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Sit-in di Berlato e di Fratelli d’Italia davanti al tribunale di Venezia per sollecitare l’azione dei magistrati

VENEZIA «Secondo certe voci, i provvedimenti nei confronti dei malfattori sono già pronti ma c’è chi vuole attendere l’esito delle elezioni europee, in modo che per qualcuno possa scattare l’ombrello dell’immunità parlamentare». Il deputato del Parlamento europeo di Fratelli d’Italia Sergio Berlato non ha dubbi e lo dichiara: è circondato dai militanti del suo partito che agitano cartelli che confermano le parole del deputato. «Che fine hanno fatto le indagini sugli appalti pubblici in Veneto?», si legge in un cartello.«Mose una rapina politica da 4 miliardi», ha scritto un altro con più certezze. «Lo chiediamo alla Procura: vogliamo la verità su tangenti e politica», rincara un terzo. Sono arrivati in una ventina, ci sono anche consiglieri comunali e provinciali di Venezia, si sono piazzati davanti all’entrata del nuovo Tribunale di Piazzale Roma che ospita anche gli uffici della Procura della Repubblica, la stessa che ha avviato le indagini sulla Mantovani prima e sul Consorzio Venezia Nuova poi. «Dopo più di un anno d’ indagini », prosegue l’onorevole Berlato, «chiediamo agli inquirenti veneziani i nomi dei malfattori. Certo, sappiamo che le indagini sono coperte dal segreto, ma che almeno ci diano i nomi di chi è coinvolto, è un diritto dei cittadini sapere, conoscere i nomi di chi spreca il danaro pubblico». Berlato racconta che alcuni mesi fa si è presentato in Procura a denunciare il «malaffare», grazie alla documentazione che gli hanno consegnato alcuni imprenditori, poi però non ne ha saputo più nulla. Le indagini che hanno portato all’arresto del vertice della padovana «Mantovani » sono venute alla luce ormai quindici mesi fa con l’arresto di Piergiorgio Baita, quelle sul Consorzio, grazie alle manette scattate ai polsi del presidente Giovanni Mazzacurati, dieci mesi fa. È noto, ormai, che entrambi i manager hanno contribuito con le loro dichiarazioni all’inchiesta tanto da aver ottenuto la scarcerazione dopo gli interrogatori (a confermare la loro collaborazione ci sono state anche le ordinanze del Tribunale del riesame). L’opinione pubblica, dunque, attende gli ulteriori sviluppi.

Giorgio Cecchetti

 

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