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RIUNIONE A PALAZZO CHIGI

Grandi navi, scontro Porto-Comune

Incontro tecnico rovente a Palazzo Chigi, sulle grandi navi. Il Porto si presenta con Paolo Costa e una delegazione nutrita, il Comune con il direttore generale Marco Agostini. E sono scintille. Riunione aggiornata, si deciderà tra dieci giorni.

GRANDI NAVI »POSIZIONI CONTRAPPOSTE

Scontro a palazzo Chigi, tutto rimandato

Ieri riunione tecnica a Roma. Polemica Porto-Comune, consegnata la documentazione dei progetti. Si decide fra 10 giorni

Orsoni: «Sono stupefatto. Così non si trova la soluzione». Costa: «Marghera non va bene»

La soluzione non arriva. E lo scontro si inasprisce: il Porto contro il Comune, opinioni opposte sulle grandi navi una contro l’altra nel Palazzo del governo. Ieri pomeriggio a palazzo Chigi la riunione tecnica decisa dal Comitatone per decidere sui progetti alternativi al passaggio davanti a San Marco. Due ore di scontri verbali e di guerre sulle procedure. Alla fine è stata distribuita la documentazione completa dei progetti e dei pareri. Il Porto ha ribadito la soluzione del canale Contorta per arrivare in Marittima, il Comune ha depositato uno studio dell’ingegner Alberto Bernstein – ex responsabile ambiente del Consorzio Venezia Nuova – sugli interventi per rendere navigabile il canale Vittorio Emanuele. Si studia e ci si ritrova tra dieci giorni. Ma lo scontro tra gli enti locali è andato in scena nella Sala Verde di palazzo Chigi. Riunione presieduta dalla dirigente della Presidenza Elisa Grande. Il sindaco ha inviato il direttore generale Marco Agostini. Il Porto è arrivato invece con una delegazione nutrita, guidata dal presidente Paolo Costa. Piloti, transbagagli, terminalisti. Anche a loro è stata data la parola per spiegare come sia «impossibile attuare l’alternativa Marghera e si debba invece proseguire con l’ipotesi del canale Contorta. Finché il rappresentante del Comune ha mandato un bigliettino alla Presidenza: «Qui devono parlare solo le istituzioni, altrimenti noi chiamiamo comitati e ambientalisti… » Proposte contro. Con i rappresentanti del comune di Mira che hanno ribadito la necessità di portare le navi fuori della laguna, a San Nicolò. Il comune del Cavallino che invece ha posto il veto. Confusione massima e alla fine risultati pochi. «Ma finalmente siamo riusciti ad avere tutte le carte», commenta il sindaco Giorgio Orsoni, «abbiamo dovuto inviare una diffida al governo, ma due risultati li abbiamo avuti: prima la convocazione del Comitatone, adesso le carteche i soggetti che fanno capo al ministero delle Infrastrutture hanno tenuto segrete». E il sindaco attacca Costa: «Sono stupefatto da questi comportamenti », dice Orsoni, «non si rende conto che lui non è sindaco né ministro, è il presidente del Porto, un ufficio dello Stato. E che la questione delle navi non riguarda solo il porto ma la città. Bisogna trovare la soluzione migliore e questi comportamenti non vanno in quella direzione». Costa respinge al mittente. «Le carte forse non le hanno mai lette, ma la Capitaneria le ha mandate a tutti a luglio», dice, «mi sono anche stufato di ripetere sempre le stesse cose: le navi passeggeri non possono passare per il canale Malamocco- Marghera, ci sono problemi di traffico e di sicurezza, di tempi di percorrenza. Gliel’ho fatto spiegare dagli operatori». Partita aperta, dunque. Costa ha dalla sua gli operatori portuali, sindacati e industriali che premono per una soluzione rapida che non tocchi la Marittima. Ma c’è il Comune che chiede di valutare l’ipotesi Marghera, ambientalisti e comitati che ricordano il divieto di scavare nuovi canali in laguna previsto dalle leggi e minacciano ricorso all’Europa, proponendo il nuovo scalo a Punta Sabbioni; il comune del Cavallino che dice no. Partita complessa, che si gioca anche sulla possibilità che il governo finanzi a breve la grande opera dell’off shore, terminale in mare per le merci e i petroli da due miliardi di euro. E sui danni che il Porto sostiene di aver subito per la chiusura (programmata) della bocca di Lido per posare i cassoni del Mose. Grande opera che Costa ha sempre sostenuto, ma che adesso è sulla strada dello sviluppo portuale. «Si dovranno anche quantificare i costi dell’adeguamento della conca », dice. Prova di forza che si gioca non soltanto a livello politico. Prossima riunione «tecnica » tra dieci giorni. Poi il Comitatone dovrebbe scegliere il progetto alternativo da sottoporre a Valutazione di impatto ambientale.

Alberto Vitucci

 

LA SCHEDA

Un groviglio di procedure, decreti, pareri e interpretazioni. La partita sulle alternative alle grandi navi si gioca anche a livello burocratico. Secondo l’Autorità portuale a decidere devono essere il Porto e il Magistrato alle Acque. secondo il Comune invece è questione di interesse pubblico, in mano al governo. Il nuovo canale Contorta Sant’Angelo è secondo il Porto l’unica soluzione praticabile per far arrivare in Marittima le navi da una via alternativa. Per il Comune bisogna fermarle a Marghera, studiando la fattibilità del passaggio delle grandi navi attraverso il già esistente canale Vittorio Emanuele II. Vtp, la società delle crociere, propone di scavare il canale Orfano, dietro la Giudecca. Cesare De Piccoli, Luciano Claut, Stefano Boato e Gianni Fabbri hanno presentato invece progetti che prevedono di realizzare la nuova stazione Marittima in bocca di porto di San Nicolò, fuori dalla laguna e davanti all’isola artificiale del Mose. progetti a confronto su cui si dovrà pronunciare il Comitatone entro la fine di maggio.

(a.v.)

 

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