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Gazzettino – Contro Milanese “quattro riscontri”

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

7

lug

2014

INCHIESTA MOSE – Oggi l’interrogatorio dell’ex consigliere di Tremonti. Ascoltata anche Lia Sartori

Contro Milanese «quattro riscontri»

Mazzetta da mezzo milione, i pm indicano le prove dell’incontro con Mazzacurati nell’ufficio di Meneguzzo

Interrogatorio di garanzia questa mattina per l’ex europarlamentare vicentina di Forza Italia, Amalia Sartori

OPERE E TANGENTI – Marco Milanese è accusato di aver preso soldi per far accelerare il Mose al Cipe

MESTRE – La presunta mazzetta da mezzo milione di euro che è costata l’arresto di Marco Milanese nell’ambito dell’inchiesta sul Mose ha rischiato di essere intercettata dalla Guardia di Finanza. Già, perché il giorno pattuito per la consegna a rompere il planning fissato dal presidente Giovanni Mazzacurati fu una “inattesa” verifica fiscale nella sede del Consorzio Venezia Nuova da parte delle Fiamme Gialle. La busta con i 500mila euro era in un cassetto. Fu Luciano Neri (stretto collaboratore di Mazzacurati, anche lui finito in manette come il suo capo) a gettarla dietro un armadio, ritirandola alla sera. A raccontarlo ai pm veneziani, specificando che erano soldi da consegnare a Milanese per Tremonti, è stata Claudia Minutillo, ex segretaria del governatore del Veneto, Giancarlo Galan, arrestata nel primo filone dell’inchiesta, a fine febbraio 2013. E diventata insieme allo stesso Mazzacurati e a Piergiorgio Baita, ex patron della Mantovani, uno dei testi chiave del pool di magistrati che indaga sulla Tangentopoli serenissima.
Milanese, recluso nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, verrà interrogato stamani dal gip di Napoli. Ex ufficiale della Guardia di Finanza, 55 anni, in servizio a Milano ai tempi in cui come superiore aveva Emilio Spaziante – il generale, ex numero due del Corpo, ora in pensione, accusato di essere la talpa che forniva a Mazzacurati e Baita informazioni sullo stato delle indagini e arrestato nella grande retata dello scorso 4 giugno – è stato consigliere politico del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, fino al 2011 ed è stato coinvolto in altre vicende giudiziarie sempre per corruzione. Secondo i pm Paola Tonini, Stefano Ancilotto e Stefano Buccini, avrebbe ricevuto la dazione di denaro presunta tangente il 14 giugno 2010 nella sede di Milano di Palladio Finanziaria, in un incontro a tre, alla presenza dell’ad vicentino Roberto Meneguzzo e di Mazzacurati. Per questo gli atti sono stati trasmessi ai pm meneghini per competenza territoriale. La tangente – come ricostruiscono i pm della Procura di Venezia – serviva per veder accelerato l’ingresso della ‘pratica’ Mose al Cipe per ottenere i finanziamenti per la continuazione delle opere di difesa di Venezia dalle acque alte eccezionali. Una cifra inizialmente di 230 milioni di euro poi salita a 400 milioni: tutto girava attorno al Fas, il Fondo aree sottoutilizzate. Pare infatti che Tremonti non volesse includere i fondi anche per il Mose in quanto avrebbero sforato il 15% del Fas prevista per il sud.
Secondo l’ordinanza del Gip di Venezia Alberto Scaramuzza la dazione sarebbe testimoniata da «quattro riscontri» di quello che è un incontro «a tre tra Meneguzzo, Mazzacurati e lo stesso Milanese». Il primo elemento è «l’agenda informatica di Mazzacurati, da cui risulta partenza il 14 giugno 2010 da Venezia alle 8.30 per Milano con ritorno la stessa giornata». Il secondo e il terzo sono quelli che indicano come ci siano «due telefonate» intorno a mezzogiorno e mezzo dello stesso giorno «partite dal cellulare di Mazzacurati che hanno attivato celle telefoniche» in zone vicine alla «sede della Palladio finanziaria» con investigazioni che testimoniano l’arrivo di Mazzacurati in quell’ufficio. A ciò si aggiungono i tabulati del telefono di Meneguzzo che indicano che l’Ad di Palladio finanziaria è nel suo ufficio lombardo.
Stamane interrogatorio di garanzia anche per l’ex deputata europea di Forza Italia, la vicentina Lia Sartori, ai domiciliari nella sua abitazione di Contrà San Faustino dallo scorso mercoledì, dopo essere decaduta dalla carica e aver perso l’immunità parlamentare. È chiamata a rispondere di finanziamento illecito al partito per aver ricevuto la somma di 200mila euro dal Consorzio Venezia Nuova.

 

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