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Nuova Venezia – Aperture domenicali, frenata in vista

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

10

giu

2014

Il Governo: 12 chiusure festive l’anno. Zanon (Confcommercio Veneto): «Bene, ma non è abbastanza»

VENEZIA – Aperture domenicali: il Governo mette il piede sul freno e Confcommercio gradisce. La misura annunciata durante l’assemblea generale della Confederazione dal ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi e il disegno di legge che sta per approdare alla Camera, e che parla di 12 chiusure festive all’anno, confermano – dice una nota della Confcommercio del Veneto – che «la strada è quella giusta, una prima risposta alla battaglia intrapresa negli ultimi anni da Confcommercio e condivisa anche dalla Regione Veneto con la legge 30 del 2011 (successivamente massacrata dal Governo Monti), che aveva da subito previsto le conseguenze e i danni sociali ed economici che sarebbero derivati da un’eccessiva liberalizzazione delle aperture, cosa che è puntualmente avvenuta, aggravata poi dalla crisi dei consumi ». «Si può iniziare da qui. Questa è una risposta a chi voleva a tutti i costi un referendum che, per quanto buono nelle intenzioni, avrebbe comportato tempi di realizzazione e applicazione sicuramente lunghi – dichiara il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon – Ma l’obiettivo è insufficiente. Innanzitutto smettiamola di dire che le aperture sono sinonimo di liberalizzazioni del settore. Basta andare in Austria per capire che non è così: lì la spesa si fa prevalentemente durante la settimana». Confcommercio Veneto, insomma, chiede maggiori chiusure festive, allargate anche alle domeniche, quindi non solo legate alle festività religiose e celebrative. Fatte salve, ovviamente, le deroghe per le località turistiche, perché nel turismo lo shopping è sempre un elemento importante. «Ma anche in questo caso non prendiamoci in giro – avverte Zanon- Si può credere e condividere l’apertura nei periodi di stagione, non per 360 giorni all’anno! Lo possiamo fare, e lo appoggiamo, nei casi dei comuni in cui il rapporto tra i pernottamenti e il numero dei residenti è significativo, non in quelli in cui la definizione di “comune turistico” è palesemente tirata per i capelli ». Su questo punto, Confcommercio Veneto pone l’attenzione anche su un elemento di concorrenza che lascerebbe margini di rischio non indifferenti: «Attenzione alle deroghe – avverte il presidente regionale della Confederazione – Le aperture dovranno essere calibrate, soprattutto nelle regioni contermini, perché sarebbe spiacevole che ci disputassimo i consumatori residenti tra Friuli, Veneto, Trentino, Lombardia ed Emilia Romagna. Sarebbe una lotta fra poveri che non ci meritiamo».

 

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