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L’INCHIESTA – Contributi per tutti: dalla Coppa America a Emergency

Così il Mose foraggiava Venezia 32 milioni a enti e associazioni

Finanziamenti a pioggia a enti, associazioni, amici, società sportive, iniziative varie, progetti editoriali, culturali e umanitari. Per 18 anni il Consorzio Venezia Nuova presieduto da Giovanni Mazzacurati ha tenuto aperti i rubinetti delle elargizioni: oltre 32 milioni, ecco le cifre che risultano dai bilanci. Dalla chiesa alla Coppa America, dalle feste veneziane ad Emergency, dal calcio alla Venice Marathon.

Offerte in serie alla chiesa: dai 250mila euro per il Marcianum ai 100mila per due anni alla Conferenza episcopale triveneta. Senza dimenticare la Mensa dei poveri

SCRITTORI E GIORNALISTI – Da Irene Bignardi a Manfredi, gli autori pagati per le strenne stampate da Marsilio

2.900 – L’ISCRIZIONE AL FAI

5.000.000 – COPPA AMERICA

200.000 – AL CALCIO VENEZIA

17.000 – ARCHEOLOGO-SCRITTORE

ISTITUZIONI – Ateneo Veneto: 20mila euro all’anno e 5mila per la Fondazione Pellicani

I CONTI Sostegno alla cultura, dalla Fenice alla Biennale, e al mondo delle regate.

Maxi elargizione (5 milioni) per le formula 1 del mare

“Liberalità” e “informazione”: ecco dove finivano i fondi del Consorzio Venezia Nuova

DAL 1995 AL 2013 – Enti, associazioni e amici tutti in fila per i contributi del padre delle dighe mobili

IN PROPRIO – Ma il denaro sarebbe stato usato anche per la villa californiana della moglie

