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Pieve di Cadore. La promessa è venuta dal responsabile della Siges srl che esegue l’opera nel corso del convegno per la festa del centenario

PIEVE DI CADORE. «Per l’ordine degli ingegneri ferroviari del quale faccio parte e anche per la mia persona, riaprire la linea ferroviaria Ponte nelle Alpi-Calalzo il prossimo 31 luglio, al completamento dei lavori alla galleria Perarolo, è un punto d’onore», ha affermato l’ingegnere Armando Mammino della Siges srl di Povigliano, relazionando sui lavori nella galleria di Perarolo. «Questo», ha aggiunto, «anche perché questo tunnel rappresenta l’ultima criticità dell’intera linea ferroviaria».

La dichiarazione dell’ingegnere è stata fatta all’interno della relazione sui lavori relativi alla galleria, durante il convegno organizzato nella sala della Magnifica Comunità a Pieve di Cadore dal Collegio degli ingegneri ferroviari del Veneto per festeggiare il primo secolo dell’arrivo del treno a Calalzo. La giornata era iniziata con la visita alla mostra fotografica allestita nella sala consigliare del municipio di Calalzo alla quale nel pomeriggio ha fatto seguito il convegno. Un incontro molto sentito anche dalla popolazione che ha affollato la sala. Tra loro sindaci, tecnici ferroviari rappresentanti dei pendolari, ambientalisti e studiosi ferroviari, come l’autore del libro sulla Ferrovia delle Dolomiti, Evaldo Gaspari di Cortina. Era presente anche la senatrice Raffaela Bellot.

Il convegno è stato aperto dal presidente della Magnifica Renzo Bortolot che ha lasciato la parola al presidente della Unione Montana Centro Cadore, Pierluigi Svaluto, da cui sono arrivati alcuni spunti per il futuro della linea ferroviaria. La ricostruzione della storia dei 100 anni della ferrovia è stata affidata al macchinista Roberto Tabacchi, che sulle vicende della linea sta scrivendo un libro. L’organizzatore del convegno l’ingegnere Gabriele Pupolin del Cifi di Venezia ha quindi dato il via alle relazioni, la prima delle quali è stata quella di Mammino. « Contrariamente a quanto i cadorini hanno pensato fino ad oggi, il problema della chiusura temporanea della linea ferrovaria Ponte nelle Alpi-Calalzo, non è stata causata dagli eventi calamitosi dello scorso inverno, bensì dal cedimento del terreno sul quale sono stati scavati i 147 metri della galleria di Perarolo. A causa di ciò l’interno del tunnel ha ceduto già prima del 2011, obbligando la direzione delle ferrovie a prendere provvedimenti urgenti per impedire che il suo soffitto cedesse e interessasse i vagoni dei treni in transito».

Un primo intervento è stato effettuato ripristinando le condizioni di sicurezza al suo interno, con l’obiettivo di controllare se il degrado della galleria si fermasse. Non è stato così, e nel 2012 sono iniziati gli studi per cercare una soluzione. Questa è stata individuata solo nell’allargamento della galleria verso monte, in pratica e creando delle condizioni di sicurezza tali da consentire il transito dei treni per molti anni. «Grazie all’operazione di consolidamento in atto», ha spiegato Mammino, «molto costosa (500.000 euro) ma certamente efficace, la galleria sarà percorribile almeno per altri 100 anni».

Sono seguiti gli interventi di Sandro Da Rold e di Marco Melchiori, rispettivamente membro della giunta a direttore di Confindustria, che hanno presentato il progetto per una ferrovia simile a quelle turistiche altoatesine, «l’unica in grado di far sopravvivere la linea e valorizzare turisticamente il Cadore e Cortina».

Vittore Doro

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