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Frassineto, 400 ettari di prati, pascoli, boschi e rustici è gestita dalla moglie Sandra Persegato, coltivatrice diretta

VENEZIA – Piove sul bagnato. L’azienda agricola Frassineto, 400 ettari sull’Appennino tosco-emiliano, intestata a Margherita srl, la società di Giancarlo Galan e della moglie Sandra Persegato, ha incassato negli ultimi tre anni 146.106 euro come sostegno al reddito dalla Pac, la politica agricola comunitaria. Per la precisione 33.614 euro sono andati a Monica Merotto, moglie dell’avvocato Niccolò Ghedini, prima intestataria della tenuta dopo l’acquisto dal precedente proprietario don Pierino Gelmini; gli altri 112.492 euro, distribuiti in 53.718 nel 2013, 31.973 nel 2012 e il resto nel 2011, sono stati incassati dalla società dei coniugi Galan, subentrati a Monica Merotto. Sono contributi regolari: la Sandra è iscritta all’Inps come coltivatrice diretta, risulta conduttrice e questo è sufficiente. È lo stesso motivo per il quale la moglie dell’avvocato Ghedini si era iscritta all’Inps come coltivatrice diretta, un mese prima di avviare la compravendita della tenuta. Questo ha consentito agli acquirenti, che poi si sono passati le quote societarie, di ridurre l’impatto delle tasse dal 12% all’1% beneficiando del trattamento fiscale di cui godono gli agricoltori. Da notare che il contributo andrebbe all’affittuario, se fosse lui a condurre l’azienda e non al proprietario. Proverà un leggero imbarazzo Tiziano Zigiotto, entrato nella società Frassineto sas con il 30% come socio accomandatario: non ha visto un centesimo, anche se presumibilmente è la persona che più degli altri si occupa della tenuta. L’Unione europea eroga l’integrazione al reddito senza farsi tante domande sulla carta d’identità del destinatario e senza preoccuparsi se non esercita a titolo principale. Il contributo è legato al terreno e tanto basta. Si riempiono i moduli e si incassa la Pac. Sembra tanto un pacchia. Invece non tutto fila così liscio. La vicenda Frassineto apre uno squarcio che consente di vedere ancora una volta come funzionano (male) le cose in agricoltura. Se ne rendono conto anche a Bruxelles, visto che dall’anno prossimo sono annunciati correttivi al regolamento comunitario. Per ottenere il contributo non basta essere iscritti all’Inps, condurre direttamente l’azienda e nemmeno farlo come attività principale. Solo a Padova per esempio ci sono circa 25.000 soggetti che chiedono ogni anno il contributo Pac ma solo 5.000 risultano iscritti all’Inps come coltivatori diretti. Le quote Pac sono il bis delle quote latte. C’è un mercato anche di queste. I diritti Pac si comprano e si vendono, con le organizzazioni agricole di mezzo. Ecco il caso di un imprenditore, uno fra tanti, Francesco Barduca, titolare di un’azienda orticola di 35 ettari a Borgoricco, in provincia di Padova. Da iscritto alla Coldiretti non ha diritto alla Pac. Glielo ripetono per anni. Passa a Confagricoltura e il diritto si materializza. Ma bisogna comprarlo: nel suo caso il costo è 400 euro a ettaro. Totale 14.000 euro, cifra uguale al contributo annuale che avrebbe dalla Pac. Barduca paga e a fine anno riavrà i 14.000 euro dalla Pac. Dov’è l’interesse? Nel fatto che ha pagato solo per il 2014. Dall’anno prossimo e fino al 2019 godrà dell’integrazione al reddito, senza più pagare. E 14.000 euro all’anno, per una famiglia come la sua, tutta impegnata nell’azienda, possono fare la differenza. La spiegazione che arriva da Confagricoltura è semplice: il mercato delle quote Pac è consentito dai regolamenti comunitari, l’organizzazione aveva un socio disponibile a vendere i titoli e ha fatto da tramite. Tutto qua, nessun mistero. Dalla Coldiretti veneto nessuna risposta. Il direttore tecnico Pietro Piccioni preferisce il silenzio. Eppure l’organizzazione la sa lunga in materia e non solo perché è la più numerosa. Risulta che il predecessore di Piccioni, Gianluca Lelli, poi passato a dirigere Coldiretti Emila Romagna e da poco promosso capoarea economica al nazionale, ha assistito Giancarlo Galan nell’acquisto della tenuta di Frassineto. Non si sa se i Galan abbiano comprato i 400 ettari con i diritti Pac già dentro, o se hanno dovuto acquistarli successivamente attingendoli dal mercato. Il prezzo minimo che abbiamo orecchiato è 200€ a ettaro (ma si può arrivare anche 5.000€, dipende da tanti fattori). Per Frassineto facevano 80.000€ supplementari. Come minimo. Troppi, a occhio.

Renzo Mazzaro

 

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