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La risposta di Livieri

DOLO. «La tariffazione del servizio di vestizione ed esposizione delle salme negli obitori degli ospedali di Dolo, Mirano e Noale sarà a carico dei familiari del defunto solo se la persona estinta è morta in casa. Se la persona invece è deceduta in ospedale tutto sarà come prima. Il costo massimo preventivato è di 250 -300 euro». La precisazione è del presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl 13, Fabio Livieri, dopo che le imprese funebri dell’area hanno minacciato di portare via le salme dagli obitori di Dolo Noale e Mirano «nel caso in cui l’Asl 13 decidesse di procedere con un salasso per la vestizione e l’esposizione dei defunti».

Una possibilità prevista in una legge regionale ad hoc. L’Asl 13 ha spiegato dal canto suo che se finora il servizio era rimasto gratuito, era una consuetudine non regolamentata da parte del personale dell’obitorio. Questi servizi però non fanno parte dei livelli essenziali di assistenza (Lea) e per questo si è deciso di provvedere ad una loro tariffazione con l’inizio dell’estate.

L’Asl ha intenzione di chiedere una co partecipazione alla tariffazione ai comuni. Livieri entra nel dettaglio: «Già altre Asl come Padova mandano il conto a casa nel caso in cui la persona morta in abitazione o in altro luogo venga portata nell’obitorio dell’ospedale. Resta il fatto che questa tariffazione si fa d’obbligo anche per non gravare l’Asl 13 di un costo che di norma dovrebbero sobbarcarsi i comuni realizzando un obitorio comunale. Una struttura che costerebbe 50 mila euro l’anno agli enti locali. Le soluzioni più convenienti per chi ha il proprio defunto in casa sono quelle di creare camere ardenti refrigerate, che potrebbero essere realizzate dalla stessa impresa funebre».

(a.ab.)

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