Una laguna di soldi: da Emergency alla Coppa America

VENEZIA – Non c’era solo La Fenice, ma una vera e propria galassia con tanti satelliti, grandi e piccoli. E tutti – goccia a goccia nel mare dei 5 miliardi spesi per il Mose – hanno ottenuto dal Cvn, ognuno per proprio conto, finanziamenti o sostegni. Grandi, medi o infinitesimali. Anche per questo, quei 32 milioni di euro ufficialmente usciti tra liberalità e pubbliche informazioni, potrebbero essere solo una parte delle erogazioni effettuate. Ma, come diceva Pirandello: così è, se vi pare. E allora, detto dei soldi concessi nell’arco degli anni all’ente lirico veneziano, e noto il “contributo” dato nel tempo alla Fondazione Marcianum (almeno 250 mila euro all’anno dal 2008 al 2013), cerchiamo di capire come nel corso degli anni il dinamismo del Consorzio Venezia Nuova gestione Mazzacurati ha innervato la realtà sociale veneziana. Denari, è bene sottolinearlo, usciti dalle casse del Cvn in modo legale e spesso importanti per l’attività di realtà sociali o culturali di indubbio valore. È il caso, oltreché de La Fenice, della Biennale di Venezia che ottiene un sostegno “liberale” di 100 mila euro all’anno almeno fino al 2013, indipendentemente dall’inizio della gestione Fabris. Tra i beneficiari c’è poi anche la prestigiosa Fondazione Banca degli Occhi di Mestre che negli anni, a partire dal 2006, vede oscillare il proprio finanziamento da parte del Cvn tra i 300 ai 500mila euro. Un po’ come butta il “convento”. Parola, che non vuole essere una battuta perché il mondo ecclesiastico o della Chiesa è sicuramente ben rappresentato negli elenchi dei contributi offerti dal Consorzio Venezia Nuova. E in questo senso si va dai 10mila euro nel 2012 a sostegno della Diocesi di Venezia per transitare agli assegni da 100 mila euro ciascuno per gli anni 2011 e 2012 alla Conferenza episcopale Triveneta sotto la presidenza dell’allora Patriarca, cardinale Angelo Scola. E poi addirittura i 220mila euro per l’Istituto di Santa Maria della Carità come ente beneficiario in previsione dell’organizzazione della visita di papa Ratzinger a Venezia nel 2011 fino a raggiungere quote di beneficenza vera e propria rivolta ad alcune parrocchie del centro storico per lavori e riassetti di piccole e medie dimensioni senza dimenticare un sostegno alla Mensa dei poveri di Mestre.
Ma quello che più emerge è soprattutto la ramificazione dei finanziamenti “liberali” che il Consorzio Venezia Nuova mette in atto negli anni. E c’è veramente di tutto. Innanzitutto l’”aiutino” dato al Comune in alcune occasioni. Si è già detto dei 5 milioni offerti per l’allestimento, gestione e organizzazione delle gare di Coppa America 2012, ma vanno segnalati anche gli “oboli” offerti per altri eventi veneziani come la compartecipazione all’organizzazione delle feste tradizionali come quelle del Redentore, terzo sabato di luglio con barche e fuochi pirotecnici, o della Regata Storica alla prima domenica di settembre. Nella maggior parte dei casi, secondo la nuova dirigenza del Consorzio Venezia Nuova che sta studiando la documentazione, il Cvn offriva cifre che andavano tra i 25mila e i 30mila euro alla bisogna, e per più anni a seguire. Ma si tratta solo di alcuni esempi. Anche perché l’erogazione di denaro “stornato” dalle necessità istituzionali (si intende) ha riguardato non solo le grandi istituzionali culturali della città, ma anche altri organismi vedi l’Ateneo Veneto (con cifre all’incirca attorno ai 20mila euro per sei/sette anni) e la Fondazione Querini Stampalia (sempre per più anni e con cifre analoghe di 20mila euro) e pure la dinamica Fondazione Pellicani, di Mestre, che si occupa di politica, con erogazioni però sensibilmente minori (5mila euro per alcuni anni).
Ma non solo. Mazzacurati ci teneva anche ad essere socio sostenitore del Fai, il Fondo Ambiente Italiano, sborsando a titolo di adesione una somma d’iscrizione attorno ai tremila euro (2900) per alcuni anni. E poi c’è anche Emergency, la creatura di Gino Strada che ottiene un finanziamento, di qualche migliaio di euro, per la fornitura di alcuni servizi e organizzazione di convegni. E non è finita. Non mancano le “erogazioni liberali” ai teatri veneziani. Ci sono denari (comunque cifre modeste) al Teatro a l’Avogaria di Venezia; al Teatro Fondamente Nuove, mentre per il prestigioso Teatro Goldoni, il Cvn gestione Mazzacurati per sostenere l’ente acquista una decina di abbonamenti. E soldi, ancora in fase di quantificazione, sono serviti a sostenere attività, corsi ad hoc e seminari dell’università di Ca’ Foscari oppure dell’Istituto di architettura (Iuav). E finanziamenti vanno a raggiungere anche la società Dante Alighieri di Venezia per le “Letture dantesche” (3mila euro) oppure per partecipare alla gara di solidarietà di Telethon (settemila euro), ma qualche spicciolo va anche al circolo scacchistico di Venezia “Ernesto Canal”. Tra gli enti locali non mancano sostegni alla Municipalità del Lido per iniziative culturali, e pure al Comune di Cavallino-Treporti.
E infine lo sport. Anche qui il Cvn di Mazzacurati non badava a spese: si contano 20 mila euro per la Compagnia della Vela (2011); per il Calcio Venezia 1907 della vecchia gestione della famiglia Marinese (200 mila euro) fino al Cus Venezia (15 mila euro) nel 2009. E poi ancora la Venice Marathon con fondi che oscillano tra i 5mila/8mila euro fino ai diecimila per la realizzazione della gara podistica.
A completare il quadro c’era poi l’attività editoriale, concentrata essenzialmente nella pubblicazione di strenne natalizie. Ogni anno il Consorzio proponeva a un giornalista di vaglia o a un personaggio famoso la realizzazione di un libro con tema Venezia. Il tomo veniva poi regalato, in occasione delle festività di fine anno, a migliaia di persone in tutta Italia. Dal 2002 la stampa dei libri viene affidata in esclusiva alla casa editrice veneziana Marsilio. Gli autori sono invece in larga parte “foresti”. Come il giornalista, ex Manifesto, Guido Moltedo, autore di “Welcome to Venezia. Cento volte imitata, copiata, sognata” (39mila euro di compenso più 31mila a Marsilio per la stampa) o la critica cinematografica Irene Bignardi che nel 2011 riceve dal Cvn 37mila euro per realizzare il libro “Storie di cinema a Venezia”. Ma c’è anche spazio per il disegnatore Lorenzo Mattotti che per il suo “Scavando nell’Acqua” incassa 49mila euro mentre 57mila vanno a Marsilio per la stampa e per il celebre archeologo-scrittore Valerio Massimo Manfredi che per la sua “Isola dei Morti” si deve però accontentare di 17mila euro.

