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UN PROTOTIPO NEI VIGNETI

Gli impianti fissi per il trattamento fitosanitario dei vigneti potrebbero mandare definitivamente in pensione gli elicotteri tanto contestati dal mondo ambientalista. Un prototipo, perfezionato dall’Università di Padova, è stato installato in sei filari a Farra di Soligo.

LA GUERRA AI PESTICIDI – Il primo prototipo è stato installato in sei filari dei colli del Prosecco

Impianti nei vigneti: elicotteri addio

L’idea dell’università di Padova: postazioni fisse per irrorare i fitofarmaci

I VANTAGGI – Evita dispersioni dei prodotti e tutela agricoltori e residenti

Una viticoltura sostenibile che abbini l’esigenza della produzioni con il rispetto dell’ambiente. Una sfida impossibile? Decisamente no. Notizie rassicuranti arrivano dall’Università di Padova che ha creato un prototipo per i trattamenti fitosanitari nelle colline più alte del Prosecco, che elimina l’esposizione ai prodotti da parte di chi lavora e di vive nell’area. Una novità che permetterà di mettere finalmente al bando non solo l’elicottero, ma anche la lancia a mano. Certo i fitofarmaci si continueranno a spruzzare, ma almeno si spruzzeranno solo dove serve.
Il primo impianto fisso, frutto di 2 anni di sperimentazione, è stato presentato mercoledì nell’ambito del Field Day organizzato nei vigneti della cantina Villa Maria a Farra di Soligo. Il prototipo è stato allestito in un appezzamento in collina di mille metri quadrati occupato da sei filari. L’idea dei tecnici è stata quella di creare una sorta di impianto di irrigazione, che anzichè spruzzare acqua sulle viti, spruzzi fitofarmaci. La progettazione ha tenuto conto della necessità di trattare sia la chioma, sia soprattutto i grappoli, per questo motivo sono state allestite linee separate. L’impianto è alimentato mediante una motopompa: l’acqua è immagazzinata in un serbatoio interrato da 3000 litri, mentre la miscela fitoiatrica viene preparata in un serbatoio esterno da 300 litri, dal quale viene immessa nell’impianto. Il progetto è ancora in fase di sperimentazione e richiederà di ulteriori sviluppi, che tengano conto dei costi, dell’uniformità e della regolarità della distribuzione. Ma la strada è sicuramente quella giusta: l’impianto rispetta l’ambiente, evita la dispersione dei prodotti fuori dalle aree interessate ed elimina l’esposizione ai trattamenti degli addetti ai lavori. Da sottolineare poi la possibilità di intervenire anche in condizioni di terreno impraticabile, in quanto è sufficiente che la vegetazione sia asciutta. Una tecnologia importante soprattutto in stagioni piovose come quella del 2014. Il prototipo è stato sviluppato nell’ambito del progetto “Deriva” (Difesa Ecosostenibile per la Riduzione dell’Inquinamento nella Viticoltura Avanzata) finanziato dalla Regione, ed in parte dalla Camera di Commercio di Treviso, e portato avanti dall’Università di Padova in collaborazione con il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore e con le aziende Le Colture di San Pietro di Feletto e Villa Maria di Farra di Soligo. Un prototipo che ha il suo valore più nel messaggio che nella tecnologia: il vento sta cambiando. La sfida oggi si può e si deve vincere non solo per chi da anni combatte contro la viticoltura industriale e i suoi danni: inquinamento dei vigneti, scempio paesaggistico e perdita di biodiversità. Ma anche per tutti quelli, che con tenacia e passione, continuano a scegliere la qualità alle cantine piene.

Manuela Collodet

 

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