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Gazzettino – Appello pro Contorta. Il giallo delle firme

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

4

set

2014

Venice Alive, il giallo delle firme taroccate

Beppe Caccia è sobbalzato sulla sedia. Tommaso Cacciari, leader dei centri sociali, si è fatto una risata. Gianfranco Bettin ha mantenuto il suo “aplomb”. Tutt’e tre si sono ritrovati sostenitori di Venice Alive, la petizione online che, con l’imperativo “salviamo Venezia-Via le navi da San Marco” in realtà – con abile gioco di parole – sottintende un appello per l’avvio del progetto di scavo del Sant’Angelo-Contorta a favore quindi delle grandi navi. Insomma, difficile pensare – viste le posizioni di Bettin, Caccia e Tommaso Cacciari -, che i tre possano andare a braccetto con i quattro ex sindaci (Paolo Costa, Mario Rigo, Nereo Laroni e Ugo Bergamo) che hanno sottoscritto sulla piattaforma telematica Change.org, la petizione battezzata “Alive Venice” che invita il governo Renzi a fare presto nelle sue decisioni per lo scavo del Contorta e dare così un futuro certo alla crocieristica veneziana. A loro si è aggiunto in queste ore anche l’assessore provinciale alla Cultura, Raffaele Speranzon.
Insomma, un vero e proprio “giallo” che ovviamente non è piaciuto a Beppe Caccia che ha presentato un esposto denuncia alla Polizia Postale ipotizzando gravi reati penali. «Devono essere individuati gli autori – dice l’ex consigliere – Forse c’è qualche zelante di troppo, magari ben pagato, ansioso di contrapporre le firme di questa petizione, a quelle ben più numerose contro le grandi navi in laguna. Così, qualcuno ha pensato bene di buttare lì delle firme false. É un episodio inquietante e rivelatore».
Tommaso Cacciari si è limitato ad un tweet sul suo profilo personale. «Sono state raccolte tante firme – ha “cinguettato” – ma molte sono false». E anche Silvio Testa, del comitato No Grandi Navi, ha stigmatizziato l’accaduto. Situazione imbarazzante, non c’è dubbio. Ma tocca proprio agli organizzatori della petizione sempre su Twitter prendere posizione. «Ci dispiace dell’accaduto – sintetizzava “Alive Venice” rispondendo ad un tweet di Cacciari – non è nostra responsabilità, le accuse sono infondate: non è nostra intenzione farci male da soli». E poi al di lò del profilo Twitter, la stessa organizzazione di Alive Venice ha rilanciato con una nota più chiara, anche in qualche modo risentita. «Nonostante i tentativi di inquinare la diffusione della petizione – sottolinea – sono state superate le 2500 firme. Venice Alive ha provveduto a segnalare alla piattaforma Change.org il tentativo di trolling (nel linguaggio di internet praticamente dei “messaggi provocatori”). Ci risulta che Change.org abbia già provveduto a rimuovere le firme delle persone coinvolte».

 

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