Paolo Navarro Dina

 

Gli oboli di Mazzacurati oltre 32 milioni a pioggia

I concetti base erano due: liberalità e pubblica informazione. Due facce della stessa medaglia. Una sorta di “cassa continua” con la quale il sistema Mazzacurati erogava fondi, contribuiva alle cause più disparate o soltanto puntava a sostenere iniziative, incontri, dibattiti o riunioni sportive o parasportivi. Insomma di tutto un po’. E a batter cassa erano veramente tutti. Un sistema che erogava a chiunque e dovunque, senza tralasciare nessuno. In qualche modo, visto che i soldi erano tanti, il denaro affluiva ad enti, associazioni, sodalizi sportivi e non, gruppi di volontariato e fondazioni private. Tutti pronti a fare una richiesta con il Consorzio Venezia Nuova pronto ad esaudire senza discriminazione.
E così, secondo i primi calcoli, dal 1995 al 2013 (ma in alcuni casi gli impegni finanziari giungono anche in questo burrascoso 2014) il Consorzio Venezia Nuova pare abbia speso oltre 32 milioni di euro per impegnarli nelle due fonti di spesa indicate. Attenzione però: non è affatto detto che questa cifra sia comprensiva di tutti i soldi usciti a vario titolo dalla casse del Cvn nel corso degli anni. Infatti secondo un rapido calcolo pare che solo per le liberalità siano stati spesi dal 1995 al 2013 circa 13 milioni e qualche ulteriore spicciolo. Discorso non molto diverso per l’altra “voce”, quella della pubblica informazione. In questo settore, sempre dal 1995 al 2013, i soldi versati per iniziative promozionali (editoria, libri, visite guidate ai cantieri, convegni, dibattiti, merchandising, sito internet etc etc.) si aggirerebbero sui 19 milioni di euro che conterrebbero tra l’altro anche il milione che il Consorzio mise a disposizione della società Argonauti del figlio di Mazzacurati, Carlo, il regista recentemente scomparso. E qui rientrerebbero anche i soldini per la famosa villa in California a La Jolla, usata ancor oggi da Mazzacurati. In ogni modo il “sistema” di erogazioni liberali e di pubblica informazione è ora allo studio della nuova governance del Consorzio Venezia Nuova che, con il nuovo presidente Mauro Fabris, ha di fatto “staccato la spina” ad ogni forma di contribuzione o “obolo” concesso limitandosi a rispettare gli impegni come nel caso del sostegno al Teatro La Fenice che dura da tempo, per un valore che oscilla tra i 250mila e i 350mila euro all’anno.
Ed è proprio con il contributo dato al teatro veneziano che Mazzacurati, in qualche modo, negli anni scorsi, prese atto che le erogazioni liberali non solo davano lustro al Consorzio, ma potevano essere importanti come strumento di raccolta del consenso nel tessuto cittadino. Così per esempio nel 2006 investe 450mila euro per l’allestimento de “Il Flauto Magico” di Mozart, raccogliendo in qualche modo l’appello dell’ente lirico che aveva invitato gli enti e gli imprenditori veneziani a sostenere le spese di allestimento degli spettacoli. Un’operazione di grande marketing che lo stesso Mazzacurati rivendicherà, vergando la prefazione di un libro “Forma di Venezia” scritto da Sergio Bellini.
Ma è solo l’inizio. E sarà da allora in poi un vero e proprio “crescendo rossiniano”, tanto che secondo l’attuale Cvn, nel corso degli anni, c’è un aumento esponenziale dei fondi per le cosiddette “liberalità” che passano dai 60mila euro del 1995 al milione e 750mila euro del 2012. Un incremento che parallelamente riguarda anche la voce “pubbliche informazioni” che aumenta vertiginosamente dai 173mila euro del 1995 al 1 milione 779mila del 2011, per scendere poi al 2012 a 973mila. Insomma, cifre importanti in un ginepraio di stanziamenti e finanziamenti a pioggia. Che vanno valutati considerando però anche l’altra “faccia della medaglia”. Se è vero infatti che il Consorzio non diceva – praticamente – mai di no a nessuno – dall’altra erano la stessa società civile (!), il mondo dell’associazionismo e l’arcipelago di enti e sodalizi a bussare alla porta di Giovanni Mazzacurati & Co. sapendo di poter ottenere un robusto finanziamento o almeno qualche spicciolo. E qui si apre veramente un mondo. Perchè nel corso degli anni, come raccontiamo nell’altro articolo in queste pagine, l’intera Venezia, dalla grande alla piccola organizzazione, ha chiesto, ottenuto e utilizzato i fondi concessi dal Consorzio Venezia Nuova.

