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I verbali degli interrogatori di pierluigi alessandri

«A Chisso 30 mila euro e Sacaim vinse un appalto»

I soldi consegnati nel febbraio 2010 all’hotel Laguna Palace di Mestre, l’assessore prese il denaro come fosse una cosa dovuta Poi mi fu assegnato un lavoro con il Coveco

VENEZIA – Renato Chisso ha festeggiato in carcere i 60 anni, ma sulla sua testa stanno per piovere nuove accuse, che gettano pesanti ombre sui rapporti tra politica e affari, ben oltre l’inchiesta Mose: «Nel febbraio del 2010 ho consegnato a Renato Chisso 30 mila euro, all’hotel Laguna Palace di Mestre… Dopo quel pagamento, acquisimmo un lavoro con la Sistemi Territoriali, società della Regione Veneto, e vinsi in Ati con il Coveco». A parlare è Pierluigi Alessandri, titolare della Sacaim, l’azienda edile di Venezia che ha realizzato la Fenice e le Gallerie dell’Accademia, poi rilevata dalla Rizzani De Eccher dopo una crisi che l’aveva portata nell’anticamera del fallimento. Alessandri, interrogato il 30 luglio scorso dai pm Stefano Ancilotto e Paola Tonini, ha aperto un nuovo capitolo di accuse nei confronti di Giancarlo Galan, al punto che i giudici del Tribunale del Riesame hanno giudicato fondamentale la testimonianza e negato gli arresti domiciliari al deputato di Forza Italia che resta in carcere a Opera di Milano, anche se l’80% delle accuse contestategli dal gip Alberto Scaramuzza sono prescritte. Sotto il profilo penale, vale solo quanto accertato dopo il 22 luglio 2008. I tre pagamenti. Cosa dice Pierluigi Alessandri? Racconta nei dettagli di aver versato a Galan 115 mila euro in tre tranche. «Accuse del tutto infondate», replica l’avvocato Antonio Franchini, difensore dell’ex ministro, «si tratta di vicende completamente prescritte. Galan ha conosciuto Alessandri solo nel 2010». Ecco quanto emerge dai verbali degli interrogatori: «Ho consegnato a Giancarlo Galan in tutto 150 mila euro… Una prima tranche di 50 mila euro nel maggio-giugno 2006, poi 15 mila nel dicembre e 50 mila nei primi mesi 2007…. I soldi sono stati consegnati in luoghi diversi: a casa sua a Cinto Euganeo e una parte a casa di mia figlia che abitava a Monticelli di Monselice. Non ho consegnato io i soldi, ma mia figlia con una busta chiusa, lei non sapeva il contenuto, e Galan mi ha poi ringraziato delle somme ricevute…. Ho pagato per entrare nella schiera di imprenditori amici che poteva fruiredi trattamenti particolari nell’assegnazione dei lavori». I lavori nella villa di Cinto. «Ho eseguito gratuitamente lavori nella villa di Galan a Cinto Euganeo: opere di decoro, stuccatura, affrescatura con il mio personale. Ho emesso una modesta fattura di 25 mila euro che non mi è stata pagata, per giustificare la presenza del personale, ma l’entità dei lavori era di almeno 100 mila euro… Danilo Turato era perfettamente al corrente dell’accordo tra me e Galan». Chisso e le imprese. «La Sacaim non ha mai avuto un riferimento in Regione e siamo stati estromessi da lavori importanti, io ne ho parlato con Galan e mi disse che eravamo una delle imprese di riferimento dei Ds. A me interessava solo lavorare e lui rispose che avrebbe valutato il caso a patto che io fossi stato disponibile a far parte della cerchia di imprenditori a lui vicini, cioè quelli disponibili a elargire somme di denaro… Dissi poi a Galan che con Chisso non riuscivo a instaurare un rapporto, io chiedevo di far parte di alcune cordate ma l’assessore mi fece capire che Baita osteggiava la mia impresa. Galan mi suggerì di corrispondere delle somme a Chisso e dopo che mi “accreditai” ho incontrato l’assessore molte volte…. Per questo motivo quando mi presentai al Laguna Palace di Mestre, Chisso prese il denaro come fosse una cosa dovuta, senza minimamente stupirsi. Dopo questa vicenda, che risale al febbraio 2010, abbiamo acquisito un lavoro con a Sistemi Territoriali, una delle società della Regione: vinsi l’appalto in Ati con il Coveco».

(r.r.)

 

Mevorach: «Mi sono sempre rifiutato di pagare i politici»

«La mia verità? Galan mi ha chiesto di pagare per lavorare, ma io ho rifiutato». Andrea Mevorach, 52 anni, imprenditore veneziano, è un testimone chiave per la Procura e ha raccontato la sua verità che ha pesato sulla decisione dei giudici di tenere in carcere il parlamentare padovano di Forza Italia. Galan nel suo memoriale indica Mevorach come uno dei suoi finanziatori occulti: 10 gli imprenditori che lo hanno aiutato nella campagna elettorale del 2005,male smentite sono state immediate. Mario Polegato, mister Geox, e Mevorach sono due big che hanno negato di aver mai versato fondi a Galan. L’imprenditore veneziano avrebbe pagato 300 mila euro in nero a Claudia Minutillo, la quale se li tenne per sé. A diffondere questa versione dei fatti è ovviamente Galan nel suo memoriale depositato alla Procura qualche giorno fa. Ma la mossa è diventata un boomerang perché Andrea Mevorach è diventato un teste chiave per i pm Ancilotto, Buccini e Tonini. L’imprenditore veneziano ha in ballo la costruzione del mercato ortofrutticolo di Mestre, progetto bloccato dal commissario straordinario Zappalorto. «Credo sia davvero una beffa che un imprenditore onesto debba ancora pagare pesantemente per aver collaborato con la giustizia. Sarebbe bellissimo poter lavorare in questo Paese senza dover pagare e senza mai essere sottoposti a richieste di pagamento», conclude Mevorach ai microfoni del Tg3 Veneto. La sua testimonianza, assieme a quella del medico Salvatore Romano, sono state decisive per confermare la detenzione in carcere a Galan. Romano ha detto di aver veduto la villa all’ex ministro per 1 milione 800mila euro: 700 mila nel rogito notarile, gli altri in nero.

 

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