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Nuova Venezia – Italia Nostra: “Galletti si dimetta”

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

12

ago

2014

Lettera a Renzi contro il ministro dell’Ambiente che ha detto sì al Contorta

Dimissioni del ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti per la sua posizione sul via libera allo scavo del canale Contorta- Sant’Angelo – sostenuto dall’Autorità Portuale – come via alternativa al passaggio delle Grandi Navi da San Marco, stabilita nell’ultima riunione del Comitatone. A chiederle, con una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi, è il Consiglio Direttivo di Italia Nostra di Venezia. «Il comunicato stampa del suo governo – scrive Italia Nostra a Renzi – lascia allibiti: la decisione è presa per «salvaguardare i livelli economici e occupazionali generati dal turismo di crociera ed evitare danni al settore». Nessun accenno alla salute degli abitanti esposti alle polveri sottili (a Venezia il tasso di incidenza di neoplasie polmonari è fra i più alti in Italia) e alle nano polveri, che penetrano attraverso la pelle e con il sangue arrivano al cervello. Nessuna preoccupazione per la salvaguardia di Venezia, i cui marmi continueranno a diventare gesso e a sfarinarsi per processi di solfatazione, nessuna preoccupazione per la salvaguardia della Laguna, già divorata dal Canale dei petroli, aberrazione degli anni ’60, progettato quando non esistevano studi sugli effetti erosivi in Laguna dei grandi canali artificiali. Nessun accenno alla grave possibilità di incidente per la compresenza di traffico passeggero e mercantile per buona parte del Canale dei Petroli». E prosegue più avanti: «Ci consta che il Suo Ministro dell’Ambiente, Galletti, abbia incredibilmente manifestato totale, convinta adesione al progetto di escavo del Canale Contorta. Sa il suo ministro cosa comporta per la Laguna l’escavo di un altro, nuovo profondo canale? talia Nostra ritiene inoltre inaccettabile che il Ministro dell’ambiente, dal quale dipende la procedura di Valutazione di impatto ambientale dello stesso nuovo canale Contorta, si sia già pronunciato, e in modo così convinto, a favore del progetto che i suoi tecnici devono ancora valutare. Italia Nostra pertanto chiede con forza le dimissioni del ministro dell’ambiente Galletti, che dimostra di non poter essere garante imparziale dell’iter procedurale».

 

L’INTERVENTO

di Paolo Lanapoppi

Sui giornali di questi giorni un grosso equivoco: il Bacino verrà liberato ma il problema non è risolto. Con lo scavo Contorta sarà minato tutto l’equilibrio della laguna

C’è un forte malinteso dietro i titoli con i quali i media salutano la recente decisione del governo sulle navi da crociera. La cosa viene infatti presentata, in perfetta buona fede, come un vittoria di chi si era battuto contro l’invadenza delle grandi navi. Ma ciò è dovuto a una semplice confusione tra “via le navi dal bacino di San Marco” e “via dalla laguna” o meglio ancora “via da Venezia”. La soluzione adottata preserva solo il tratto del bacino di San Marco tra il Lido e la Salute, ma lascia intatti, e anzi peggiora gravemente, tutti i problemi creati dalle grandi navi a Venezia. Ammettiamo che ci vuole del coraggio a riconoscerlo, ma ciò non ci esime dal farlo. Ecco dunque una sintesi della nuova situazione dopo il verdetto dell’8 agosto: 1) le grandi navi rimangono, e restano un passo avanti verso la trasformazione di Venezia in città-presepe o città-giocattolo. Pochi giorni or sono El Paìs titolava “Il turismo di massa ha derubato la città della sua anima”, National Geographic lamentava che Venezia sta per affondare sotto un’ “alluvione di turisti” e il professor Van der Borg, veneziano d’adozione e docente di Economiadel turismo a Ca’ Foscari, ha citato tra le primissime misure da mettere in atto: «Bloccare il turismo crocieristico». I due milioni e passa di persone che le crociere aggiungono ai 30 milioni in arrivo ogni anno sono assolutamente eccessivi; 2) la presenza delle grandi navi in Marittima continuerà, con tutti i danni a Santa Marta e alla città intera, dovuti all’inquinamento atmosferico pesantissimo, a quello acustico, al moto ondoso per i taxi e lancioni in corsa tra la Marittima e riva degli Schiavoni; 3) continuerà e aumenterà il piccolo commercio di bancarelle e ambulanti, già organizzati per il nuovo pubblico dei crocieristi; 4) lo scavo in laguna di un nuovo canale lungo cinque chilometri, del tutto rettilineo, largo 180 metri e profondo 12 (mentre tutti sanno che i canali naturali sono sinuosi e profondi fra i due e i tre metri), creerà degli scompensi gravissimi ne lmoto delle maree e nei fondali circostanti. Anche dal punto di vista estetico e affettivo, una laguna solcata da quelle grandissime navi cesserà di essere una vera laguna per la sproporzione troppo evidente; 5) la soluzione prospettata dal comitato No Grandi Navi e abbracciata dal senatore Felice Casson è stata scartata dal governo (se pure l’ha considerata). Essa prevedeva di ormeggiare le grandi navi subito fuori dalle dighe del Mose tra Punta Sabbioni e il Lido. Non è noto il perché del rifiuto. Tuttavia essa non avrebbe alleggerito di molto il problema: spostava infatti i disagi al Cavallino, lasciando una laguna solcata da innumerevoli mezzi di trasporto da e per le navi, e non allentava la morsa turistica sulla città. La vera soluzione per le grandi navi consiste nell’eliminare la tappa di Venezia dai loro percorsi. Ci sono altri porti, come quello di Trieste, molto più adatti ad accoglierle, se proprio se ne sente il bisogno. L’indotto si sposterebbe in essi, che sono dopotutto parte dell’Italia come Venezia. E qui sulla laguna si possono e si devono costruire una portualità e una crocieristica più adatte alla natura della città unica e della sua laguna. Forse allora anche l’aspetto economico se ne troverebbe avvantaggiato. Ma sicuramente allora avrebbero senso i titoli che oggi leggiamo: “Venezia salvata dalla minaccia delle grandi navi”.

