Nuova Venezia – Grandi navi. Crocieristica veneziana una rotta incerta.
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
20
ago
2014
La decisione romana di avviare la valutazione del progetto di un nuovo canale navigabile Contorta non ha risolto un bel nulla, come ha osservato il presidente di Confindustria veneziana Matteo Zoppas: non varrà infatti a fronte del crescente gigantismo navale; costi e tempi di approvazione e realizzazione sono ancora incerti; il sistema decisionale assomiglia troppo a un nuovo Mose e, dice giustamente il presidente, «non ci possiamo permettere un altro scandalo». Si ha l’impressione che la politica abbia rinunciato alle sue prerogative e si sia sottratta alle sue responsabilità, anche di doveroso rispetto delle leggi, cedendo al piglio di un capitano di lungo corso come Paolo Costa, già rettore, sindaco, ministro e ora presidente dell’Autorità portuale veneziana. Questi ha già affidato al noto Consorzio Venezia Nuova il progetto di una megastruttura portuale in mare, che costerebbe dai 2,8 ai 4,6 miliardi di euro secondo le diverse stime, finalizzata all’estromissione dalla laguna del traffico petrolifero (che però si è già estinto da sé) e destinata quindi in sostanza alle grandissime navi porta container del prossimo futuro, da 18-20 mila teu (container standard). Tuttavia, gli esperti giudicano insostenibile questo off shore: per via della rottura di carico e relativi maggiori oneri gestionali, per i limiti infrastrutturali a terra, per le criticità stesse di un sistema basato su enormi capacità di carico a bordo e necessità di altrettanta capacità di utilizzo a terra. Costa è riuscito ora a far passare lo scavo di un enorme canale portuale al posto del sottile e poco profondo Contorta come una brillante operazione di risanamento della laguna e come lo strumento di salvataggio di migliaia di posti di lavoro, messi invece a rischio proprio dalla pianificazione vetusta dell’Autorità portuale, ferma agli anni ’60 del secolo scorso. È riuscito pure ad ammutolire anche il maggior partito della città, il Pd, che solo una ventina di giorni prima, sia pur faticosamente e dopo molti rinvii, aveva preso posizione mettendo in primo piano la salvaguardia della laguna e chiedendo l’applicazione dell’odg del Senato del 6 febbraio (confronto di tutte le alternative in campo) e della Convenzione di Aarhus che assicura informazione e partecipazione del pubblico. Italia Nostra, invece, ha subito chiesto le dimissioni del ministro dell’Ambiente che in “Comitatone” si sarebbe apertamente espresso a favore del Contorta mancando al suo ruolo di terzietà nelle valutazioni ambientali. Un comitato a ben vedere anomalo: al quale non spettava certo scegliere quali progetti sottoporre alla VIA al quale è mancato il voto del Comune di Venezia, presieduto da chi non ne aveva per legge la competenza e privo delle funzioni di segreteria del Magistrato alle Acque, perché soppresso con recente decreto legge. Anche la Venezia Terminal Passeggeri spa ha preferito un troppo comodo status quo: ha brandito come una clava i posti-lavoro che il crocierismo delle grandi navi assicurerebbe a Venezia (con stime non dimostrate ed evidentemente alte), senza preoccuparsi di quanti, e di quali lavori si tratti, come garantiti, e di che turismo abbia bisogno Venezia. Intanto, a dimostrazione che il peggio può sempre succedere, pochi giorni fa un traghetto si è incagliato in una secca nel porto di Olbia: cosa succederebbe se nelle “sicure” acque lagunari una nave da oltre 100 mila tonnellate andasse fuori rotta, sui bassi fondali? quanto tempo e quanti rimorchiatori per tirarla fuori? Una cosa è certa: chi pensa di candidarsi o di candidare qualcuno al governo di Venezia, per le amministrative della prossima primavera, dovrà ben dire cosa pensa e si propone di fare su questi temi. Certamente, la giunta Orsoni, anche per quanto riguarda la gestione di questo problema, non è stata all’altezza dei propositi annunciati nel programma di governo facendo mancare, dopo il decreto Clini-Passera, il ruolo positivo e di garanzia del Comune. Ora dunque la latitanza della politica cittadina non sarebbe tollerabile.
Alberto Bernstein (Circolo Pd San Marco) Antonio Rusconi (Circolo Pd Castello) Cecilia Tonon (Circolo Pd Cannaregio) Enzo Castelli (Circolo Pd Dorsoduro) Federica Travagnin (Circolo Pd Dorsoduro) Francesco Pedrini (Circolo Pd Cannaregio) Gilberto Scarpa (Circolo Pd San Marco) Giorgio Nardo (Circolo Pd di Cannaregio) Luciana Mion (Circolo Pd Cannaregio) Marco Zanetti (Circolo Pd Lido e Pellestrina) Monica Da Cortà Fumei (Circolo Pd San Marco) Raimondo Ruzzier (Circolo Pd Mobilità e Trasporti) Roberto Vianello (Circolo Pd Giudecca) Serena Ragno (Circolo Pd San Marco) Mariagrazia Mandricardo (Circolo Pd Dorsoduro) Giovanna Gosen (Circolo Pd Dorsoduro) Stefano Reggio (Circolo Pd Lido e Pellestrina) William Pinarello (Circolo Pd Lido e Pellestrina) Mariagrazia Buzzo (Circolo Pd Favaro Veneto) Cino Casson (Circolo Pd Cannaregio) Luigina Malvestio (Circolo Pd Dorsoduro) Giovanni Battista Vianello (Circolo Pd Lido)