Nuova Venezia – Scandalo Mose. Detenzione di Chisso entro tre settimane il responso dei medici.
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21
set
2014
VENEZIA – Solo tra tre settimane si conosceranno le conclusioni alle quali saranno giunti il medico legale Silvia Tambuscio, il cardiologo Paolo Jus e lo psichiatra forense Davide Roncali dopo aver visitato e parlato con l’ex assessore regionale Renato Chisso, in carcere da oltre quattro mesi. Ieri, il giudice veneziano Roberta Marchiori ha incaricato i tre medici di eseguire la perizia che deve stabilire se le condizioni di salute dell’indagato siano compatibili o meno con la detenzione. A chiedere la scarcerazione per motivi di salute è stato il suo difensore, l’avvocato Antonio Forza, che ha presentato la consulenza di tre medici i quali sostengono che le patologia cardiache e la depressione di cui è soggetto Chisso nel carcere di Pisa dovrebbero portare immediatamente alla sua liberazione. I pubblici ministeri Paola Tonini, Stefano Ancilotto e Stefano Buccini hanno risposto con il parere di altri tre medici, che hanno sostenuto esattamente il contrario di quelli della difesa, riferendo, tra l’altro, che il carcere di Pisa è fornito di un Centro clinico cardiologico di prim’ordine ed, inoltre, sostenendo che la depressione di Chisso sarebbe leggera e simile a quello di ogni detenuto costretto a vivere rinchiuso in un carcere. Il magistrato veneziano ha concesso ai suoi tre periti due settimane per rispondere al quesito che ha posto loro, quindici giorni a partire dal momento in cui visiteranno Chisso, tra una settimana. Oltre a lui, anche l’ex presidente della giunta regionale Giancarlo Galan ha rivendicato motivi di salute che dovevano consigliare l’autorità giudiziaria ad evitargli in carcere: diabete, patologie cardiache e una frattura alla gamba con conseguente rischio di embolia hanno consigliato la Procura a spedire l’ex ministro di Forza Italia a rinchiudere in un vero e proprio reparto ospedaliero all’interno del carcere milanese di Opera, dove si trova ancora dal momento in cui la Camera ha dato l’autorizzazione a procedere chiesto dai pubblici ministeri. Non è escluso, tra l’altro, che nel caso le sua condizioni di salute migliorino, i pubblici ministeri veneziani decidano di trasferirlo in un carcere del Veneto, anche perchè i posti ad Opera e negli altri reparti ospedalieri per detenuti sono contati e le richieste sono sempre superiori alle disponibilità.
Giorgio Cecchetti