Nuova Venezia – Cave, la legge e’ insabbiata
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
18
set
2014
Il veto FI-Ncd impedisce l’approvazione della riforma, rinviata in commissione
Il Pd: vergogna per il Veneto. L’assessore leghista: chiederò lumi al governatore
Conte: «Vincono le lobby»
VENEZIA – Facili profeti, ahinoi. La nuova legge sull’estrazione di ghiaia, sabbia e marmo sul territorio veneto resta un tabù per il Consiglio regionale dove la maggioranza di centrodestra – FI e Ncd, in primis – cede alle pressioni dei cavatori, irriducibili nella difesa dello status quo che garantisce loro autorizzazioni all’escavo pari a 80 milioni di metri cubi a fronte di un fabbisogno annuo stimato in 6. Ci ha provato, l’assessore leghista all’Ambiente Maurizio Conte, ma alla fine – preso atto dei veti opposti dai capigruppo “alleati” – è stato costretto a gettare la spugna, incassando l’ennesimo rinvio del testo in commissione per «ulteriori approfondimenti», una formulazione edulcorata quella adottata dall’assemblea (22 voti favorevoli, 13 contrari 4 astenuti) che equivale all’insabbiamento. «Questa decisione rappresenta una sconfitta che vanifica il lungo lavoro compiuto per dotare di criteri e paletti l’attività estrattiva, ancora regolata da norme risalenti a trent’anni fa», il commento amaro e indispettito di Conte, che in aula ha puntato l’indice: «Ancora una volta le lobby hanno vinto e, soprattutto, l’atteggiamento della maggioranza non ha permesso di giungere all’approvazione di questa legge. Ora chiederò al presidente Zaia cosa si dovrà fare nell’ambito di una pianificazione che è strategica e fondamentale: occorre una riforma chiara e innovativa ma credo sarà molto difficile approvarla. Io ho ascoltato tutti: enti locali, imprenditori, sindacati e ambientalisti, cercando una soluzione equilibrata. Purtroppo è prevalsa una resistenza conservatrice, una visione miope che ha trovato eco in Consiglio». Così resterà tutto come prima: 563 cave attive, 2057 dismesse con scempi ambientali e bacini ridotti a discariche, patto leonino dei cavatori trevigiani a spese di veronesi e vicentini. Indignato il gruppo del Pd, che – pur criticando alcuni contenuti del progetto, tanto da presentare un centinaio di emendamenti – aveva spinto per l’approvazione di una nuova legge: «È chiaro che è la maggioranza di Zaia a non volere la legge, perciò in aula hanno lasciato solo l’assessore Conte, esponendolo ad una pessima figura, che è quella del centrodestra e purtroppo dell’intero Veneto», il giudizio di Roberto Fasoli, e puntuale nel ribadire il decalogo democrat: riuso dei materiali provenienti da costruzione e demolizione con aumento delle tariffe per il conferimento in discarica; incentivi agli imprenditori rispettosi delle regole; progressiva ricomposizione del terreno agricolo e stop alla trasformazione delle cave estinte in discariche; rispetto della volontà dei Comuni, stop alle cave in falda e al sistema delle proroghe e delle deroghe; varo in tempi stretti del Piano regionale delle attività di cava. «Zaia latita, la maggioranza è allo sbando, Conte dia un segnale forte e si dimetta», rincara il capogruppo Lucio Tiozzo. «Io non faccio propaganda, continuerò a lavorare ricercando obiettivi concreti», ribatte l’assessore. Muti come pesci forzisti e alfaniani, una voce fuori dal coro è quella di Gennaro Marotta: «Vista la situazione, il rinvio in commissione è il male minore», dice il consigliere dell’Idv «occorre un esame più approfondito del testo, una legge malfatta provocherebbe ulteriori danni».
Filippo Tosatto
Plauso dei cavatori: sospensione opportuna
Soddisfatti i cavatori che, attraverso le loro associazioni, avevano tuonato contro la nuova legge. «Questa sospensione è opportuna, auspichiamo consenta una revisione approfondita del provvedimento e che si tenga conto dei contributi della categoria di settore», dichiara Raffaella Grassi, presidente di Albo Cavatori Veneto, «a questo proposito, Albo Cavatori è disponibile a collaborare con i tecnici e le istituzioni proprio per evitare che si creino micro o macro lobby d’interesse personale. In questo modo, sarà possibile garantire, oltre a una corretta regolamentazione, anche la necessaria pianificazione delle attività di cava per consentire la difesa dell’ambiente e tutelare il comparto industriale, in grave crisi da tempo, ma che è motore di sviluppo per la regione»