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IL CASO – Il celebre fotografo inaugura a Milano una mostra di 27 scatti su uno dei problemi della città

LA DELUSIONE «Le istituzioni non mi hanno dato risposte»

Se gli parli di Venezia i suoi occhi si abbassano e lo sguardo si fa triste. L’ama sempre, ci mancherebbe, ma per lui non è quella di un tempo. In fondo non la riconosce più perchè ha perso tutto il suo fascino così violentata – giorno dopo giorno – non solo dal tempo che passa, ma anche dagli esseri umani, che per lei non hanno più alcun rispetto.
La sua Venezia era tutta un’altra cosa, inutile negarlo. Una volta si andava con i compagni a giocare in campo; nelle domeniche d’estate era bello ritrovarsi in compagnia per ballare al Lido sulla spiaggia in riva al mare; in vaporetto trovavi gli amici con cui chiacchierare, ora i turisti non ti fanno neppure salire. E l’arrivo delle giostre, poi, era un evento da condividere tutti assieme con i genitori.
«No, no non può essere questa la città che ricordo quand’ero giovane – confessa Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi italiani, guardando Piazza San Marco seduto a un tavolino del Caffè Florian – Mi sembra quasi impossibile. Per me Venezia era materia di grande lavoro e di ispirazione inesauribile. Ora invece si fa davvero fatica a ritrovare antiche emozioni e non parliamo di divertimenti. Poi mettiamoci pure i venditori ambulanti e le grandi navi per completare il quadro».
E proprio su quest’ultimo tema – oggi di estrema attualità – egli ha voluto offrire il proprio contributo professionale realizzando una straordinaria serie di fotografie, rigorosamente in bianco e nero, che testimoniano la sua convinta denuncia attraverso un reportage duro, severo e rigoroso.
«Anch’io, attraverso il mio lavoro quotidiano ho voluto far vedere che bisogna ribellarsi a questa situazione. Purtroppo non sono un tecnico del settore e non ho soluzioni ideali da suggerire, ma bisogna trovarle assolutamente e al più pesto».
Ora queste ventisette immagini, che ritraggono il quotidiano passaggio di mastodontiche navi da crociera nel Canale della Giudecca, fanno parte di una preziosa mostra intitolata “Mostri a Venezia”, che – su iniziativa del Fai – si apre oggi a Villa Necchi Campiglio a Milano, ma che a Venezia purtroppo non è riuscita a trovare posto.
«A dire il vero come veneziano d’adozione, con moglie e figli nati qui, l’intenzione era proprio quella di allestirla nella mia città, ma le istituzioni pubbliche non hanno risposto alle mie aspettative e speranze. Solo promesse alla fine: sì, forse, ma vedremo, ora non c’è spazio. E allora ho accettato l’invito milanese, ma spero di poter portare la mostra prima o poi anche a Venezia se qualcuno lo vorrà. Però non in gallerie private, non avrebbe senso».

Roberto Ballarin

 

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