Paolo Navarro Dina

 

CAMBIO DI ROTTA – Il nuovo vertice ha sospeso gran parte dei finanziamenti

UN MESE DOPO IL BLITZ – Resta aperto il caso-Galan Forza Italia: no al carcere

MESTRE – (m.d.) È passato un mese esatto dalla maxi retata del Mose. All’alba del 4 giugno, come annunciò per primo il Gazzettino.it, i finanzieri avevano bussato alla porta di 35 persone e le avevano portate in caserma. Dopo l’identificazione e le foto segnaletiche, 25 erano state smistate nelle carceri di tutta Italia mentre alcune erano finite ai domiciliari. Nel giro di poche ore l’inchiesta aveva fatto il giro del mondo anche perché agli arresti domiciliari era finito pure il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni. Ebbene, trenta giorni dopo il blitz, all’appello manca l’ex ministro Giancarlo Galan, 57 anni. E’stato chiesto dai giudici veneziani l’arresto e per Galan bisogna attendere il voto del Parlamento, atteso per fine mese. Proprio ieri la Guardia di finanza ha trovato e sequestrato in un’aviosuperficie in provincia di Bologna un aereo privato a quattro posti appartenente al commercialista che aveva inventato il nuovo sistema della fatture false – utilizzando alcune società canadesi – dopo che era saltato quello messo in piedi a San Marino da William Colombelli. Il valore commerciale dell’aereo – che si aggiunge allo yacht da 3 milioni di euro sequestrato a La Spezia – è di 300mila euro: immatricolato con la sigla N, che indica la provenienza statunitense, è di proprietà di un trust del Delaware.
Intanto, è polemica sulla richiesta di Galan, nella memoria depositata alla Giunta per le autorizzazioni, di considerare il suo caso alla luce del recente decreto che evita la custodia cautelare a chi viene accusato di un reato che comunque non sarebbe punito con una pena superiore ai tre anni. Secondo il relatore di minoranza Gianfranco Chiarelli (Forza Italia) «non si propone alcuna norma “salva-Galan”, ma solo l’analisi di una situazione che suscita molte perplessità sulla richiesta di arresto». Ecco le ragioni del rinvio dopo la seduta dell’altro ieri: «Galan ora rischia cinque anni – conviene Chiarelli – ma tra attenuanti generiche, speciali e di rito, come il patteggiamento, è molto probabile che si scenda sotto i tre anni».

