Segui @OpzioneZero Gli aggiornamenti principali anche su Facebook e Twitter. Clicca su "Mi piace" o "Segui".

Questo sito utilizza cookie di profilazione, propri o di terze parti per rendere migliore l'esperienza d'uso degli utenti. Continuando la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni cliccare qui



Sostieni la battaglia contro l'inceneritore di Fusina, contribuisci alle spese legali per il ricorso al Consiglio di Stato. Versamento su cc intestato a Opzione Zero IBAN IT12C0501812101000017280280 causale "Sottoscrizione per ricorso Consiglio di Stato contro inceneritore Fusina" Per maggiori informazioni cliccare qui

Nuova Venezia – Cave: lobby piu’ forti della politica

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

17

set

2014

Slitta ancora il sì alla nuova legge regionale. Conte: non ci arrendiamo. Il Pd: maggioranza lacerata

VENEZIA – Da 32 anni il Veneto attende un piano regionale sulle attività estrattive di sabbia, ghiaia e marmi che ponga fine agli scempi ambientali e fissi regole adeguate ad un business, quello delle cave, fin qui dominato dalla legge del più forte. Ieri, in Consiglio, sembrava la volta buona, con l’assessore all’Ambiente Maurizio Conte deciso a strappare l’approvazione della nuova legge. Ma non è stato così. L’appello congiunto delle associazioni cavatori – contrarie alle misure in discussione – ha trovato orecchie sensibili nella maggioranza, in particolare nel gruppo di Forza Italia spalleggiato da qualche leghista e così – tra conciliaboli di corridoio e riunioni senza esito dei capigruppo – il confronto in aula non è neppure iniziato. Se ne riparlerà stamani in commissione, con l’esame degli emendamenti, ma la voglia di rinviare tutto sine die balza agli occhi. La questione è oggetto di spinte contrastanti. A fronte di 563 cave attive e 2057 dismesse (a volte ridotte a discariche) gli ambientalisti chiedono di mettere un freno agli 80 milioni di metri cubi estraibili già autorizzati – pari a 13 volte la richiesta annua del mercati – mentre i cavatori non intendono cedere di un palmo. Il loro comparto, pur ferito dalla crisi della costruzioni, continua a garantire reddito e occupazione ma emerge la divisione tra le imprese trevigiane che dispongono di riserve ancora cospicue, le veronesi che scontano l’esaurimento dei bacini e quelle di Vicenza, favorevoli a un riequilibrio delle concessioni. «Questa legge rappresenta una sfida», chiarisce Conte «perché, per la prima volta, prevediamo il blocco del meccanismo delle proroghe continue e il contingentamento delle quantità di materiali estraibili. Il Veneto purtroppo ha vissuto una stagione di forti disparità tra territori e imprese, che ha favorito alcune a discapito di altri, è tempo di voltare pagina. Questa legislatura ha la responsabilità di dare finalmente una risposta concreta al futuro di un’attività strategica, garantendo nel contempo la salvaguardia dell’ambiente». Di «maggioranza lacerata in difesa di chi fino ad oggi ha tratto vantaggio da questa situazione di proroghe e incertezze», parla invece Roberto Fasoli del Pd. Il suo gruppo ha presentato un centinaio di emendamenti e il consigliere promette battaglia: «Dov’è il governatore Zaia? Perché non è in aula a difendere la legge proposta dalla sua giunta? Non accetteremo compromessi al ribasso che puntino a lasciare le cose come stanno e a premiare i furbi che in questi anni, in assenza di norme precise e di controlli adeguati, hanno fatto i loro comodi, danneggiando gravemente non solo l’ambiente ma anche i loro colleghi imprenditori che si sono sforzati di rispettare le regole».

Filippo Tosatto

 

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Copyrights © 2012-2015 by Opzione Zero

Per leggere la Privacy policy cliccare qui