come richiesto dall’ordine del giorno del Senato. I progetti sul tappeto sono sette, e ognuno gode di sostegni ma anche di veti incrociati. Tra le alternative ci sono i nuovi canali presentati dall’Autorità portuale (il Contorta Sant’Angelo) e dalla Vtp (il «retroGiudecca»), poi i terminal in bocca di porto di Lido (progetti De Piccoli, Fabbri, Boato e Claut), e infine le banchine a Marghera e il possibile accesso all’attuale Marittima attraverso il Vittorio Emanuele (progetto D’Agostino, sostenuto dal Comune). Potrebbe essere proprio quest’ultimo il terreno di accordo. Ipotesi che non piace ai comitati, che spingono per lasciar fuori dalla laguna le «navi incompatibili». Ma potrebbe recuperare il consenso di una parte del Porto, salvando in questo modo la Marittima e lasciando la soluzione «a lungo periodo» alle banchine galleggianti a San Nicolò, davanti all’isola artificiale del Mose. Un puzzle intricato, che ha visto negli ultimi mesi confrontarsi in modo anche molto duro il «fronte del Porto » da una parte (l’Autorità portuale e Vtp, industriali, sindacati e categorie economiche) e ilComune. Con la posizione dei comitati che chiedono di pensare a un nuovo terminal nella bocca di porto di Lido, lontano dalla città. «Non sono pregiudizialmente contrario», dice Orsoni, «anche se porterebbe delle altre criticità, peraltro in un territorio che non fa parte del nostro Comune». Non molto entusiasta di questa ipotesi il sindaco di Cavallino Claudio Orazio. Ma la proposta DePiccoli, firmata dalla genovese Duferco Engineering, prevede strutture «rimovibili» e a basso impatto, rifornimenti via mare a velocità ridotta e il centro accoglienza che resterebbe in Marittima. Una novità che adesso fa propendere anche molti lavoratori del Porto per questa soluzione. Carte sul tavolo, dunque. La riunione di oggi sarà introdotta dalla relazione del presidente del Magistrato alle Acque Roberto Daniele, che illustrerà anche lo stato dell’arte dei lavori del Mose e la proposta di ripartizione dei fondi 2013 (un miliardo e 94 milioni, quasi tutti per il Mose). All’ordine del giorno oggi anche il progetto dell’off shore per le merci. Opera da un miliardo e mezzo di euro a cui Costa tiene non poco. Se questa dovesse essere finanziata, si dice, la posizione del Porto sullo scavo dei nuovi canali potrebbe anche ammorbidirsi.

Alberto Vitucci

 

Vtp: salvare la crocieristica. Lettere e appelli al premier. Il Porto: «Subito una scelta»

La scrivania di Renzi è stata invasa ieri da decine di appelli e lettere aperte. Categorie economiche, comitati, parlamentari, associazioni, quasi tutti hanno voluto dire la loro sul problema delle navi in laguna. Un appello a «salvare la crocieristica veneziana» è arrivato da Venezia terminal passeggeri, che ricorda come siano «inattuabili alternative che prevedono le navi a Marghera». Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale, invita il Comitatone a «decidere in fretta». «La cosa peggiore per le compagnie e l’incertezza», dice. La sua soluzione preferita resta lo scavo del canale Contorta Sant’Angelo, nuova via d’acqua per far arrivare le navi in marittima entrando da Malamocco. «Con i fanghi scavati», dice, «si potrebbero costruire nuove barene e fermare il degrado della laguna centrale». Di opinione opposta i parlamentari veneti del Movimento Cinque stelle. «Sarebbe una presa in giro spostare le grandi navi di pochi metri», scrivono in una nota, «realizzando nuove grandi opere di berlusconiana memoria che distruggerebbero ancor più la laguna. Il problema delle navi va risolto spostandole fuori». Il presidente della Regione Luca Zaia insiste sul «dovere di salvaguardare il lavoro e la centralità della Marittima». Stessa posizione quella di Mario Dalla Tor, senatore Ncd e vicepresidente della Provincia che sarà oggi a Roma delegato dalla Zaccariotto. Un segnale forte viene richiesto al governo da Andrea Carandini, presidente del Fai (Fondo per l’ambiente italiano) che chiede di ripristinare il divieto alle grandi navi in canale della Giudecca «per non tornare al Far West». «Grandi navi fuori della laguna » anche per il Comitato Ambiente Venezia e i Verdi Green di Luana Zanella, che ha scritto a Renzi invitando a prendere decisioni anche a tutela della salute per i fumi inquinanti emessi dalle navi, per mantenere la Marittima Psi e Udc, industriali e sindacati.

(a.v.)

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Il sindaco Casson rilancia «Grandi navi a Chioggia»

Con 15 milioni di euro della legge Obiettivo si porterebbero i fondali a 11 metri

Il primo cittadino: in questo modo potremmo creare un grande polo crocieristico

CHIOGGIA – Quindici milioni di euro per poter ospitare anche le navi da crociera più grandi. Tanto basta per portare i fondali da 8.5 metri a 11 metri, pari a quelli di Venezia. Una proposta che il sindaco Giuseppe Casson porterà oggi all’attenzione del Comitatone per agganciare i lavori sul porto di Chioggia ai lavori necessari per spostare le grandi navi dal bacino di San Marco. Le prime navi da crociera a Chioggia dovrebbero arrivare nella prossima primavera, ma se non interverranno opere supplementari la marittima dei Saloni com’è ora può ospitare solo navi medie, fino a 96.000 tonnellate. «Con un intervento non troppo imponente», spiega il sindaco, «possiamo portare i fondali ad una quota, 11 metri, che ci permette di ospitare qualsiasi nave anche quelle di ultima generazione. Chiaro che per farlo servono delle risorse, ma se ci inseriamo nel finanziamento straordinario per risolvere i problemi di Venezia, i fondi per l’escavo nostro diventano quasi briciole. Parliamo di 15 milioni di euro su un finanziamento che, in un caso o nell’altro, sarà sui 200 milioni. Certo sono sempre cifre importanti, ma nell’ambito di un grande progetto assumono un’altra dimensione». Per tentare di portare a casa il risultato Casson tornerà a spiegare il valore aggiunto che Chioggia può offrire con la creazione di uno scalo passeggeri. «C’è piena sintonia tra noi e Venezia », precisa ancora una volta il sindaco, «il nostro progetto si colloca in sinergia e non in concorrenza, ci mancherebbe, con Venezia. Il traffico passeggeri ha assunto dimensioni tali che possiamo lavorare bene entrambi creando un grande polo crocieristico della gronda lagunare, proprio in quest’ottica il Governo dovrebbe inserire nella Legge obiettivo un finanziamento che comprenda i lavori per Venezia e l’adeguamento per Chioggia. Tra l’altro con fondali di 11 metri, realizzabili in un arco di tempo molto veloce, le grandi navi potrebbero indistintamente approdare a Venezia o da noi, quindi anche durante i lavori nel capoluogo potremmo candidarci a valida alternativa e tenere in Veneto tappe che altrimenti rischiano di andare fuori regione». Nel Comitatone di oggi Casson porrà all’attenzione del presidente del Consiglio Matteo Renzi anche la necessità di svincolare i fondi della Legge Speciale dal Patto di stabilità tenendo conto che sono risorse straordinarie concesse dallo Stato proprio per l’eccezionalità del contesto che devono andare a salvaguardare ritenuto di preminente interesse nazionale. Per Chioggia vorrebbe dire avere quasi 60 milioni di euro nelle immediate disponibilità di spesa.

Elisabetta B. Anzoletti

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