 

MOSE GALAN COME NICCOLAI

Comunardo Niccolai, arcigno difensore del Cagliari scudettato, è passato alla storia suo malgrado per le splendide autoreti con cui sovente faceva disperare il proprio portiere e i suoi tifosi. Giancarlo Galan me l’ha fatto ritornare alla mente quando ho ascoltato la conferenza-stampa di “autodifesa” trasformatasi in un’incredibile, stupefacente autogol. Alla Niccolai, appunto. Nelle quasi due ore di appassionato e urlato show, infatti, la palla di dati, foto, nomi e cognomi l’ex ministro non l’ha tirata affatto nella rete di chi aveva sollevato le contestazioni ma direttamente nella propria, per un grave errore iniziale d’impostazione: l’aver voluto calciare protetto dallo scudo dell’immunità parlamentare. Trincerarsi dietro questa barriera, aspettando le decisioni dei propri pari – leggi Giunta per le autorizzazioni a procedere – invece di dimettersi affrontando l’eventuale processo ha reso, ai nostri occhi di cittadini, tutto il resto stucchevole. Solo in Italia siamo riusciti a rendere odioso questo cardine democratico, nato per consentire una serena attività politica, trasformandolo in paravento per ogni sorta di malaffare. I nostri cuginetti d’Oltralpe stanno per processare, proprio in questi giorni, l’ex presidente Sarkozy ” un cittadino come tutti gli altri”, parola del premier Hollande. Vien da dire, a malincuore, “vive la France!” e, purtroppo ancora una volta ” tiens les Italiens! “.

Vittore Trabucco – Treviso

 

NO MOSE – Protesta ieri a San Tomà per i gruppi ambientalisti

«Adesso Renzi rottami il Consorzio»

Appello al premier in visita in città per la Settimana digitale

Un “caldo benvenuto” attenderà il premier Matteo Renzi il prossimo 8 Luglio quando, in occasione della visita programmata all’Arsenale, ci saranno ad attenderlo anche gli attivisti della “Rete Veneta contro le Grandi Opere per la difesa del Territorio e dei Beni Comuni”. Ad annunciarlo è Tommaso Cacciari, che, nel corso di una conferenza pubblica contro le “Grandi Opere”, tenutasi ieri mattina a San Tomà, si è detto sicuro di riuscire ad incontrare il premier per fargli capire le necessità di Venezia: “Dalle 10 saremo davanti all’ingresso principale dell’Arsenale – afferma – dovrà incontrarci per dimostrare se davvero è il rottamatore che si dichiara. Del resto, non abbiamo rappresentanti politici in Comune, quindi chi meglio di lui sarà l’interlocutore ideale”.
È lo stesso Cacciari a formulare, a nome degli attivisti, le richieste, che sono lo scioglimento del Consorzio Venezia Nuova e l’abolizione del Mose, definiti “mele marce da tranciare sin dalle radici”.
Infatti ieri si è parlato molto di Mose e impatto ambientale, con interventi bipartisan di chi ha a cuore il territorio come MariaRosa Vittadini, docente Iuav ed ex-presidente della Commissione tecnica che in passato ha bocciato il Mose: ”È un’opera devastante e senza garanzie. C’è la possibilità di modificarlo, andare avanti così non ha senso, è una macchina mangia soldi dove il business vero sta nella manutenzione, con 40 milioni di Euro annui necessari”. Oppure Don Albino Bizzotto che, con Gianluigi Salvador, consigliere del Wwf Veneto, si sono più volte spesi per la protezione della terra e dell’agricoltura. Patrimoni necessari da preservare ed aiutare a crescere in maniera rispettosa, visto l’alto impatto che i pesticidi hanno nei confronti della salute. Salute che è stato un tema molto sentito da parte di Carlo Costantini, dell’Associazione Altro Veneto, che ha rimarcato come gli ospedali di Mestre e Padova siano costati troppo rispetto ai preventivi.

Tomaso Borzomi

 

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