 

GRANDINAVI

Quegli amministratori allineati e coperti

Silvio Testa Autore dei libretti “E le chiamano navi” e “Invertire la rotta” (Corte del Fontego Editore)

Dopo lunghi mesi di silenzi e di assoluta mancanza di atti politici e amministrativi da parte sua, l’ex assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin è ora presente quasi tutti i giorni sui giornali con dichiarazioni sul tema delle grandi navi: evidentemente è cominciata la campagna elettorale. Tra le varie, se la prende anche con chi, come il sottoscritto, ha sostenuto che in laguna ci si avvia verso un’altra Val di Susa, e lo capisco: lì c’è un bellissimo e civile movimento di popolo guidato dai sindaci con la fascia tricolore, mentre qui gli amministratori se ne sono rimasti per bene allineati e coperti mentre il primo cittadino andava contro la gente che si era mobilitata contro un crocierismo incompatibile con la città e con la laguna. Approfittando di una città divisa – commissario o non commissario – il Governo ha così preso la peggiore decisione possibile, che non è solo quella del Contorta. Il comunicato della presidenza del Consiglio dopo il blitz del Comitatone è infatti chiarissimo: non basta il devastante scavo di un nuovo canale in laguna, c’è anche la scelta di un nuovo terminal crocieristico a Porto Marghera nel momento in cui l’attracco commerciale off shore, la cui realizzazione viene evidentemente data per scontata, “libererà” transiti e aree in gronda lagunare. È l’en plein del Porto, ormai designato come la vera autorità di governo di Venezia, portatore di un progetto nel quale la laguna non sarà più patrimonio dell’umanità per valori ambientali, culturali, storici, ma verrà ridotta a mero attracco per navi smisurate e senza limiti dinumero, con l’ovvio ma taciuto corollario, già imposto dallo scavo del solo Contorta, dell’arginatura dell’intero percorso da Malamocco alla Giudecca e la conseguente divisione della laguna stessa in due bacini idraulici separati. Quanto alla Val di Susa, ho sempre sentito da parte dei cittadini della valle ragioni e osservazioni concrete e convincenti rimaste sistematicamente senza risposta, esattamente come è successo per il Mose e ora per la vicenda del crocierismo. Se le scelte non vengono fatte secondo il merito ma sposando i progetti della lobby più forte, è ovvio che poi la gente si mobilita nelle forme in cui ciascuno si riconosce: io personalmente ho testualmente indicato solo iniziative politiche, giuridiche, amministrative. Tutte quelle immaginabili e niente di più. Altri, nel malaugurato caso diverso, si prenderanno le proprie responsabilità. Da questo punto di vista, credo che i temi del crocierismo e in genere dei rapporti tra la portualità, Venezia e la laguna dovranno essere al centro della prossima campagna elettorale, senza demagogie, ambiguità, tatticismi, cerchiobottismi. Dovrà essere una partita dirimente: o si sta di qua o si sta di là. La prossima battaglia dovrà essere guidata dal sindaco con la fascia tricolore, esattamente come in Val di Susa.

 

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