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NUOVE RIVELAZIONI

COMITATO NO GRANDI NAVI – Ultimatum al Governo: «Se sarà scelto un canale denuncia all’Unione Europea»

Se il Governo insisterà a propendere per una soluzione che comporti lo scavo di nuovi canali o l’approfondimento di canali esistenti partiranno le richieste alla Commissione europea per l’apertura di una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. Lo hanno annunciato ieri il Comitato No grandi navi e l’associazione Ambiente Venezia, dopo aver spedito una lettera alla presidenza del Consiglio di questo tenore. Il tema riguarda l’infrazione della direttiva Acque, che tutela proprio un ambiente come la laguna.
«La denuncia è già pronta a partire – ha spiegato Armando Danella dei No grandi Navi – e partirà sicuramente se il Governo continua a comportarsi come ha fatto fino ad ora».
Il riferimento è alle deliberazioni secretate della commissione Via rivelate l’altro giorno dal senatore Felice Casson, in cui si esprimono giudizi molto severi sui progetti presentati.
«Se queste forti criticità esistevano da settembre 2013 – aggiunge Luciano Mazzolin, di Ambiente Venezia – non ci sarebbe stata questa insistenza sul Contorta e anche sul Vittorio Emanuele».
Un parere, rivelato ieri, della Commissione tecnica Via, boccia anche la soluzione di Marghera prospettata dal sindaco Giorgio Orsoni.
“La commissione ritiene – si legge nel documento – che la soluzione proposta dal sindaco di Venezia non contenga i necessari requisiti tecnici e di documentazione ambientale, indispensabili anche per esprimere un parere preliminare tecnico”.
Di qui gli attacchi al Comune: «Non esiste alcuna deliberazione di giunta o del Consiglio comunale che abbia dato mandato al sindaco – hanno detto chiedendo che al più presto si convochi un Consiglio straordinario su questo tema – di sostenere questa soluzione. Anzi, il Comune non si è mai espresso, a differenza di Mira il cui Consiglio ha deliberato sul tema».
Il tempo ormai stringe e già domani potrebbe essere il giorno in cui a palazzo Chigi si prenderà la decisione definitiva. Si tratta del “tavolo tecnico” che Renzi ha promesso entro la metà del mese.
«Il presidente dell’Autorità portuale – hanno concluso i No grandi navi – porterà con sè tutti gli operatori portuali, mentre noi non abbiamo diritto a presenziare all’incontro. È ora di finirla con questi giochetti, perché questa volta non finirà come con il Mose. All’epoca non c’erano gli strumenti per far sentire la voce in tutto il mondo. Oggi invece li abbiamo».
Per i No grandi navi, l’unica soluzione compatibile resta il terminal in bocca di porto del Lido.

(m.f.)

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