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Nuova Venezia – Crocierismo quante domande senza risposta

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

29

ago

2014

L’OPINIONE di Giuseppe Tattara – Docente di Ca’ Foscari

Il dottor Filippo Olivetti riprende il tema delle crociere e delle spese dei crocieristi in città, accusandomi di fare disinformazione e di essere poco informato. Cerco allora di chiarire due problemi. 1) del milione e 800 mila crocieristi che transitano per il porto di Venezia, si fermano a pernottare in città solo in 300 mila (Costa su “La Nuova Venezia”, 1 ottobre 2013). Gli altri si imbarcano e sbarcano in giornata: averli assimilati al turismo escursionistico, mordi e fuggi, significa secondo il dottor Olivetti fare disinformazione gratuita. Il dottor Olivetti forse non ricorda la spesa che viene loro attribuita dal rapporto sul crocierismo commissionato nel 2005 da Venice Terminal Passeggeri e Autorità Portuale a Ideas (università Venezia)? 19 euro pro capite (59 oggi, secondo uno studio Ue). Sbaglio a dire che alla città questi crocieristi costano probabilmente più di quanto rendono? 2) I servizi portuali, l’indotto e l’occupazione. Il mio interlocutore si riferisce a uno studio commissionato dalla Autorità Portuale. Immagino il rapporto “L’impatto economico della crocieristica a Venezia, 2013”. Lo conosco così bene che lo ho discusso prima che venisse pubblicato e in piccola parte si deve anche a queste discussioni, come sempre succede nelle discussioni scientifiche e come è stato riconosciuto dagli stessi autori, se la quota dell’indotto sul prodotto comunale che a febbraio 2013 questo studio poneva a più del 6% è, a maggio, stata ridimensionata di circa la metà. Se il dottor Olivetti avesse solo guardato la copertina di questo studio, saprebbe che si tratta di una ricerca affidata a livello individuale a quattro colleghi; non implica, come scrive, né una società specializzata nel settore turistico né un’istituzione universitaria. I ricavi generati dal crocierismo sono i ricavi relativi alle spese delle compagnie (servizi portuali, rimorchio, pilotaggio, bunkeraggio ecc.) e quelli relativi alle spese dei crocieristi a terra, in quanto turisti. Proprio questo studio calcola i ricavi relativi alle compagnie al 16% del totale (p. 39, figura 14). Non un euro di più. Provviste, servizi, milioni di euro che circolano? Se il mio interlocutore avesse letto lo studio trarrebbe conclusioni ben diverse. Quando dico che parte dei crocieristi in quanto turisti, in una città che di turismo muore, sono “rimpiazzabili”, dico che larga parte dei ricavi è anche rimpiazzabile. E sull’occupazione cosa dice il dottor Olivetti? Vtp e Cruise Venice hanno sempre sostenuto trattarsi di cinquemila addetti locali, contrariamente allo studio di cui sopra che pone l’asticella attorno a quattromila. Ma qui il dottor Olivetti cambia tattica; sembra schernirsi, dice che non vuole discutere sul numero degli occupati, mille in più, mille in meno… ma vede all’opera in porto migliaia di giovani che lavorano freneticamente e iniziano a “costruirsi il loro futuro”. Ma perché una buona volta, visto che ne ha i mezzi e, forse, le capacità, non ci dice come sono calcolate queste migliaia di giovani? Non ci dice quanti sono assunti a tempo pieno, quanti a tempo parziale, quanti sono i giornalieri? Quale è il loro stipendio medio? Quanti sono gli assunti diretti e quanti lavorano nell’indotto che si sviluppa nel comune? “Fatti! Fatti! Fatti! Non si possono costruire i mattoni senza la creta” grida Sherlock Holmes a Watson (“The copper beeches”). Quei pochi fatti che ci sono vanno analizzati, e l’operatore pubblico dovrebbe fare ogni sforzo per fornire indicazioni capaci di porre il dibattito su basi più produttive e meno ideologiche. Se il dottor Olivetti si adopererà in questo senso tutti gliene saremo riconoscenti.

 

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