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LE RISORSE – Il sistema, portato avanti dalla giunta Galan, è risultato troppo oneroso

«Mai più interventi in finanza di progetto»

Dal Ben: «Venderemo il patrimonio». Per le Grazie torna in pista Stefanel

Lo Jona – questo pare è certo – sarà l’ultimo project financing ospedaliero. Ieri nessuno aveva una gran voglia di parlare di questo aspetto del nuovo padiglione del Civile. Realizzato da una cordata di privati, sulla base di un progetto di finanza voluto ai tempi del governatore Giancarlo Galan. Un sistema, all’epoca, difeso a spada tratta dalla politica. Ora le cose sono cambiate. Già da tempo la stessa Regione ha criticato questo meccanismo, che favorirebbe troppo i privati, mentre di recente si è aggiunta l’inchiesta sul sistema Mose che ha già toccato alcuni project, anche se non quelli ospedalieri. Chiaro che il tema sia spinoso, anche perchè alcune ditte della cordata che ha realizzato lo Jona – come Coveco e Gemmo – sono citate a vario titolo nelle carte dell’inchiesta. «Per lo Jona c’è un contratto, non l’ho firmato io. L’Ulss lo rispetterà…» ha tagliato corto ieri il presidente Luca Zaia.
Costato 48 milioni, 25 dei quali messi dalla società Nuova ospedale di Venezia, il project veneziano prevede che per i prossimi 22 anni i privati gestiscano una serie di servizi in cambio di un canone di disponibilità da 2 milioni e 450 milioni, più 11 milioni per i servizi. «Qui almeno, a differenza dell’Angelo, non ci sono servizi sanitari» ha sottolineato il dg Giuseppe Dal Ben che, per i lavori futuri, ha comunque voluto precisare che l’Ulss 12 non ricorrerà più a questo metodo: «Finanzieremo tutto con risorse nostre. Abbiamo un notevole patrimonio immobiliare che venderemo».
Per i prossimi interventi del Civile servono una ventina di milioni. E i primi 10 potrebbero arrivare dalla vendita dell’isola delle Grazie. «Contiamo di chiudere. Avevamo riassegnato l’isola ai secondi arrivati, ora c’è un rinnovato interesse della Stefanel che in origine si era aggiudicata l’isola. Vedremo il da farsi…». Ma tra i beni in vendita, c’è anche altro. L’ex ospedale di Pellestrina («Un rudere che ci costa di manutenzione») che potrebbe fruttare altre 10 milioni. E poi Palazzo Stern sul Canal Grande, che ospita l’albergo di Elio Dazzo ora interessato anche all’acquisto. E ancora appartamenti a Venezia e Mestre, un terreno a Favaro. Beni che l’Ulss 12 ha intenzione di far fruttare. «Non siamo un’agenzia immobiliare. Il nostro scopo non è quello di affittare le nostre proprietà, ma di curare le persone in posti dignitosi. E per questo ci servono soldi».

(r. br.)

 

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