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COLDIRETTI

Ci sono almeno 15mila ettari abbandonati o sottoutilizzati. La categoria ricevuta da Ruffato. Chiesto anche il censimento

AGRICOLTURA – Dopo il corteo a Venezia, i giovani imprenditori della Coldiretti sono stati ricevuti in Regione: hanno chiesto la gestione di “terra” per avviare progetti innovativi

Recuperare i terreni incolti, far fruttare quelli agricoli in disuso, creare occupazione. Attorno a questi tre temi, ieri mattina un centinaio di giovani imprenditori di Coldiretti, provenienti da tutte le provincie, hanno raggiunto palazzo Ferro Fini, sede del consiglio regionale, per proporre le osservazioni dei 3mila giovani colleghi under 35 al progetto di legge che istituisce la «banca della terra veneta». I giovani imprenditori sono stati ricevuti dal presidente del Consiglio, Clodovaldo Ruffato, e dai componenti della commissione regionale per l’Agricoltura. «In Veneto ci sono almeno 15mila ettari di terreni incolti, abbandonati o sottoutilizzati – ha spiegato Andrea Barbetta, 23 anni, imprenditore agricolo della bassa padovana, leader di «Giovani Impresa» – proponiamo un loro censimento e di ricevere in uso o in concessione questi terreni con priorità ai giovani agricoltori. Rendere coltivabili i terreni oggi incolti o abbandonati consentirebbe di sviluppare almeno un migliaio di nuove imprese». I giovani, però, vorrebbero che la mappatura e la seguente parcellizzazione fossero applicati direttamente dalla Regione e non da Veneto Agricoltura, istituzione ritenuta obsoleta e poco operativa. Proprio a Veneto Agricoltura, invece, il progetto di legge (primo firmatario: Nicola Finco, Lega Nord) vorrebbe affidare il censimento e la gestione dell’operazione. Una querelle ieri passata sotto traccia, considerato il clima di festa da primo maggio e l’accordo trasversale di merito fra le forze politiche. I giovani, però, non hanno mancato di invocare funzionalità, celerità e trasparenza, attraverso una banca online regionale, a libero accesso.
In Veneto, circa il 2 per cento degli 811 mila ettari di superficie coltivabile non risulta messo a frutto: si tratta di proprietà di enti pubblici (135), di Regole e vicinanze, o di enti privati che non hanno una specifica vocazione agricola.
Ruffato ha osservato l’attuale ritorno ai campi e l’incremento delle iscrizioni presso gli istituti di Agraria.

 

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