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Grandi navi, Cinque stelle all’attacco. I comitati pensano a un ricorso in Europa contro il Clini-Passera

Stop ai finanziamenti per il terminal off shore perché «fuori del Piano regolatore portuale». Stop anche a progetti che devasterebbero la laguna, come lo scavo di nuovi canali. E la garanzia che le scelte del governo sulle grandi navi saranno compiute come prevede la legge «in accordo con i comuni interessati». Il sindaco di Mira Alvise Maniero e l’assessore all’Urbanistica Luciano Claut rilanciano l’ipotesi del porto passeggeri fuori della laguna. «Abbiamo partecipato», scrivono, «all’incontro a palazzo Chigi il 30 aprile. Il ministro Lupi ci è sembrato inconsapevole degli effetti delle scelte di scavare nuovi canali e dell’impegno affidatogli dal Senato con il voto unanime del 6 febbraio scorso. Chiediamo che quella indicazione sia rispettata e che le riunioni tecniche per esaminare i progetti siano decentrate a Venezia». Si riaccende le polemica sulle grandi navi. E i due esponenti del Movimento CinqusStelle annunciano battaglia. «Bisogna valutare tutte le proposte secondo i ciriteri stabiliti dal Senato», dice Claut, architetto e autore anche di una delle proposte alternative che prevede la creazione di una nuova stazione passeggeri al Lido, davanti all’isola artificiale del Mose, «a cominciare dalla compatibilità ambientale. Raddoppiare il canale dei Petroli scavando il Contorta e arginandolo con barene artificiali sarebbe un disastro».

Stessa opinione quella espressa dai comitati Ambiente Venezia e «No Grandi Navi», che stanno preparando la grande manifestazione per il 7-9 giugno e pensano alla possibilità di un ricorso all’Unione europea. «Bisogna cambiare il decreto Clini Passera», dicono, il governo Renzi può fare un nuovo decreto che lo sostituisca. Il decreto firmato due anni fa dal governo Monti all’indomani del naufragio della Costa Concordia vieta infatti il passaggio delle grandi navi nelle zone sensibili. per la laguna si era fatta un’eccezione, subordinando il divieto alla «realizzazione di vie di accesso alternative alla Marittima». Dunque, il ministero delle Infrastrutture e il Porto intenderebbero sostenere «solo le alternative che consentono di arrivare all’attuale Marittima», in primo luogo il Conotorta. E a lungo termine il progetto per far fermare le grandi navi al Lido (progetti Claut e De Piccoli) trasportando lì con grandi barche i passeggeri registrati in Marittima. Diversa l’idea del sindaco, che ha proposto di esaminare l’alternativa Marghra, con la possibilità per le navi meno grandi di arrivare in marittima attraverso l’esistente canale Vittorio Emanuele che andrebbe scavato. prima riunione a metà maggio, dopo la sentenza del Tar sui divieti di passaggio in canale della Giudecca.

(a.v.)

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