Gazzettino – Marghera. Paralisi amministrativa sui 110 ettari di Syndial.
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
17
ago
2014
Il presidente della Municipalità, Dal Corso: «La Regione non ha ancora approvato l’accordo sulla newco»
Con il maremoto che ha travolto l’Amministrazione veneziana e parte di quella regionale non è solo il Vallone Moranzani ad essere in pericolo. Nel pantano è finita pure la questione delle aree industriali che Syndial deve trasferire alla società tra Comune e Regione. E il presidente della Municipalità di Marghera, Flavio Dal Corso, chiede polemicamente al governatore del Veneto Luca Zaia di occuparsene: «Affronti finalmente le vere questioni, invece di esternare continuamente su Venezia approfittando del vuoto politico in Comune».
I 110 ettari all’interno dell’area industriale di Porto Marghera, che la società dell’Eni ha deciso di cedere alle due istituzioni siglando il famoso accordo del 15 maggio 2012, sono ancora lì bloccati. «Ebbene, l’accordo sulla costituzione della newco, la società che appunto dovrebbe gestire quelle aree, in realtà dev’essere ancora approvato dalla Giunta Regionale».
È vero che da allora non ne è andata bene una, e l’arresto dell’assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso e del direttore del Progetto Venezia, Giovanni Artico (quest’ultimo rimesso in piena libertà a fine giugno ma destinato ad altro incarico), sono solo parte dei problemi. Per Dal Corso, però, non è una buona scusa per non far procedere l’operazione, anche perché quelle aree potrebbero ospitare nuovi investimenti industriali e creare posti di lavoro.
«E invece sui 110 ettari, come sul Vallone Moranzani, è sceso il silenzio più assoluto. Zaia, che notoriamente è stato per anni vice del presidente Galan anch’egli arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti del Mose, ha assunto le deleghe di Chisso e nominato un nuovo dirigente regionale al posto di Artico. Affrontino allora le questioni in sospeso come quella, pesantissima, dell’interramento delle 3 linee di elettrodotti di Terna a ridosso di Malcontenta, senza le quali l’Accordo sul Vallone Moranzani rischia davvero di saltare, con tutto quel che ne consegue in termini ambientali per la popolazione, e di trattamento e smaltimento dei fanghi dei canali industriali».
(e.t.)